Il panettiere di Caltanissetta che dona una cena dignitosa a chi non può permettersela

Il panificio lascia davanti al negozio porzioni incartate di pane, pizza e focacce per chi non ha neanche il necessario per mangiare

Il panettiere di Caltanissetta che dona una cena dignitosa a chi non può permettersela

Per fare del buon pane servono farina, lievito, un po’ d’acqua e un pizzico di sale. Ma per fare del pane veramente speciale, c’è ancora un ingrediente, che va dosato con generosità e impastato a lungo, finché – come l’impasto – prima ti si appiccica alle mani e poi, a forza di lavorarlo con pazienza, a un certo punto si stacca dalle dita e prende la sua forma. Questo ingrediente è la dignità. Un ingrediente che Fedele Termine impasta tutte le notti insieme al suo pane. In tanti, a Caltanissetta, lo hanno potuto gustare.

Grazie, al passaparola, la storia di Fedele Termine e del suo panificio “Il Pane”, in via Fra’ Giarratana, è arrivata in queste settimane anche sulle pagine di Facebook.

Di giorno, il panettiere 45enne originario di Ribera, vende le prelibatezze del suo panificio dietro al bancone del negozio. La sera, quando scende la notte, prende il pane, la pizza e le focacce che non sono andate vendute durante la giornata, divide tutto in porzioni, le incarta con cura e le sistema ordinatamente sulla panchina che c’è davanti al suo negozio. Insieme ai prodotti da forno, non fa mancare anche acqua, olio, latticini e salumi, uova, carne e frutta. Spesso lascia anche qualche caramella per i più piccoli. Tutto il necessario per donare una cena dignitosa a chi non può permettersela. E nella zona di Caltanissetta, sono davvero in tanti. Come riporta “lauroranews.it”, il web magazine della diocesi di Caltanissetta, il rapporto annuale della Caritas nissena parla di 1.200 famiglie al di sotto della soglia di povertà. Ossia almeno 4-5mila persone che non hanno cibo a sufficienza, senza una casa dignitosa, senza la sicurezza di poter pagare le utenze fondamentali, senza libri per i figli, senza lavoro. E senza più dignità.

Una di queste famiglie, Fedele Termine l’ha “incontrata” all’inizio di quest’anno. “La mamma di una bambina ammalata – ha raccontato – mi ha chiesto di portarle del pane rimasto al negozio, perché non poteva permettersi di darle da mangiare. Non ci ho pensato su un attimo e sono corso da lei”. Da allora dona il suo pane tutti i giorni. Questa è diventata la sua missione. E la panchina davanti al suo negozio è diventata il “secondo bancone” del panificio. Tutte le sere, prima di tirare giù la serranda e tornare a casa, sistema cibo e bevande sulla panchina e poi attacca sul muro un foglio, scritto a mano, con l’augurio di una “buona cena”. Lo fa con discrezione, senza tanto clamore. Perché la generosità non ha bisogno di pubblicità. Lo fa con un sogno nel cuore: che altri colleghi panificatori facciano come lui.

Su quella panchina, suddiviso in porzioni, avvolto nella carta o infilato in sacchetti, Fedele Termine offre ogni giorno il suo pane speciale. Quello che dona al corpo energia e all’anima dignità.

Irene Argentiero

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Fonte: Sir