Giornata mondiale contro l’Aids. Fict: “Lavorare contro lo stigma e il pregiudizio”

In vista del 1° dicembre, la Federazione Italiana Comunità Terapeutiche esprime preoccupazione rispetto al calo di attenzione sul tema. Squillaci: “Oggi non si parla più di Aids, e meno se ne parla più aumenta l’emarginazione delle persone che la contraggono”

Giornata mondiale contro l’Aids. Fict: “Lavorare contro lo stigma e il pregiudizio”

“Il 1° dicembre, Giornata mondiale di lotta all’aids, è ormai una delle rare occasioni per ricordare gli invisibili tra gli invisibili, per mostrare vicinanza ai circa 38 milioni di persone infettate dall’Hiv e ricordare i 36 milioni di persone morte a causa dell’Aids dall’inizio dell’epidemia.Una giornata per porre l’accento sulla cura, sull’assistenza e, soprattutto, su una corretta e rinnovata informazione della malattia in particolare tra i giovani. I primi veri nemici per la lotta all’Hiv e all’Aids sono il pregiudizio, lo stigma e una assenza totale di campagne di sensibilizzazione”. Così Luciano Squillaci, presidente della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche.  “Oggi l’arma più efficace è ancora la prevenzione e l’informazione – continua Squillaci -. Mi preoccupano, soprattutto, le nuove generazioni, i giovani e gli adolescenti, che non hanno vissuto l’emergenza Aids e che hanno sicuramente meno notizie e minore consapevolezza. È un problema prima di tutto culturale. Oggi non si parla più di Aids, e meno se ne parla, spiega il presidente Fict, più aumenta l’emarginazione delle persone che la contraggono. Il silenzio asseconda l’ignoranza e la diffusione della malattia. La sensazione oggi è che l’Aids sia trattata come una patologia rara, pur non essendola”. “I dati dell’ultima relazione al Parlamento sulle dipendenze - spiega il presidente Fict -, evidenziano un aumento delle diagnosi di Hiv e Aids tardive, i 'late presenters', persone che si testano quando è già comparsa la presenza dei sintomi della malattia perché probabilmente non si sentono a rischio. Negli anni 80, all’insorgere dell’Aids, poco si sapeva se non che fosse una malattia letale e molto contagiosa, creando anche un clima di terrore e paura sociale, uno stigma verso chi aveva contratto l’aids e anche verso chi faceva parte delle cosiddette “categorie a rischio”. Con il passare degli anni, oltre a comprendere che l’Aids è una malattia trasversale che può colpire tutti, la scienza ha fatto passi da gigante in termini di cura e trattamento, grazie ai farmaci e alle terapie antiretrovirali ed in particolare alle diagnosi precoci”. “La Federazione - continua Squillaci -, ha diversi servizi, tramite i quali si prende cura dei malati di Aids, offrendo un supporto non solo farmacologico ma anche psicologico, rieducativo e motivazionale per la tutela della dignità e della centralità della persona. Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio dei Centri Fict nel 2022, su 9 strutture circa il 42% degli ospiti ha contratto il virus per trasmissione sessuale, il 36% per via endovenosa, tramite lo scambio di siringhe e circa il 4% per trasmissione verticale, da mamma a figlio”. Conclude il presidente Fict: “Molto è stato fatto finora, ma c’è ancora tanto da fare: diagnosi precoci, promozione del test, aiutare persone a seguire i trattamenti terapeutici, la prevenzione tra i giovani, l’informazione efficace anche nelle scuole al fine di educare i giovani ad una vita affettiva sana e soprattutto consapevole”

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)