Adozioni internazionali, i nuovi "bisogni" non devono spaventare

Ai.Bi. fa il punto su alcune novità degli ultimi anni: sono cambiati i bambini, più grandi e più fragili. E sono cambiati i Paesi: alcuni un tempo molto attivi oggi sono fermi, ma in tanti altri, soprattutto africani, le richieste sono ancora tante

Adozioni internazionali, i nuovi "bisogni" non devono spaventare

Cambiano i bisogni, cambia la geografia, ma l'adozione internazionale resta una risposta necessaria in tanti contesti e situazioni. A fare il punto sull'attualità di questo strumento e le novità degli ultimi anni è Ai.Bi, che riferisce innanzitutto come siano cambiati i bambini: oggi “più grandi di quelli di ieri, più fragili e, quindi, più bisognosi di attenzioni speciali”.

La seconda novità, collegata alla prima, è nelle procedure: spesso infatti, per questi bambini, sono i Paesi stessi che cercano le famiglie. “Ma, non riuscendo a trovare la coppia più idonea ad accoglierli, chiedono aiuto agli Enti Autorizzati – riferisce Ai.Bi - inviando con sistematicità delle liste (le cosiddette e ormai famose neglect list) contenenti centinaia di nomi di bambini dichiarati adottabili”.

È cambiata poi la “geografia” delle adozioni internazionali: i Paesi che fino a qualche anno fa erano i più attivi oggi o sono fermi, o hanno drasticamente ridotto il numero dei minori adottabili attraverso l’adozione internazionale, con conseguenti tempi di attesa per le coppie sempre più lunghi. Questo chiaramente scoraggia e preoccupa tante coppie. Allo stesso tempo, però, altri Paesi, soprattutto africani, contano ancora tanti minori abbandonati adottabili, con tempi normalmente più rapidi. Tra questi paesi, ci sono i quattro con i quali Ai.Bi. attualmente sta collaborando: Ghana, Nigeria, Burundi e Repubblica del Congo, da non confondere con la confinante Repubblica Democratica del Congo, dove si attende da anni la firma degli accordi bilaterali che permetterebbe la ripresa delle adozioni internazionali.

“Sappiamo che il continente africano non è per tutti – ammette Ai.Bi. - e che i criteri predittivi descritti nelle norme dei vari Paesi non sempre si sposano con le realtà familiari, in qualche caso per numero di anni di matrimonio, in altri casi per i tempi di permanenza nel Paese, ma anche questo fa parte del nuovo volto dell’adozione internazionale. Se oggi il grido di aiuto arriva da una direzione diversa, è nostro dovere, come Ente autorizzato, girarci per ascoltarlo. E invitare tutte le coppie a fare lo stesso”.

Istruzioni per le adozioni

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it, oppure iscriversi a uno degli incontri formativi gratuiti per aspiranti genitori adottivi. Amici dei Bambini ETS organizza anche, su appuntamento e solo per coppie già in possesso del decreto di idoneità, incontri informativi one-to-one gratuiti, online o in presenza, presso le sedi regionali dell’Associazione. Per vedere tutti gli appelli attualmente pubblicati si può andare alla pagina dedicata al progetto “Figli in attesa”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)