Disabilità, lavora solo il 17% dei maggiorenni con sindrome di Down

Indagine di Coordown su un campione di 417 persone. La presidente Falugiani: "Disomogeneità negli accertamenti di disabilità e molti contenziosi, intervenire sulle valutazioni di incollocabilità al lavoro"

Disabilità, lavora solo il 17% dei maggiorenni con sindrome di Down

"Il riconoscimento della condizione di disabilità incide direttamente sull'accesso a sostegni, benefici, trasferimenti economici che rappresentano, nel loro insieme, un supporto al diritto di cittadinanza, alla qualità della vita, all'inclusione non solo delle persone con sindrome di Down, ma anche a milioni di persone con differenti disabilità". Lo ha sottolineato Antonella Falugiani, presidente del Coordinamento nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down (CoorDown) aprendo la presentazione dell'indagine dedicata ai percorsi di accertamento della disabilità delle persone con sindrome di Down realizzata dal Coordinamento "per restituire oggettività alle molte segnalazioni delle persone e delle loro famiglie attorno a questa delicata materia".

L'indagine, basata su 417 interviste realizzate in tutta Italia, evidenzia come, nonostante interventi regolatori, vi siano ancora difformità applicative e quasi il 6% delle persone con sindrome di Down interessate percepisca attualmente l'indennità di frequenza e ben il 32% l'abbia percepita in passato, anziché vedersi riconoscere l'indennità di accompagnamento. "Una situazione in contrasto con la nota del direttore generale Inps del dicembre 2010", spiega CoorDown. In questa nota, infatti, la Direzione generale Inps aveva precisato che "nei confronti dei soggetti affetti da sindrome di Down, interessati da accertamenti sanitari per invalidità civile, deve essere riconosciuto il diritto all'indennità di accompagnamento".

"È vero- sottolinea CoorDown- che questa nota del direttore generale Inps non è cogente per le Commissioni integrate Asl, ma i verbali emanati in prima istanza da queste ultime sono comunque validati dall'Istituto. Dopo tale data era pertanto da attendersi che i verbali di invalidità civile relativi a persone con sindrome di Down recassero di norma il riconoscimento dell'indennità di accompagnamento". Nell'ambito dell'indagine condotta emerge, invece, che tra i maggiorenni è il 94,7% del campione raggiunto a percepire l'indennità di accompagnamento; in gran parte dei casi (89,4%) l'indennità associata alla pensione. La differenza è spiegata dal fatto che la pensione viene revocata nel caso in cui il reddito personale superi i 17.050,42 euro annui. Mentre tra i minorenni è il 92,1% a percepire attualmente l'indennità di accompagnamento.

"Ecco spiegato quindi l'elevato contenzioso attorno a queste certificazioni", precisa CoorDown. Secondo l'indagine, infatti, ben il 40,8% delle famiglie hanno tentato, con varie modalità, di far modificare i relativi verbali, o rivolgendosi al giudice, o chiedendo una revisione all'Inps, o presentando domanda di aggravamento.

Ma per CoordDown l'aspetto più preoccupante che viene evidenziato dall'indagine è quello che riguarda il lavoro. "Per accedere al sistema di collocamento mirato (legge 68/1999) è necessario essere in possesso della relativa valutazione- precisa il Coordinamento- Dall'indagine emerge che quel verbale ce l'ha poco meno della metà (48,2%) dei maggiorenni. Il rimanente 51,8% è privo del riconoscimento ex legge 68/1999 o perché non l'ha richiesta (35,4%) o perché è in attesa di convocazione (5,8%) o perché è stato dichiarato incollocabile (10,6%). Conseguentemente l'esclusione da percorsi di collocamento mirato riguarda ben il 46% dei maggiorenni intervistati".

Non è quindi un caso che solo il 17,3% dei maggiorenni intervistati svolga attività lavorativa. Ma, anche in questo caso, le disparità territoriali sono molto rilevanti: il Nord Ovest ha il 44% di intervistati inseriti nel mondo del lavoro (con una occupazione o in tirocinio), una percentuale doppia a quella del Mezzogiorno. Altre criticità nei procedimenti di accertamento sono state riscontrate sulle revisioni, sulle voci fiscali mancanti in un buon numero di verbali, pur con delle variazioni nel tempo.

Alla luce di questi dati CoorDown, in chiusura della presentazione dell'indagine ha formulato delle proposte di intervento normativo a vantaggio della semplificazione amministrativa e della certezza dei diritti nell'interesse di tutte le persone con disabilità, non solo di quelle con sindrome di Down. Innanzitutto il riconoscimento delle provvidenze economiche.

"Vista la disomogeneità nella concessione dell'indennità di accompagnamento, causa primaria di contenzioso, appare necessario rafforzare la cogenza delle indicazioni espresse dal messaggio della Direzione generale Inps del 9 dicembre 2010, n. 31125, preferibilmente con un intervento anche di natura normativa. Un'ipotesi praticabile- secondo il Coordimaneto- appare l'estensione delle previsioni dell'articolo 94, comma 3, della legge 289/2002 che già prevede l'automatismo del riconoscimento della condizione di handicap con connotazione di gravità (art. 3, comma 3, della legge 104/1992) in presenza della sindrome di Down".

In merito al contenzioso CoorDown propone di "promuovere ogni forma di prevenzione e contenimento, in particolare laddove siano possibili e praticabili forme di riesame in autotutela, anche attivando collaborazioni e protocolli fra le associazioni di riferimento e Inps".

In tema di voci fiscali l'invito del Coordinamento è quello di "prevedere modalità più agevoli di adeguamento dei verbali precedenti al 2012 nelle parti relative alle voci fiscali, evitando nuove convocazioni a visita", nonché "l'elaborazione di soluzioni operative per compensare le lacune presenti nelle sentenze in esito ad accertamenti tecnici preventivi che non rechino le cosiddette voci fiscali".

Per quanto riguarda la rivedibilità CoorDown sottolinea che "esistono già provvedimenti che prevedono la non rivedibilità per numerose condizioni fra le quali la sindrome di Down. Appare opportuno- sottolinea il Coordinamento- adottare strumenti normativi e amministrativi per evitare le evidenti elusioni di quel provvedimento".

Infine sulle valutazioni della legge 68/1999, riguardante il lavoro e le persone disabili CoorDown sottolinea come "dal report, e dalle storie di vita, si rileva ancora la presenza di situazioni in cui viene sancita l'incollocabilità al lavoro delle persone con sindrome di Down, in contrasto con lo spirito della legge 68/1999, di qualsiasi principio inclusivo e di ormai consolidate esperienze di efficace attività lavorativa dei diretti interessati". Secondo il Coordinamento va pertanto previsto "un richiamo normativo e amministrativo nei confronti delle commissioni preposte alla valutazione ex legge 68/1999 per evitare il perpetuarsi di tali valutazioni". (DIRE)

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)