Anna e Giovanni, una coppia insieme da sempre. Con la polio

La quotidianità di marito e moglie che convivono con la poliomielite nel documentario di Emanuel Cossu “Con le nostre mani”. Sulla piattaforma Chili. Recensione pubblicata sulla rivista SuperAbile Inail

Anna e Giovanni, una coppia insieme da sempre. Con la polio

La quotidianità di una coppia che convive da sempre con la poliomielite. Emera Film porta sulla piattaforma Chili “Con le nostre mani”, un documentario di Emanuel Cossu, prodotto da Karel, e scritto insieme agli stessi protagonisti Giovanni Kossu e Anna Maria Loi. Cinquantuno minuti che accompagnano lo spettatore in Sardegna, nella vita di tutti i giorni di un marito e una moglie invalidi e ormai anziani. Ecco allora che alzarsi la mattina passando dal letto alla carrozzina, vestirsi, preparare il pranzo, mangiare insieme, diventano l’espediente per raccontare le difficoltà incontrate, le barriere architettoniche, sociali e culturali, i pregiudizi nei confronti della disabilità, le battaglie per far valere i propri diritti, la rivalsa, le amicizie, la genitorialità, l’indipendenza, la paura di perdere l’autonomia acquisita a causa dell’inesorabile avanzare dell’età.

A Bosa, il paese in cui è nato Giovanni, c’era il Cottolengo, ma lui non ci è mai voluto andare. Anna Maria, invece, ha trascorso la giovinezza in un istituto di suore perché a scuola non l’hanno voluta. Poi Anna e Giovanni si sono conosciuti, e hanno scelto di sposarsi, di avere una casa, di lavorare, di avere un figlio. Ed è proprio lui il regista della pellicola, motivo per cui “Con le nostre mani” è così impregnato di lenta, ma cadenzata, intimità. Emanuel Cossu ha cercato di "rendere familiare anche allo spettatore" ciò che per lui "è assodato da sempre, fissando quei riti e quei gesti che trovano la loro forza simbolica nel mostrare il valore che quegli stessi dettagli hanno avuto per i miei genitori durante tutta la loro vita", afferma il regista. Un’esistenza che piano piano ha iniziato ad aver bisogno di un aiuto domestico e di una mano per spostarsi anche con l’auto.

Con la macchina da presa sempre posizionata all’altezza dei protagonisti, ossia all’altezza di sedia a ruote, per far entrare lo spettatore all’interno del loro modo e renderlo partecipe del loro punto di vista e della loro prospettiva, il documentario ha vinto il premio come “Miglior regia anteprima mondiale” al Social Film Festival ArTelesia di Benevento. (M. T.)

(Recensione tratta dal numero di agosto-settembre 2022 di SuperAbile INAIL, il mensile dell’Inail sui temi della disabilità)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)