Cittadino tunisino trattenuto e respinto a Malpensa. “Aveva un regolare visto di ingresso”

Il caso di un uomo trattenuto per 48 ore nell’aeroporto milanese e poi respinto nel suo paese. L'avvocata Vita: “Operazione illegittima, era tutto in regola, ora si valuta il risarcimento del danno”

Cittadino tunisino trattenuto e respinto a Malpensa. “Aveva un regolare visto di ingresso”

Arrivato in Italia con un regolare visto turistico, trattenuto per due giorni all’aeroporto milanese di Malpensa e poi rimpatriato. E’ successo a un cittadino tunisino di 30 anni che ora è pronto a fare causa per danni al nostro paese. Lo racconta l’avvocata, membro di Asgi, Giulia Vita che sta seguendo il caso. “Il mio assistito è arrivato in Italia domenica, era in possesso di un visto e contava di fare un giro nel nostro paese, aveva prenotato solo la prima notte in albergo ma proprio per questo non è stato fatto passare ai controlli e trattenuto illegittimamente per due giorni - spiega -. E questo non è ammissibile perché aveva un regolare visto di ingresso, ciò vuol dire che l’ambasciata aveva fatto tutti i controlli sulla sussistenza di risorse economiche”.

Eppure nonostante tutto sulla carta fosse tutto in regola, l’uomo è rimasto in una stanza dopo i controlli di frontiera dell’aeroporto per due giorni. “Non gli è stato concesso di vedere nessuno, non aveva con sé i suoi bagagli né il cellulare. Ha potuto fare solo una chiamata, una volta al giorno, con un telefono a gettoni - continua l’avvocata -. E nonostante le richieste di annullamento è stato eseguito il respingimento e l’uomo è stato riportato in Tunisia”. Ora si valuta il risarcimento del danno. 

Tutta l’operazione, infatti, solleva diversi problemi di legittimità: “il respingimento deve essere immediato, non può essere operato dopo due giorni e un trattenimento così lungo. Nel caso, è previsto un passaggio per il Centro per il rimpatrio e un decreto di espulsione. Nessuna norma consente di trattenere un cittadino straniero due giorni in luoghi non idonei”. 

Quello di Malpensa non è un “caso isolato - continua Vita -. Ma i respingimenti, in totale assenza di garanzie non si possono fare, qui siamo al di là della discrezionalità della polizia di frontiera. C’era  un visto di ingresso e andava considerato. Ora stiamo valutando il ricorso, ci sono gli estremi per una causa e una richiesta di risarcimento danni dato il modo in cui è stato trattenuto”. 

“Non è la prima volta che un cittadino tunisino viene respinto in questo modo, è successo anche a un’altra studentessa, ma io non capisco come sia possibile - sottolinea il deputato tunisino Majdi Karbai -. Il consolato ha dato un visto, il ragazzo ha fatto la prenotazione per una notte perché pensava di fare un viaggio zaino in spalla e prenotare dove dormire via via: un giorno a Milano, poi a Venezia, poi in altre città. Invece è stato respinto. Noi abbiamo provato ad aiutarlo ma è stato impossibile. Ormai i cittadini tunisini sono stigmatizzati: via mare non abbiamo nessun diritto, via aereo anche se abbiamo un documento non ci fanno entrare. La Tunisia è diventata un carcere da cui nessuno può uscire”.
Nell’ultimo anno Asgi ha portato avanti una vera e propria battaglia per chiedere l’accesso nelle zone di transito aeroportuali. Per il ministero dell’Interno non era applicabile la normativa prevista per i centri per il rimpatrio perché in queste zone non è previsto il trattenimento delle persone. Nella realtà, come racconta anche l’ultimo caso di ieri è proprio negli aeroporti che avvengono trattenimenti illegittimi di giorni. “Ora il Consiglio di Stato ci ha dato ragione, aspettiamo che i tribunali aggiornino le loro decisioni - conclude l’avvocata - nella speranza che non si ripetano più situazioni di violazione dei diritti”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)