Caregiver uccide il fratello e si toglie la vita. “Urge legge che tuteli e sostenga”

L'associazione Genitori Tosti commenta quanto accaduto a Ortona: nel biglietto lasciato dal caregiver, la fatica e l'impossibilità di continuare ad assistere il fratello e l'imminente ricovero in Rsa. “La causa si chiama caregiver burden: il riconoscimento non può attendere”

Caregiver uccide il fratello e si toglie la vita. “Urge legge che tuteli e sostenga”

E' successo ad Ortona, ma non è la prima volta che un caregiver uccide e poi si uccide: stavolta è un uomo che ha tolto la vita al fratello e poi a se steeo. Nel biglietto lasciato per spiegare il gesto, il riferimento è all'impossibilità di continuare ad assisterlo e l'imminente ricovero in una Rsa. Ma “la causa si chiama con un nome preciso che è il 'caregiver bourden'; ci sono degli studi scientifici che lo descrivono”, ricorda l'associazione Genitori Tosti. In italiano, è è il “fardello”, il peso, la fatica che il caregiver deve sopportare ogni giorno. “Il riconoscimento del ruolo del caregiver familiare, la sua tutela e il necessario e adeguato supporto socio-sanitario ed economico-finanziario come vero e proprio lavoratore non può più attendere – commenta l'associazione - Le responsabilità di evitare il ripetersi di questi tragici fatti sono nelle mani del Governo e del Parlamento. Per questo chiediamo, con repentina responsabilità, che il Governo e il Parlamento italiano pongano definitivamente mano all'iter del ddl sul riconoscimento del caregiver familiare italiano come lavoratore e dispongano tutti i servizi che la nostra associazione ha sempre elencato essere necessari affinché chi presta assistenza al proprio familiare non sia lasciato mai solo”

L'associazione ha dedicato un capitolo del nostro saggio "L'esercito silenzioso - caregiver familiari", uscito a gennaio 2022, per spiegare che cosa è questo fenomeno e da cosa è determinato. Come lo si combatte e risolve, è illustrato nei restanti capitoli. “L'opinione pubblica e chi si occupa di questi casi (forze dell'ordine, magistrati, assistenti sociali, etc) devono aver ben chiaro il fenomeno e non derubricarlo a gesto dettato dalla disperazione o da un raptus o altro. In attesa di reazioni adeguate da parte di chi ha il potere di creare la legge nazionale sul caregiver familiare, rimaniamo a disposizione per qualsiasi dettaglio”, conclude l'associazione.

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)