Migranti, a Palermo le associazioni ricordano la tragedia del 3 ottobre

Manifestazione ieri promossa dall'associazione di giovani migranti Stra Vox insieme al Forum Antirazzista di Palermo. "Ricordare e denunciare serve ma occorre anche proporre soluzioni"

Migranti, a Palermo le associazioni ricordano la tragedia del 3 ottobre

La memoria per non dimenticare e nello stesso tempo continuare a denunciare la grave mancanza di volontà delle istituzioni italiane ed europee a rispondere ai bisogni delle persone migranti che continuano, alcuni a morire ed altri ad arrivare nelle nostre coste senza una adeguata politica di accoglienza. A dirlo con forza sono stati ieri a piazza Verdi l'associazione di giovani migranti Stra Vox  insieme alle organizzazioni della società civile, gli attivisti, le associazioni di volontariato del Forum Antirazzista di Palermo. Queste, per la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza del 3 ottobre, hanno organizzato un momento collettivo di commemorazione per le vittime delle politiche migratorie europee e un momento di condivisione tra i “sopravvissuti” "cioè persone che sono riuscite a salvarsi, e chiunque creda nella solidarietà - scrive il Forum antirazzista - e nel diritto di ogni essere umano (e non solo di alcuni) di potersi muovere e scegliere il posto nel quale vivere, il diritto di viaggiare in un modo sicuro, il diritto di costruire il proprio futuro e di realizzare i propri sogni".

A Lampedusa il 3 ottobre 2013 in un naufragio al largo dell’isola persero la vita 368 persone: bambini, donne e uomini che cercavano di raggiungere l’Europa nel disperato tentativo di avere una vita migliore.

Da quel 3 ottobre ad oggi  oltre 20.000 migranti e rifugiati sono morti o risultano dispersi nel mar Mediterraneo.

Dopo una commemorazione collettiva presso il foro italico in cui, cittadini e immigrati, hanno portato dei fiori che poi hanno lanciato in acqua, nel pomeriggio a piazza Verdi, si è aperto uno spazio per le riflessioni pubbliche e gli interventi da parte di diversi immigrati e cittadini. Ad accompagnare gli interventi sono stati gli intermezzi musicali di Chris Obehi. A seguire  si è svolta una manifestazione di solidarietà per l'ex sindaco di Riace Mimmo Lucano.

"Questa giornata è una ricorrenza importante in cui fare memoria ma anche promuovere riflessioni e proporre un cambio di rotta - scrive il Forum antirazzista di Palermo -. C'è bisogno di decidere che tipo di impegno porre affinché le persone in fuga da guerre, violenze e persecuzioni, povertà o semplicemente dal desiderio universale, appartenente a tutti gli esseri umani, di migliorare la propria vita e ricercare opportunità migliori per la stessa e dei propri familiari, possano arrivare in un luogo sicuro senza dover rischiare la vita in viaggi pericolosi. Per questo il 3 ottobre è una giornata per riaffermare l’uguaglianza dei diritti degli esseri umani, in qualsiasi parte del mondo, essi si trovano. Ricordare e denunciare serve ma occorre anche proporre soluzioni".

"Io sono molto arrabbiato per la continua lista di morti di migranti che oggi dovrebbero essere con noi  e che sono morti per una cattiva politica internazionale. E' una giornata che deve farci pensare  - ha detto Mustapha Jarjou attivista del Gambia - e ragionare su cosa possiamo e dobbiamo fare per aiutare tutti i nostri fratelli e sorelle migranti che continuano ad arrivare dalla Libia. Bisogna ricordare ogni giorno quello che accade nei campi di concentramento della Libia dove avvengono tutti i tipi di violenza e nel Mare Mediterraneo nel loro viaggio verso la frontiera europea. La più grande violenza è pero quella dei paesi europei che si accordano con la Libia che non è un paese sicuro. Io sono passato dalla Libia e so purtroppo quello che significa essere 'nero' in quella sorta di 'inferno' di morte e violenza in cui non c'è la libertà di respirare. L'Europa se crede nei diritti umani non può stringere accordi con chi li viola ogni giorno come la Libia".

