Rise again, l'app che unisce la comunità dispersa dal terremoto

Si chiama "Rise again" e ha come simbolo una fenice stilizzata: è la app ideata da don Luca Ferro, il sacerdote padovano in servizio nella parrocchia di San Severino Marche. Non si tratta soltanto di uno strumento per raggiungere i fedeli, dispersi dopo il terremoto del 2016, e raccogliere fondi. Ma anche di un simbolo di speranza.  

Rise again, l'app che unisce la comunità dispersa dal terremoto

Una app parrocchiale per tenere insieme la comunità dispersa dopo il sisma del 2016. È l’idea messa in pratica da don Luca Ferro, sacerdote padovano che da quasi un anno è in servizio come missionario “fidei donum” nella parrocchia marchigiana di San Severino vescovo.

A un anno e mezzo dal terremoto che ha sconvolto la comunità, lasciandosi alle spalle una scia di macerie non solo fisiche ma anche interiori, l’applicazione ideata dal sacerdote di Padova non è soltanto un semplice canale di comunicazione, ma anche un simbolo di speranza. A partire dal nome Rise again, che in inglese significa “risorgi ancora” e dall’icona: una fenice, l’uccello mitologico in grado di rinascere dalle proprie ceneri. I colori scelti sono il rosso e il blu, due tonalità che nell’iconografia cristiana vengono di solito associate a Dio. Il logo racchiude quindi in sé una duplice rinascita: da un lato la ricostruzione materiale dopo il terremoto, dall’altro il fuoco della fede, capace di riaccendersi al primo soffio.

Questo intreccio tra concretezza e spiritualità è l’ossatura stessa dell’applicazione, già disponibile su Play store e da poco più di una settimana scaricabile anche da Apple store. Finora le visualizzazioni sono state più di 5 mila e i download più di mille soltanto nell’ultima settimana. Navigando all’interno dell’applicazione, accanto al Vangelo del giorno e al Passaparola (la versione digitale del foglietto parrocchiale), ci si imbatte nelle sezioni dedicate ai campiscuola, agli eventi, ai gemellaggi e ai progetti in atto nella parrocchia.

«Così anche gli amici padovani possono restare aggiornati su quello che facciamo – spiega il parroco – ricevendo le notifiche e sostenendo i nostri progetti attraverso delle donazioni». Sì perché una funzione importante, dell’applicazione, è la raccolta fondi, a cui ciascun utente può contribuire cliccando sulla sezione “Dona tu”, mentre la sezione “Donazioni” funge da termometro della generosità, tracciando tutte le donazioni che arrivano in parrocchia. «Con i contributi ricevuti siamo riusciti ad acquistare sei refrigeratori industriali con cui rinfrescare il tendone usato come chiesa, visto che gran parte degli edifici sacri sono ancora inagibili – racconta don Luca – e adesso che il progetto “Himalaya” è concluso, mi piacerebbe dare ai ragazzi uno spazio in cui incontrarsi».

La app, quindi, è uno strumento utile a rimettere insieme i cocci di una comunità in cui, nonostante la ricostruzione, è ancora ben impresso il trauma del terremoto, soprattutto per le 3.500 persone sfollate su un totale di 12.600 abitanti. «C’è ancora tanto da fare – afferma il sacerdote – ma la parrocchia risponde bene agli stimoli pastorali. Mi sono sentito accolto fin da subito e una cosa che apprezzo di questa diocesi (Camerino-San Severino Marche, ndr) è che nessun incarico è scisso dal contatto con la gente».

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