Le cooperative puntano sulla ripartenza. “Pil in crescita, ma le diseguaglianze aumentano”

Assemblea nazionale di Confcooperative. Una cooperativa su due non trova personale. In povertà assoluta 1,9 milioni di famiglie: il 12% degli italiani rinuncia alle cure sanitarie

Le cooperative puntano sulla ripartenza. “Pil in crescita, ma le diseguaglianze aumentano”

“Abbiamo cura del Paese” è il titolo dell’assemblea di Confcooperative. Perché? “Lavoro e inclusione sociale sono il filo conduttore dell’azione delle cooperative che creano lavoro in Italia dove pagano le tasse, distribuiscono ricchezza e non delocalizzano – afferma Confocooperative -. Rispondono ai bisogni delle comunità. Realizzano il 25% dell’agroalimentare Made in Italy. Rappresentano il 30% della distribuzione al consumo e al dettaglio, il 19,6% degli sportelli bancari e portano servizi di welfare a 7 milioni di italiani. Le cooperative sono protagoniste dello sviluppo del Paese e sono l’ossatura di quella parte di economia sociale che si fa carico di aiutare l’Italia a crescere in modo sostenibile. La cura del Paese è per noi quel ‘Mi importa, ho a cuore’ di Don Milani. È lo stesso impegno a cui ci richiama Papa Francesco. L’azione di Confcooperative nel solco della dottrina sociale”.

Inflazione , la febbre che contagia l’economia. Secondo Confcooperative, l’inflazione ha portato indietro le lancette della storia agli anni ‘70 – ‘80. “Avevamo perso confidenza con gli effetti dell’inflazione. Una buona parte della popolazione non ha memoria di una crescita dei prezzi a due cifre come è accaduto fra il 1973 e il 1984. Il 2022 ha invece costretto famiglie e imprese a misurarsi con una maggiore volatilità dei prezzi. Deprimendone il potere di acquisto e accentuando le differenze. Cresce il Pil, ma non il Bes. Con un inevitabile squilibrio nella distribuzione della ricchezza. Anche le imprese soffrono le più onerose condizioni di accesso al credito: i tassi di interesse alti mettono a rischio 1 cooperativa su 10”.

Cooperative pilastro dell’economia. La cooperazione rappresenta l’8% del PIL e Confcooperative con i suoi numeri per occupati e fatturato vale poco meno del 4% del Pil. La cooperazione conta su una base imprenditoriale di oltre 75 mila cooperative che fatturano 161 miliardi di euro. Agisce, inoltre, da forte fattore di inclusione e partecipazione, attraverso 1,3 milioni di lavoratori e il coinvolgimento di 13,5 milioni di soci. Nelle cooperative aderenti a Confcooperative le donne occupate sono il 61%, mentre è al 26,6% la governance rosa nelle coop, in entrambi i casi parliamo di un +10% rispetto a quanto accade nelle altre forme di impresa.

Il lavoro c’è, mancano i lavoratori: 1 cooperativa su 2 non trova personale

“Il mismatch mina la competitività delle imprese, costa 1,2% di Pil e 21 miliardi di euro (Stima Censis). Riguarda le imprese, grandi piccole e micro: 1 nostra cooperativa su 2 non trova le figure di cui necessita. Le nostre imprese occupano 540.000 persone, ne potrebbero assumere altre 30.000, ma non trovano professionalità, dal socio sanitario all’area tecnico scientifica, dall’agroalimentare al trasporto e ai servizi turisti e culturali». (Fonte Centro Studi Confcooperative).

Cresce il Pil più delle aspettative, ma aumentano le diseguaglianze

Povertà lavorativa. “Abbiamo 3,8 milioni di lavoratori poveri che ricevono una retribuzione annuale uguale o inferiore ai 6.000 euro e oltre 3 milioni di lavoratori irregolari o in nero. Investiamo sulle imprese virtuose che generano lavoro dignitoso, riducendo, ulteriormente, il cuneo fiscale che pesa circa il 10% in più della media Ocse. Libererebbe nuove risorse per le imprese e lascerebbe più soldi in tasca ai lavoratori con un effetto positivo sui consumi interni depressi dall’inflazione” (fonte Censis su dati Istat/Eurostat).

Povertà famiglie. “Le famiglie in povertà assoluta sono 1,9 milioni, erano 800.000 nel 2005: parliamo di 5,6 milioni di persone. La povertà relativa riguarda invece 2,9 milioni di famiglie e 8,8 milioni di persone”. (fonte Censis su dati Istat/Eurostat)

Povertà educativa. “500.000 giovani, più di 11 giovani su 100, nella fascia 18-24 anni, abbandonano i percorsi di formazione senza aver conseguito un titolo di studio”. (fonte Censis su dati Istat/Eurostat)

Povertà sanitaria. “Drammatica la situazione del 12% di italiani che nel 2022 hanno scelto di non curarsi per mancanza di disponibilità economica pur avendone bisogno per risorse economiche scarse”. (fonte Censis su dati ISTAT/Eurostat/Ministero Salute)

Povertà abitativa. “Circa 3 milioni di famiglie vivono nel sovraffollamento e lo indicano come il principale fattore di tensione e di criticità per la propria condizione personale. Il fenomeno riguarda 1,8 milioni di famiglie che vivono in affitto, il 35,6% del totale e 1 milione di famiglie proprietarie, circa il 15,2% del totale”. (Censis/Istat/Eurostat).

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)