"Cara Giulia" il libro scritto da Gino Cecchettin

Martedì 5 marzo, al Teatro Verdi di Padova, Gino Cecchettin ha presentato il suo libro Cara Giulia, redatto con Marco Franzoso, edito da Rizzoli. E menziona la telefonata ricevuta da Papa Francesco e dal presidente Mattarella.

"Cara Giulia" il libro scritto da Gino Cecchettin

La parola riconcilia le scissioni e, in questo caso, ha operato il doloroso tentativo di ricomporre le fratture che hanno preso forma il 12 novembre, con l’efferato femminicidio di Giulia Cecchettin.

Ieri, martedì 5 marzo, al Teatro Verdi di Padova, Gino Cecchettin ha presentato il suo libro Cara Giulia, redatto con Marco Franzoso, edito da Rizzoli.

«Tutto quanto è in questo libro, è per Giulia. Questo testo è un regalo che ho voluto fare a mia figlia, un regalo alla memoria, devo precisare. Quella domenica ha segnato la mia famiglia, per la seconda volta», spiega Gino, menzionando anche la prematura scomparsa della moglie avvenuta nel 2022.

Quando violenze del genere intaccano la normalità della vita, tutto diventa entropia, tutto diventa confusione. «In quella confusione ho dovuto continuare a muovermi, a produrre, a lavorare – continua l'uomo – esattamente come non ho mai finito di sperare che lei fosse viva, anche quando mi hanno avvisato del suo ritrovamento, ho continuato a lottare con tutte le mie forze per tenerla in vita, questa volta con l’unico mezzo in mio potere: la memoria e la letteratura».

Se spesso le presentazioni di libri sono un trofeo da esporre con gioia, questa volta non è stato così, Gino Cecchettin tiene fra le mani un testo che non avrebbe mai voluto mettere

nero su bianco, quantomeno non a queste condizioni. «I libri non sono il mio mestiere, io faccio altro per vivere», ribadisce più volte, separando con forza la volontà di scrivere dall’esigenza e necessità di narrare una vita spezzata.

Silenzi e applausi intervallano l’incontro perché la narrazione è intima e personale, affonda gli argomenti nei ricordi familiari di Giulia, nelle sue abitudini, nelle sue particolarità, nella sua gentilezza, nella sua quasi inaccettabile capacità di autogestirsi.

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«Ti chiedi, com’è possibile che una cosa del genere accada a te? Te lo chiedi – spiega Gino – Ma soprattutto ti chiedi: dove ho sbagliato? Cosa posso aver sbagliato? Era talmente in grado di gestirsi da sola che sarebbe stato strano, da parte mia, interferire. Forse avrei dovuto essere più invadente. La verità è che tutti dobbiamo solo imparare la lezione e cercare di investire in educazione, in sostegno, in comunicazione. Non c’è giorno che io non mi svegli con il pensiero rivolto a Giulia. Lo sforzo quotidiano è quello di ricordarla e sorridere, incanalare tutte le emozioni nella capacità di reagire e di celebrare la sua vita. La sua morte ha dato avvio a un flusso incondizionato di amore, di doni. La nostra casa è un crocevia di sentimenti e ricordi, di lotta e sostegno», racconta il papà, prima di menzionare le telefonate ricevute da Papa Francesco e da Sergio Mattarella.

«Ho un rapporto controverso con la religiosità, ma due miliardi di persone che ti sostengono sono difficili da ignorare», commenta Gino Cecchettin in merito alla telefonata con il Santo Padre. Doni preziosi che non avrebbe mai voluto ricevere, precisa.

Matilde Bicciato

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