Disabilità, Anffas lancia il progetto dell'Agenzia per il contrasto delle discriminazioni

Sul territorio una rete attiva di volontari che funzioneranno come "antenne". L'iniziativa durerà 18 mesi. Focus sulle disabilità intellettive e i disturbi del neurosviluppo

Disabilità, Anffas lancia il progetto dell'Agenzia per il contrasto delle discriminazioni

Avviare un' Agenzia nazionale volta al contrasto della discriminazione delle persone con disabilità e delle loro famiglie, con un focus sulle disabilità intellettive e i disturbi del neurosviluppo. Questo l'intento del progetto 'AAA - Antenne Antidiscriminazione Attive', promosso da Anffas (Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale) e realizzato con il finanziamento concesso dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per l'annualità 2020 a valere sul Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel terzo settore di cui all'articolo 72 del decreto legislativo 117/2017. L'iniziativa, presentata questa mattina nel corso di un webinar, durerà 18 mesi.

Cinque gli ambiti in cui dovrà essere articolato il lavoro dell'Agenzia. Innanzitutto lo studio, l'approfondimento, la ricerca e il monitoraggio sulle modalità per garantire concretamente la prevenzione ed il contrasto della discriminazione basata sulla disabilità, a partire dall'individuazione dei punti di forza e di debolezza della legge 67/2006 (Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni) e dalla definizione e introduzione nel sistema italiano del concetto di 'accomodamento ragionevole'. In secondo luogo la creazione di una rete di relazioni e sinergie tra soggetti attivi o attivabili, sia interni che esterni ad Anffas. Poi la formazione di tutti i soggetti coinvolti in merito alle modalità per riconoscere e contrastare la discriminazione, sviluppando una rete attiva di volontari che divengano 'antenne anti discriminazione'.

Quarto ambito è il supporto concreto nei confronti delle persone con disabilità e dei loro familiari per il riconoscimento e il contrasto delle discriminazioni, anche da un punto di vista giudiziario, e nei confronti di enti (pubblici e privati) per l'eliminazione delle discriminazioni e per l'attivazione di condizioni di pari opportunità. Infine l'Agenzia dovrà occuparsi della promozione di attività di impulso, sensibilizzazione e informazione della comunità (compresi gli organi di stampa) al fine di facilitare un cambiamento culturale nei confronti della disabilità.

"Gli ambiti in cui le persone con disabilità continuano a subire discriminazioni sono molteplici- ha sottolineato Emanuela Bertini, direttrice generale di Anffas nazionale, durante la presentazione del progetto- e in questo quadro le persone con disabilità intellettiva e del neurosviluppo risultano essere a maggiore rischio anche a causa del forte stigma sociale nei loro confronti".

Le famiglie "sono a loro volta vittima di discriminazione 'per associazione'- ha ricordato Bertini- perché gli vengono negati diritti, giusti supporti e sostegni per vivere le proprie vite". Primo obiettivo del progetto 'AAA - Antenne Antidiscriminazione Attive' è dunque quello di "imparare a riconoscere la discriminazione, prima ancora di contrastala", sottolinea la direttrice Anffas.

Il quadro delle discriminazioni lo ha tracciato Marco Faini, consulente Anffas nazionale, ricordando che "dal punto di vista dell'inclusione sociale il 21.7% delle persone con disabilità (oltre 660.000 persone) si trova in una condizione di isolamento mentre solo il 43.5% delle persone con gravi limitazioni può contare su una rete di amici o di sostegno in caso di bisogno, contro il 74.4% delle persone senza gravi limitazioni".

Dal punto di vista lavorativo "nella fascia 15-64 anni è occupato il 32% delle persone con disabilità contro il 59.8% delle persone senza limitazioni- ha ricordato ancora Faini- Le donne con disabilità risultano ancora meno occupate (27% contro il 36% delle perone con disabilità maschile) e nella fascia d'età centrale 25-64 il divario è ancora più elevato (37% contro 60%). La disoccupazione è il 26% contro il 18.5% delle persone senza limitazioni".

Un quadro che è innanzitutto culturale. "Secondo un'indagine SWG del 2021- ha ricordato Faini- alla domanda su quale atteggiamento culturale prevalga in Italia sulla disabilità, il 66% dei rispondenti ha elencato la tendenza al pregiudizio, il 62% all'indifferenza e il 53% l'impreparazione". Infine il consulente Anffas ha ricordato che secondo Oscad, l'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori incardinato nell'ambito del dipartimento della pubblica sicurezza - direzione centrale della polizia criminale, "tra il 2017 e il 2019 i dati indicano una crescita del 32% delle segnalazioni ricevute per atti discriminatori, in particolare sono cresciute del 77% le aggressioni fisiche".

La discriminazione "è un grande pericolo per il rispetto della dignità umana e sociale della persona con disabilità- ha rimarcato in conclusione Faini- ed è prevalentemente sul piano culturale che dobbiamo impostare le nostre azioni di contrasto". (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)