A Firenze il doposcuola si fa con gli universitari

Partita la seconda edizione del progetto “I care” promosso da Csv Toscana e Fondazione CR Firenze per ridurre le carenze scolastiche emerse in pandemia. Fino a maggio 60 alunni delle medie saranno affiancati da studenti di Studi umanistici e della formazione

A Firenze il doposcuola si fa con gli universitari

Per l’intero anno scolastico, a Firenze, alunni e alunne delle classi seconde e terze delle scuole secondarie di primo grado Calamandrei e Masaccio saranno affiancati da studenti universitari per lo svolgimento dei compiti e l’approfondimento delle materie scolastiche.

Torna infatti, per la seconda edizione, il doposcuola “I care: studiare insieme” e raddoppia il numero di studenti beneficiari: il progetto sarà infatti accessibile a 60 ragazzi e ragazze.

Solidarietà e inclusione saranno i concetti alla base dell’impegno volontario che gli universitari forniranno agli alunni delle scuole medie per portare a termine i compiti a casa o approfondire alcune discipline, accrescendo, sia gli uni che gli altri, le proprie capacità di autonomia e responsabilità.

Il progetto nasce dalla volontà del Csv Toscana e della Fondazione CR Firenze di ridurre le carenze educative scolastiche emerse durante la pandemia.

Le adesioni degli studenti dell’Università di Firenze sono ancora in corso e la partecipazione al progetto garantirà loro il riconoscimento di crediti formativi universitari.

Le attività, partite proprio in questi giorni, si tengono a Firenze all’interno del First Lab e presso i locali delle due scuole. Gli incontri andranno avanti fino al 30 maggio, due volte alla settimana dalle 15 alle 17.

All’iniziativa collaborano anche l'associazione Meeting Point, la scuola di giurisprudenza, scienze politiche Cesare Alfieri e l’Università degli studi di Firenze.

“L’anno scorso ci auguravamo di allargare ancora di più sul territorio questo progetto - commenta Luigi Paccosi, presidente del Csv - e siamo riusciti ad amplificare la portata fino ad includere un massimo di 60 studenti in due diverse scuole. Pensiamo che questo doposcuola – aggiunge - sia un’esperienza didattica innovativa basata sull’inclusione sociale. I care crea uno scambio speciale tra i gli studenti, sviluppa non solo il capitale umano del sapere ma equamente quello di relazione e solidarietà”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)