Alla ricerca delle prove di Dio. Un libro di Yves-Bolloré e Bonassies ci svela le contraddizioni dei negatori della creazione dell’universo

I due autori si lanciano in una lunga ricerca che non riguarda solo la scienza, come il titolo lascerebbe pensare, ma la filosofia, la teologia, la storia delle religioni

Alla ricerca delle prove di Dio. Un libro di Yves-Bolloré e Bonassies ci svela le contraddizioni dei negatori della creazione dell’universo

L’immenso dibattito sulla esistenza o no di Dio, conosce una nuova tappa con “Dio. La scienza. Le prove. L’alba di una rivoluzione” (Edizioni Sonda, 2024, 610 pagine, 24,90 euro, prefazione di Antonino Zichichi), traduzione italiana (curata da Elisabetta Craveri) di “Dieu. La science. Les preuves”, uscito in Francia -con la prefazione del premio Nobel per la fisica R. W. Wilson-  tre anni fa scritto da Michel-Yves Bolloré, ingegnere informatico e dirigente del settore industriale del gruppo Bolloré e di France Essor, e Olivier Bonnasies, anche lui ingegnere e imprenditore, laureatosi in Teologia all’Institut Catholique di Parigi.

I due autori si lanciano in una lunga ricerca che non riguarda solo la scienza, come il titolo lascerebbe pensare, ma la filosofia, la teologia, la storia delle religioni. E questo andava specificato almeno nel sottotitolo. Alla fine della lettura di questo insieme così eclettico, forse un po’ troppo, si ha la sensazione di aver assistito ad un deciso tentativo di replica ad una cultura ha tentato di mettere a tacere ogni difesa delle ipotesi non si dica prettamente religiose, ma anche di quelle basate su una concezione dell’universo come creato.

La scienza è stata vista spesso come un insieme di verità incontrovertibili, mentre il suo cammino è stato spesso accidentato e sottoposto a smentite e revisioni, talvolta auto-revisioni, come è capitato ad alcuni protagonisti, Einstein in testa, e fanno bene i due autori a sottolinearlo. Anche quando ripercorrono le tappe di asserzioni che, pur provenendo dal campo della scienza, non sono state in grado di passare dalla speculazione alla sperimentazione, come nel caso del multiverso. Anche perché, come viene scritto, “quella che noi chiamiamo ‘realtà’ possiede, prima ancora di essere misurata, un’infinità di stadi possibili”.

Il cammino della Fisica ci dice come oggi si tenda a mettere in dubbio tutta una serie di asserzioni basate su una ipotetica eternità della materia, perché le stesse osservazioni attraverso i nuovi strumenti di ricerca ci dicono come l’universo sia in movimento dopo un inizio, e tenda verso l’entropia, la lenta inesorabile dispersione dell’energia. Molti scienziati, le cui affermazioni sono qui riportate, hanno onestamente confessato come il progresso delle loro ricerche li abbia portati da un ateismo radicale alla consapevolezza -o alla possibilità-  di un dio creatore.

Il Big Bang, termine nato per spregio, è invece una delle acquisizioni più importanti, accreditata, come abbiamo visto, da recenti scoperte che ci hanno fatto riflettere su cosa significhi universo creato. Da qui il libro parte per affrontare le possibili deduzioni, per poi passare alla analisi storica della figura di Gesù, alle controversie filosofiche, e qui ci sono punti deboli dovuti soprattutto alla velocità con la quale sono affrontati pensatori del calibro di Kant, che se affermava la non possibilità di avere prove sicure dell’esistenza di Dio, lasciava profonde tracce di un pensiero che pur all’interno del secolo dei Lumi avviava una dinamica di superamento del sensismo esasperato e dell’ateismo programmatico.

Appassionate le pagine sulle apparizioni di Fatima, dove viene messo in rilievo lo sforzo propagandistico di una politica e di una ideologia che provenivano soprattutto dall’ottocento determinista, anche se non solo, e che tacciavano di superstizione o allucinazione migliaia di persone, molte delle quali non credenti e giunte fin lì per “smascherare” i trucchi che pensavano messi in scena dalla Chiesa portoghese.  E che invece sono usciti radicalmente cambiati da quella esperienza.

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Fonte: Sir