Disabilità, Ambra Sabatini: "Lo sport è stato la mia ancora di salvezza"

Ha perso la gamba sinistra mentre andava ad allenarsi perché un'auto ha invaso la corsia su cui viaggiava in scooter insieme al suo papà e ha deciso di ripartire dalle piste di atletica. Intervista alla regina dei Giochi Paralimpici di Tokyo, dove ha stabilito il nuovo record del mondo nei 100 metri T63 e si aggiudicata la medaglia d’oro

Disabilità, Ambra Sabatini: "Lo sport è stato la mia ancora di salvezza"

Ci sono campioni che hanno fatto la storia dei Giochi paralimpici. Ma ci sono anche tantissime persone disabili per cui l’attività fisica è solo un passatempo, un modo per ottenere una maggiore autonomia o ritrovare la fiducia in se stessi, uno strumento di reinserimento sociale. Persone per cui l’agonismo è una ragione di vita e persone per cui lo sport di base è qualcosa da fare solo ed esclusivamente nel tempo libero, perché piace o perché fa stare bene. Dietro tutta questa variegata umanità, però, c’è un mondo. Un mondo che contempla anche e soprattutto le associazioni e le società sportive, le federazioni, il Comitato italiano paralimpico, l’Inail. L’Istituto, infatti, già da tempo ha inserito l’attività fisica a supporto del percorso riabilitativo dei propri assistiti, occupandosi anche della fornitura di protesi e ausili. Vari atleti, ai Giochi paralimpici di Tokyo, hanno gareggiato con protesi realizzate al Centro di Vigorso di Budrio, tra cui le tre regine della velocità Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto, e Veronika Yoko Plebani, terza nel paratriathlon. Ma l’Inail è stato protagonista in Giappone anche in campo maschile, con i tre bronzi di Riccardo Menciotti nel nuoto, Oney Tapia nel lancio del disco e nel getto del peso e Giovanni Achenza nel paratriathlon. Abbiamo chiesto, sia ad atleti medagliati sia ad atleti amatoriali, cosa significa per loro fare sport.

Ambra Sabatini: «Lo sport è un alleato, una rete di protezione». È l’astro nascente dell’atletica paralimpica italiana e mondiale. Nonostante gareggi da poco con la Fispes, la Federazione italiana sport paralimpici e sperimentali, ha già stabilito il record del mondo sui 100 metri T63 e vinto una medaglia d’oro alle ultime Paralimpiadi di Tokyo. Parliamo di Ambra Sabatini, 20enne toscana, da poco tesserata per le Fiamme Gialle grazie al primo bando per l’ingresso degli atleti paralimpici nei Gruppi sportivi dello Stato e militari. Ma, nonostante i successi, resta una ragazza semplice, saldamente ancorata a terra e molto più matura della sua età. «Sono sempre stata una sportiva, fin da bambina», racconta. «È stato il mio babbo a educarmi allo sport: ho fatto nuoto, pattinaggio e pallavolo. Ma gli sport al chiuso mi stavano un po’ stretti. Così ho provato con l’atletica e mi sono subito innamorata di questa disciplina, che ho iniziato a praticare a livello agonistico come mezzofondista».

Poi, nel 2019, l’incidente in cui ha perso la gamba sinistra, proprio mentre stava andando ad allenarsi: lo scooter su cui viaggiava insieme al suo papà è stato investito da un’auto che ha invaso la loro corsia di marcia. «Mi è crollato il mondo addosso, ma sapevo che lo sport poteva essere un’ancora di salvezza: a scuola una professoressa ci aveva parlato di Bebe Vio, avevo visto in tv Oscar Pistorius, Alex Zanardi e Martina Caironi», quest’ultima proprio mentre era ricoverata in ospedale, «e comunque conoscevo già il mondo paralimpico, perché chi fa sport ogni tanto lo incrocia. Sapevo quindi che era possibile ripartire. Ho provato prima il nuoto, poi la bici, poi ho ripreso a pattinare: tutte emozioni forti, tutte grandi conquiste. Io però volevo tornare al mio amore, l’atletica, cosa che sono riuscita a fare quando ho ricevuto la protesi da corsa, un anno dopo l’incidente, nel 2020». Una carriera fulminante quella di Ambra Sabatini, coincisa oltretutto con il periodo dell’emergenza sanitaria. «Ma in parte è stato quasi un bene, visto che gli allenamenti mi davano la possibilità di uscire di casa e stare all’aria aperta», commenta.

Accanto allo sport, lo studio: «Sono iscritta alla facoltà di Scienze della comunicazione di un’università telematica; sto cercando di conciliare le due cose, ma è dura». Fortunatamente c’è la tranquillità economica di essere riuscita a entrare a far parte del Gruppo sportivo della Guardia di Finanza, il primo corpo statale ad aver aperto agli atleti paralimpici. Per il resto, a parte voler migliorare i risultati, «cerco di trasmettere il valore dello sport ai più giovani: lo sport è un alleato, una rete di protezione, tiene lontano dai pericoli, insegna abitudini sane e può essere di grande aiuto per gli adolescenti». Sagge parole, specie se pronunciate dalla bocca di una ragazza di appena 20 anni. (Michela Trigari)

(Intervista tratta dal numero di ottobre 2022 di SuperAbile Inail, il mensile dell’Inail sui temi della disabilità)

Michela Trigari

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)