"L’ultima patria". La bellezza Jole che si confonde con le montagne

"L’ultima patria". Di recente uscita il secondo romanzo di Matteo Righetto, western nostrano ambientato tra Altopiano e val Brenta

"L’ultima patria". La bellezza Jole che si confonde con le montagne

«Era sempre più bella, la Jole, coi capelli che le scendevano lungo la schiena, chiari come il fieno raccolto nei prati, e la pelle brunita dal sole dell’ultima estate. Solo a guardarla negli occhi sembrava che il futuro fosse dalla sua parte e con lei avesse stipulato un patto eterno, come quello tra il tempo e la bellezza dei boschi e delle montagne circostanti, aspri e insieme sublimi».

Sono trascorse due estati da quando la ragazza, dopo aver oltrepassato la frontiera, è tornata a casa a Nevada, sulle aspre montagne dell’Altopiano di Asiago che si affacciano sul canale del Brenta, insieme ad Augusto che il tempo aveva ormai dato per morto. 

Matteo Righetto riparte da qui con L’ultima patria (Mondadori), sequel dell’Anima della frontiera che ci ha introdotto per la prima volta dentro all’epopea dei De Boer, miseri coltivatori del pregiato tabacco, tanto amato dagli austriaci disposti a pagarlo a peso d’oro. I due romanzi vanno a comporre la “Trilogia della patria” voluta dallo scrittore, nato a Padova dove insegna lettere.

Si ritrovano, dunque, le atmosfere western – poche parole, tanta natura e silenzi – in cui si muove la giovane eroina, tirata su dal padre a fatica e dignità, per plasmarne la determinazione e i valori umani.

Il padovano Righetto si conferma in grado di tenere alta la tensione narrativa, incollando, ancora una volta, il lettore alle pagine, stuzzicando l’urticante curiosità di seguire le vicende di Jole lungo l’Alta via del tabacco, tracciata dai contrabbandieri tra la metà del Seicento e gli inizi del Novecento, tra sentieri sconosciuti, boschi e strapiombi, città e paesi della nostra geografia locale lungo il canale del Brenta.

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