Scuola. Classi pollaio, mancanza di personale: i sindacati contro il governo

In Emilia-Romagna, secondo i dati Flc-Cgil, all’avvio dell’anno scolastico saranno almeno 5 mila i posti non coperti. Aumentano anche gli studenti con disabilità, ma non gli insegnanti di sostegno. “Il rischio di un ritorno alla didattica a distanza è reale: servono investimenti subito”

Scuola. Classi pollaio, mancanza di personale: i sindacati contro il governo

“I problemi complessi della scuola non si risolvono con la bacchetta magica o con il vuoto delle parole. Servono investimenti e risorse, almeno pari a quelle messe a disposizione lo scorso anno che, seppur con i limiti evidenziati, hanno permesso la ripartenza dell’anno scolastico”. La denuncia arriva dalla Flc-Cgil di Bologna. Come riporta il sindacato, per l’anno scolastico 2021/2022, in Emilia-Romagna il numero degli studenti rimarrà pressoché invariato rispetto allo scorso anno, 544 mila di cui oltre 19500 con disabilità certificate. “Con una differenza – scrive in una nota –: che aumentano in modo importante gli studenti delle superiori (+1200 a Bologna, +900 a Modena, +200 a Piacenza, +300 a Ferrara), mentre calano quelli del primo ciclo. Un dato solo apparentemente non significativo, ma che invece richiede un aumento di organico che non c’è, se vogliamo anche solo prevedere la riduzione del numero degli studenti per classe. E poi c’è il problema degli spazi da reperire e anche quello di vedersi costretti a classi numerose”.

La posizione di Flc-Cgil è dura: “L’amministrazione non ha soluzioni perché mancano le risorse e la possibilità di adeguare l’organico alle esigenze, di fatto più stringenti a causa dell’emergenza sanitaria che sicuramente ci accompagnerà ancora per tutto il prossimo anno. Questo è inaccettabile: siamo in piena pandemia e il rischio che si torni alla scuola a distanza è molto concreto, al di là dei proclami”. Secondo il sindacato, le soluzioni non passano esclusivamente dal vaccino, giudicato comunque “la soluzione alla riduzione della diffusione del virus”. L’invito è ad affrontare il nodo trasporto pubblico – per il quale la sigla rigetta l’idea di aumentare le capienze – e il rebus organici.

Gli organici

In Emilia-Romagna il Ministero ha autorizzato l’assunzione di oltre 9450 posti, “il 18 per cento dell’organico complessivo, pari a circa 64 mila unità. A oggi sono stati assunti poco più di 2 mila docenti a cui dovranno aggiungersi circa 600 posti tra infanzia e primaria e altri 500 circa dei concorsi STEM in via di definizione. A conti fatti, saranno almeno 5 mila i posti non coperti che andranno a a supplenza, a cui si aggiungeranno, per essere ottimisti, altrettanti posti liberi per supplenze brevi. È chiaro che anche quest’anno la scuola comincerà con un numero altissimo di cattedre o posti che dovranno essere conferiti a supplenza”.

Il sostegno, il personale Ata, l’organico Covid

Lo stesso discorso, spiegano, vale per i posti di sostegno: “Aumentano gli studenti con disabilità di oltre 500 su un totale complessivo di 19.500 unità (+2,75 per cento), ma le deroghe di posti assegnate sono le stesse dello scorso anno, con il conseguente aumento del rapporto alunni/docenti. Questo determina già da ora preoccupazione e caos nell’organizzazione del servizio che non potrà essere adeguato alle esigenze dei ragazzi”. Tagli vengono segnalati anche nei corsi serali per adulti. Non solo: “L’organico Ata non è stato incrementato per far fronte alle numerose riorganizzazioni, e mancano le stabilizzazioni anche degli oltre 200 direttori dei servizi generali e amministrativi che ancora non sanno in quale provincia e in quale scuola dovranno prendere servizio”. A questa situazione si aggiunge un’ulteriore considerazione, definita “gravissima”: “Nel decreto sostegni bis appena approvato non è stato adeguatamente finanziato l’organico cosiddetto ‘Covid’ (in Emilia-Romagna sono stati attivati circa 7000 posti lo scorso anno). Si potrà, infatti, solo utilizzare ciò che è residuato dello scorso anno, 350 milioni a fronte di 1,850 miliardi dello scorso anno, per il medesimo organico e conferire supplenze solo fino al 30 dicembre. E poi che si fa? Si chiude?”.

L’appello di Flc-Cgil è stato raccolto in Parlamento. A tornare sulla questione sono stati i deputati Flavia Piccoli Nardelli e Andrea De Maria che, in commissione, hanno presentato un’interrogazione al ministero dell’Istruzione.
La ripresa dell’anno scolastico in presenza e in piena sicurezza rappresenta una priorità per il paese e una delle principali condizioni di uscita dalla crisi della pandemia. Eppure in Emilia-Romagna si registrano specifiche e gravi criticità in termini di organici che meritano una particolare attenzione anche a livello nazionale. Questo incremento, in assenza di un corrispondente rafforzamento degli organici dei docenti, porterà, inevitabilmente, a una ulteriore crescita di criticità rispetto all’utilizzo degli spazi e alla previsione di classi con un numero molto alto di allievi, sia nel primo ciclo sia nel secondo grado, con conseguenti difficoltà sul piano della didattica e della sicurezza”. Le domande poste al ministro Bianchi sono due: “Quali iniziative urgenti il ministro intende adottare per garantire l’avvio in sicurezza del prossimo anno scolastico? Quali specifiche iniziative intende assumere in relazione alle particolari criticità che si presentano in alcune regioni, come nel caso dell’Emilia-Romagna?”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)