L’inclusione lavorativa? Si fa con stile, a due passi dal Duomo

Milano, via Indipendenza. Da poco più di un anno in un negozio su tre piani con un arredamento elegante in bianco e nero lavorano dieci giovani, di cui otto con disabilità. Ecco For&from, gestito dall’associazione Cometa di Como

L’inclusione lavorativa? Si fa con stile, a due passi dal Duomo

 "C’è da imparare da negozi come questo, bella sorpresa": è una delle numerose recensioni su Google che elogiano lo store For&from di Como. Il cliente, Andrea Ch., è entrato perché ha visto scarpe e borse di marca a buon prezzo, ma la sorpresa di cui parla è per le commesse e i commessi che si è trovato di fronte. Da poco più di un anno, in via Indipendenza (a pochi passi dal Duomo di Milano), in questo negozio su tre piani, con un arredamento elegante in bianco e nero, ci lavorano infatti dieci giovani, di cui otto con disabilità. "La stragrande maggioranza dei clienti entra per la vetrina e gli sconti, solo dopo un bel po’ si rende conto che è un negozio che ha un’anima in più", racconta Alessandro Figini, direttore dello store. For&from è un’iniziativa sociale di Inditex – gruppo spagnolo che controlla diversi marchi della moda (da Zara a Massimo Dutti fino a Bershka, per citarne solo alcuni) –: il suo obiettivo è l’integrazione lavorativa di persone con disabilità. In Spagna i negozi For&from sono 15 (con circa 200 dipendenti disabili) e quello di Como è il primo in Italia: offrono a prezzi ridotti una selezione di calzature e accessori di stagioni precedenti di tutti i marchi Inditex. E sono sempre gestiti da enti o realtà non profit, che si occupano di inserimento lavorativo di persone con disabilità.

A Como la gestione del punto vendita è affidata all’organizzazione senza scopo di lucro Cometa, nata nel 1986 per iniziativa di due famiglie che accoglievano in affidamento bambini e ragazzi in difficoltà e che ora è diventata una grande realtà solidale, con diversi progetti sempre a favore di minori e di giovani. "Il nostro obiettivo è quello di dare a questi ragazzi con fragilità un lavoro inserito in un contesto in cui possano sviluppare nuove relazioni di vita", spiega Alessandro Mele, direttore di Cometa. "Nel 2015 abbiamo aperto il bar Anagramma a Cernobbio, in cui lavorano ragazzi con sindrome di Down. Un’esperienza positiva che ci dà tante soddisfazioni e che ci ha convinto ad accettare la proposta di Inditex di prendere in gestione un negozio For&from". Già dal 2003 l’associazione Cometa ha avviato corsi di formazione professionale per adolescenti che hanno abbandonato la scuola. Nel 2008 è nata poi la cooperativa sociale Contrada degli Artigiani, con maestri artigiani che trasmettono il know-how ai giovani, formandoli e avviandoli al lavoro nel campo dell’arredo su misura e della decorazione d’interni, con prodotti destinati al mercato nazionale e internazionale. Insomma, per Cometa la formazione e il lavoro sono una delle strade principali per dare un futuro ai ragazzi in difficoltà.

Con il negozio nel cuore di Como si è aperta una nuova pagina della storia di Cometa. "Non avevamo mai lavorato in questo settore", sottolinea Figini. "Ma Inditex ci ha aiutato molto". Personale arrivato dalla Spagna ha curato la formazione dei giovani commessi comaschi e per diversi mesi li ha aiutati nella gestione dello store. Ora il For&from italiano cammina da solo, anche se i legami con la Spagna rimangono forti. "Per questi ragazzi non è solo un lavoro, ma è anche l’occasione per avere una vita sociale. Covid-19 permettendo, ci ritroviamo per uscire insieme, per andare a mangiare una pizza. Sono giovani ventenni, con tanta voglia di vivere, anche se prima di questa esperienza trascorrevano la maggior parte del loro tempo in casa".

La pandemia, come è facile immaginare, ha pesato molto sia sull’attività che sulla vita dei giovani commessi. "Durante il primo lockdown abbiamo mantenuto i contatti telefonandoci ogni giorno. Nelle settimane di chiusura di novembre, invece, abbiamo fatto formazione: dalla gestione del magazzino ai rapporti con il cliente. È stato anche un modo per continuare a vederci e mantenere vive le relazioni tra di noi, che sono il vero scopo del progetto". Certo non tutto fila sempre liscio, come del resto avviene in qualsiasi posto di lavoro. "Il punto di partenza di tutto sono i ragazzi. Ed è a partire da loro e dalle loro esigenze che viene progettato il lavoro, non il contrario", aggiunge Figini.

Il negozio è (ovviamente) completamente accessibile: le etichette hanno anche la scritta in Braille, di forme e colori diversi per ciascun numero di scarpa (così da essere più facilmente riconoscibili), i tavoli e i ripiani sono stondati e i percorsi sono larghi, fruibili anche in carrozzina. "Fin dal primo giorno di apertura (il 17 ottobre 2019, ndr) c’è stata un’accoglienza molto positiva da parte della clientela", ricorda il direttore dello store. "La promessa che ci eravamo fatti era di creare un posto bello e accogliente, in cui il cliente venisse non per carità ma perché apprezza merce e professionalità di chi ci lavora. Siamo in una delle principali vie commerciali di Como e quindi abbiamo clienti occasionali, di passaggio, ma anche una clientela affezionata per la quale il nostro progetto è un valore aggiunto alla qualità della merce che vendiamo". Provare per credere.

(L’articolo è tratto dal numero di gennaio di SuperAbile INAIL, il mensile dell’Inail sui temi della disabilità)

Dario Paladini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)