Scuola, verso un nuovo Piano. Ipotesi (e paure) per il rientro

Il tema torna in primo piano e domani sarà all'ordine del giorno della Conferenza stato-Regione e del successivo Consiglio dei ministri. Obiettivo: tornare in presenza. Tra i nodi da sciogliere: Green pass per personale scolastico e docenti e alternative per i non vaccinati. Quasi certe le mascherine, trasparenti per gli alunni sordi

Scuola, verso un nuovo Piano. Ipotesi (e paure) per il rientro

Di scuola non si era forse parlato mai così presto: a fine luglio, con le temperature alte e tanti italiani in vacanza (o in procinto di partire), è insolito pensare al rientro in classe. Ma questa, si sa, è l'estate delle preoccupazioni: dal Green pass che rischia di complicare le ferie di tanti, al numero dei contagi che torna in prima pagina, fino alla scuola, che per la seconda volta si prepara a una ripartenza fortemente condizionata dalla pandemia. E proprio la scuola, domani, sarà al centro di un doppio appuntamento istituzionale: prima la conferenza Stato-Regioni, a cui il ministro Bianchi presenterà il Piano in vista del rientro; successivamente, il Consiglio dei ministri.

Obiettivo presenza

L'intenzione, dichiarata dal ministro Bianchi e ribadita anche ieri, è di rientrare tra i banchi: “Stiamo lavorando per preparare il rientro in presenza e in sicurezza a settembre – spiega in un video diffuso sui canali del ministero - Il lavoro che stiamo portando avanti è articolato, ci vede impegnati come governo, insieme ai territori e alle istituzioni locali, con le organizzazioni sindacali, con le singole scuole, con le famiglie. È un lavoro di squadra, che richiama tutti alla propria parte di responsabilità. Ognuno di noi può fare qualcosa, può dare il proprio contributo”. Esplicito il riferimento al vaccino: “Vaccinarsi è il modo in cui ciascuno di noi può mettere in sicurezza se stesso e gli altri. È un atto di responsabilità collettiva e di solidarietà. Significa prenderci cura di noi stessi e degli altri. Il vaccino è la chiave che la scienza ci ha fornito per tornare alla nostra normalità”.

Green Pass per tutti, o solo per qualcuno

Tra gli strumenti per un rientro in sicurezza, è in questo momento centrale il Green Pass, con cui il mondo della scuola dovrà fare i conti e che sta creando forti dissapori in seno alla classe politica: da un lato chi, come il governatore della Liguria Toti, afferma che “se la percentuale di adesione di insegnanti e dipendenti della scuola non dovesse essere alta, sarei assolutamente favorevole all'obbligo vaccinale. Diverso il discorso sugli adolescenti, questione molto più delicata: capisco le incertezze dei genitori e punterei più a sensibilizzare attraverso i pediatri”. Dall'altro chi, come la sottosegretaria all’Istruzione, Barbara Floridia, sostiene che “non si può subordinare la riapertura delle scuole all’obbligo vaccinale” e che “in questa fase l’obbligo vaccinale per i docenti non appare prioritario. Ce lo dicono i numeri: oltre l’80% del personale scolastico risulta essere stato vaccinato. Attendiamo il parere degli esperti e se le condizioni richiedessero di procedere con l’obbligo, valuteremo questa ipotesi con molta attenzione”.

Diversa ancora la posizione dell'associazione nazionale Presidi, che sostiene la necessità del Green Pass non solo per il personale scolastico, ma anche per gli studenti, come condizione per poter riaprire in sicurezza la scuola a settembre.“Se la campagna dei vaccini non va, si torni alla Dad. Il parere del Cts del 12 luglio non è sufficientemente preciso e deve essere tradotto in concrete indicazioni per le scuole”, dicono i presidi. Critico verso questa ipotesi Matteo Salvini: “Il Green pass per accedere agli istituti scolastici? Non scherziamo. Piuttosto – continua – dobbiamo continuare a vaccinare gli anziani e le persone fragili. Il vaccino salva la vita e questo è fuori discussione, ma dico no nell’obbligare i bimbi di 12-13 anni alla vaccinazione”.

Al banco, ma con le mascherine

Non ci sono anticipazioni sul Piano per il rientro, annunciato ieri dal ministro all'incontro con i sindacati, ma “pare probabile una presenza in classe tutti con i dispositivi di protezione (mascherine chirurgiche, non FFP2) – si legge su Tuttoscuola - specie nelle cosiddette 'classi pollaio', numerose soprattutto nella secondaria superiore. Ieri mattina un rappresentante del commissario Figliuolo ha annunciato che nelle classi con uno studente sordo saranno consegnate mascherine trasparenti per tutti i ragazzi, i docenti e il personale a contatto con il non udente”. Rispetto al tema delle mascherine, riferisce anche Orizzonte Scuola: “Il Piano Scuola seguirà le linee già indicate dal parere fornito dal Cts, lo scorso 12 luglio: dall’utilizzo delle mascherine – anche quelle trasparenti laddove sia necessario per favorire una più agevole comunicazione – all’importanza del distanziamento, che non sarà comunque imprescindibile”. Infatti, si legge sulla stessa rivista specializzata, appare certo che “studenti e docenti torneranno in presenza a settembre, anche dove non sarà possibile il distanziamento (in quel caso utilizzo della mascherina chirurgica sarà obbligatoria)”.

Il nodo dei trasporti

Strettamente legato al tema del rientro a scuola, c'è quello dei trasporti: probabilmente inevitabile sarà, di nuovo, lo scaglionamento degli orari delle lezioni e, parallelamente, il potenziamento del servizio pubblico: “Per riprendere la scuola in presenza per tutti, senza più dover ricorrere alla Dad, la percentuale di riempimento dei mezzi pubblici dovrà salire all’80% - ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga - Basta Dad, ma bisogna partire dai dati reali”. Il governatore del Friuli ha lanciato una proposta: “Esistono sistemi per abbassare la soglia di rischio, noi proprio in questi giorni stiamo varando un piano che prevede di installare impianti di aerazione sui mezzi come quelli che ci sono oggi sui treni”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)