Tra i partecipanti anche Nzirirane Bijou dello Sportello immigrati della Cgil.

"Per me oggi è una giornata triste e dura - ha sottolineato Nzirirane Bijou - in ricordo di questi morti. Li ricordo anche ogni giorno nel mio lavoro quotidiano quando affronto le tante difficoltà, di sofferenza e sfruttamento di ogni tipo,  dei migranti che hanno avuto la fortuna di arrivare in Italia. La cosa significativa di quest'anno che sono stati i giovani migranti ad organizzare e promuovere le iniziative di oggi. Le commemorazioni sono importanti ma occorre nello stesso tempo darsi degli scopi, fare gruppo per cercare di contribuire al cambiamento sociale. Soprattutto occorre riuscire a parlare e cercare un confronto dentro le istituzioni. Bisogna mettersi insieme tutti in sinergia per dare risposte immediate a tutte le persone che hanno bisogno. Ricordiamoci che, anche se con qualche modifica, oggi la legge Bossi Fini ancora esiste  con tutte le difficoltà enormi del caso".  

La parola è passata a molti giovani migranti. "Il ricordo - che porteremo per sempre - del 3 ottobre però da solo non può bastare - ha continuato Alagie Malick Ceesay da più di quattro anni a Palermo -. Se oggi siamo insieme è anche per cercare di capire se possiamo cambiare qualcosa affinchè non succeda più una tragedia di questo tipo. Non occorrono quindi soltanto parole ma fatti concreti. Dobbiamo aprire i nostri cuori e le nostre menti per cercare di conoscere tutte le persone che come me sono arrivate in Italia, senza giudicarle. L'unico modo per evitare che muoiano ancora persone è ignorare tutte le forme di pregiudizio dettate da razzismo e cattiveria perché siamo tutti esseri viventi, buoni e cattivi, dappertutto. Solo una buona politica di accoglienza può renderci liberi di vivere ed esprimerci come tutte le altre persone umane. Perché se una persona migrante non ruba e non ammazza nessuno non può stare in Italia come gli altri cittadini? Questo è molto ingiusto".

"Non riusciamo a capire perché veniamo odiati da alcune persone cosi tanto  - ha detto pure al microfono Il giovane migrante Isac -. Cosa vi abbiamo fatto? Desideriamo soltanto avere una vita migliore che, nei nostri Paesi, a causa di guerre e povertà, è impossibile da realizzare. La morte dei fratelli migranti è continua e non possiamo più accettarlo. Dov'è la giustizia e di quali diritti umani parliamo se i governi non aiutano come dovrebbero fare. Nel mondo c'è posto per tutti  e questo ogni persona italiana, africana o di un'altra parte del mondo deve saperlo. Nessuno ci può impedire di andare in un luogo o Paese dove possiamo vivere meglio".

"La commemorazione è doverosa ma questi morti sono anche i nostri - ha aggiunto infine pure il fratello comboniano Claudio Parotti -. Purtroppo siccome i morti continuano ad esserci, dobbiamo cercare di uscire da questa pericolosa dinamica emergenziale perchè è completamente utile. E' molto importante quindi che la memoria si trasformi in impegno concreto, personale e collettivo, verso tutte le persone migranti che arrivano da noi. Pertanto, occorre mettere insieme tutte le diverse forme di impegno articolandoci e mettendo al centro chi sta soffrendo lontano da ogni ideologia. Ripartiamo da chi sta soffrendo ed è obbligato ad arrivare da noi, lasciando le sue radici per il bisogno di una vita diversa. Usciamo dalla retorica dell'emergenza e delle ideologie per ritornare ad occuparci di salvare ed accogliere persone con nomi e cognomi. Solo in questo modo possiamo ripartire sia in Italia che, con uno sguardo globale, anche in altre parti dell'Europa e del mondo. Tutto va rivisto per un maggiore impegno concreto, passo dopo passo. dentro la realtà per aiutare intanto chi ha più bisogno".  

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)