"L'umanità integrata" è il traguardo
Il femminismo alla luce dello spirito. Il Coordinamento teologhe italiane propone una nuova edizione
Il titolo inglese, quando uscì nel 1912, era Sex and Sanctity. Ma nella traduzione italiana, del 1918, fu la stessa autrice, Lucy Re Bartlett (nella foto), a modificarlo per «aprire subito fra i miei lettori italiani una discussione non inutile» suscitando la voglia di domandarsi che cos’è il femminismo. A cent’anni dall’uscita in Italia di questo saggio di spiritualità ecumenica e laica, il Coordinamento teologhe italiane promuove una nuova edizione de Il femminismo nella luce dello spirito (Nerbini, pp 168, euro 16,00) curato dalla padovana studiosa dei movimenti femminili d’età contemporanea Liviana Gazzetta.
Lucy Bartlett nasce il 18 ottobre 1876 a Edimburgo e studia a Cambridge. A 19 anni mette a disposizione una casa per donne che volevano uscire dalla prostituzione; nel 1905 viene in Italia rappresentante della lega Howard per la riforma carceraria e fonda a Roma il primo Patronato italiano per la protezione dei minorenni condannati condizionalmente. Sposa un giovane avvocato, Emilio Re, che l’affianca in molte iniziative. Muore di meningite a Venezia il 19 aprile 1922.
Il femminismo per Bartlett «altro non è che un dar nuova forza a una delle ali della sempre rinascente fenice che è la nostra umanità, perché corra, con pari remaggio, le strade del sole». Il traguardo è “l’umanità integrata”, il pieno sviluppo della personalità umana in tutte le sue componenti; integrità vista «come coordinamento di tutti gli elementi dell’essere individuale e come rapporto tra questo essere e la società» basato sulla vita dello spirito. Nessun progresso umano può prescindere dalla spiritualità, cioè dallo sviluppo del principio d’amore nel cuore umano, terreno sul quale «credente e non credente, idealista e materialista possono incontrarsi».