Bonus bebé, discriminatoria l'esclusione degli stranieri

Ordinanza del Tribunale di Milano che ordina all'Inps di estendere anche agli immigrati con permesso di soggiorno ordinario il bonus istituito nel 2016. “Esclusione ancora più ingiusta perché dal 2020 il bonus era esteso anche alle famiglie facoltose”, commentano le associazioni che hanno presentato il ricorso

Bonus bebé, discriminatoria l'esclusione degli stranieri

Fino a pochi giorni fa le famiglie straniere con un permesso di soggiorno per lavoro erano escluse dal bonus bebé, istituito con la legge di bilancio del 2016. Ora le cose dovrebbero essere cambiate, grazie all'ordinanza del 10 novembre del Tribunale di Milano che ha dichiarato illegittima e discriminatoria l’esclusione dal “bonus asili nido” degli stranieri che pur essendo regolari non hanno un “permesso di lungo periodo”. La giudice Eleonora De Carlo ha quindi ordinato all’Inps e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di consentire loro l'accesso al bonus. “Nel caso del bonus asili, l’esclusione era ancora più ingiusta perché dal 2020 il bonus è stato esteso anche alle famiglie facoltose”, scrivono in un comunicato stampa Asgi, Avvocati per niente e Ledha, le tre realtà che hanno promosso il ricorso in tribunale. Quindi il bonus veniva concesso a chi ha redditi alti, ma non allo straniero in regola, pur con un “semplice” permesso ordinario.

Tale esclusione, che riguardava migliaia di famiglie, era contraria all'articolo 12 della Direttiva Comunitaria n.98 del 2011, che prevede che nessuno straniero in regola possa essere escluso da prestazioni sociali. Non solo. La direttiva è direttamente applicabile e quindi la giudice Eleonora De Carlo ha ordinato all'Inps (che eroga concretamente il bonus) di estendere subito il beneficio. Non è quindi necessario aspettare che il Governo cambi con un decreto le norme sul bonus bebé. “L’art. 12 è norma comunitaria direttamente applicabile nell’ordinamento nazionale -scrive la giudice-, avendo un contenuto chiaro, preciso e incondizionato, non richiedendosi, infatti, alcuna specifica attività da parte dello Stato per l’adeguamento dell'ordinamento interno alla normativa comunitaria”.

C'è un altro dettaglio che rendeva l'esclusione ancora più ingiusta. “In caso di bambini impossibilitati a frequentare il nido a causa di una condizione di disabilità -spiegano le tre associazioni-, la prestazione si traduce in una somma da erogare alle famiglie per le spese di assistenza a casa e, dunque, una esclusione basata esclusivamente sul titolo di soggiorno era particolarmente irragionevole”.

Ora il Tribunale di Milano ha eliminato le limitazioni affermando ancora una volta che il diritto dell’Unione Europea impone di garantire parità di trattamento con i cittadini italiani a tutti gli stranieri regolarmente soggiornanti. La domanda deve essere presentata entro il 31 dicembre di ciascun anno. Le associazioni invitano l’Inps a dare immediata esecuzione alla ordinanza, “dando le necessarie istruzioni agli uffici periferici e modificando le informazioni contenute nel sito istituzionale; e invitano i patronati e le organizzazioni sindacali a garantire la massima informazione sulla decisione del Tribunale di Milano, al fine di garantire l’effettivo accesso alla prestazione da parte dei cittadini stranieri”.

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