Per far sorridere il cielo. Marco Rodari è "Il Pimpa" e porta sorrisi ai bambini in zone di guerra

“Clown di guerra”: una vocazione nata “sul campo”, per aiutare i bambini ad andarsene via per un attimo dall’inferno che stanno vivendo

Per far sorridere il cielo. Marco Rodari è "Il Pimpa" e porta sorrisi ai bambini in zone di guerra

Pantaloni con le toppe, una maglietta dai colori vivaci, il cappellino con in cima un’elica e il classico naso rosso dei pagliacci. Per far scoppiare risate là dove cadono le bombe.

“Il Pimpa”, al secolo Marco Rodari, ha 48 anni e vive a Loggiano, in provincia di Varese, a pochi chilometri di distanza dal confine svizzero. Da quindici anni porta colori e sorrisi ai bambini che vivono in zone di guerra.

Questa è una storia che nasce nel volontariato in oratorio, nei pomeriggi trascorsi a fare l’animatore tra bambini e ragazzi. Un’attività che prosegue anche durante gli studi all’università. Ed è proprio in quegli anni che Marco inizia a indossare il naso rosso nelle corsie degli ospedali, trasformandosi nel Pimpa. Con travolgente simpatia prende per mano i pazienti più piccoli e li fa volare sulle ali della fantasia, regalando loro preziosi minuti di stupore, meraviglia e serenità.

Un’avventura, questa, che non si ferma alle corsie dei reparti di pediatria. E così il Pimpa prende la sua valigia marrone, che custodisce il segreto delle magie che prendono vita nel suo mondo colorato, e si mette in viaggio come volontario dall’Europa dell’Est all’Africa, nelle zone più povere del mondo. Nel 2009 arriva la svolta. Padre Jorge Hernandez, parroco argentino a Gaza, lo invita a fermarsi qualche mese. Ed è in quel momento che il Pimpa indossa un giubbotto antiproiettile e diventa “clown di guerra”. Una vocazione nata “sul campo”, per aiutare i bambini ad andarsene via per un attimo dall’inferno che stanno vivendo. Non una semplice fuga, ma il primo mattone su cui costruire sentieri e strade di pace. “Senza la meraviglia – spiega – non si può pensare la pace: solo recuperando lo stupore, i bambini possono pensare a qualcosa di diverso. A un mondo senza la guerra”. Perché “dare un sorriso a un bambino, significa regalare speranza a un adulto”.

Dopo Gaza il Pimpa fa tappa in altri teatri di guerra: Iraq, Siria, Israele e Palestina e, da febbraio 2022, l’Ucraina.

Nel marzo 2015 Marco Rodari, il “papà” del Pimpa, fonda l’associazione “Per far sorridere il cielo”, che sostiene i progetti nelle zone di guerra, “per prendersi cura di bambini che hanno subito traumi fisici e psichici, in conseguenza di una guerra vissuta o che stanno ancora vivendo”. Tante le attività che vengono raccontate sul sito dell’associazione, presente oggi con i suoi progetti in Siria, Iraq, Cisgiordania, Gaza, Israele, Palestina, Ucraina, Egitto ed Italia.

“Un bimbo a cui regali meraviglia – scrive Rodari – sarà portatore sano di pace”.

Nelle zone di guerra l’associazione non porta solo cibo, medicinali e vestiti. “Quando consegnavamo beni di prima necessità, una delle richieste che più ci perveniva da parte dei bambini e dalle loro mamme era quello di avere un libro da leggere, perché mentre si legge si può ‘fuggire’ dalla guerra almeno con la fantasia. E questo è importantissimo per spezzare l’isolamento e la paura”. Così è nato il progetto “Un libro per ‘fuggire’ dalla guerra”, destinato ai bambini dell’Ucraina. Libri protagonisti anche a Izjum, piccola cittadina della regione di Kharkiv al confine col Donbass, a circa 100 km da Backmut, dove l’associazione intende restaurare la biblioteca, gravemente danneggiata dai bombardamenti durante il conflitto russo-ucraino. Ma non solo. Perché oltre a risistemare l’intera biblioteca, l’idea è quella di riservare al suo interno un’area di 350 metri quadri dove creare una “Meraviglioteca”, uno spazio polivalente dove organizzare spettacoli e laboratori per aiutare i più piccoli a riscoprire la meraviglia. Perché “far tornare un bimbo o una bimba a meravigliarsi attraverso la lettura di un libro o un piccolo gioco di magia fa sì che si riaccenda in loro la fantasia e la creatività”.

Sono diverse le associazioni legate alle Chiese cristiane che hanno contattato in questi anni il Pimpa per chiedere il suo intervento. E lui dove arriva organizza giochi nelle piazze, così come incontri nelle case. Con un obiettivo: quello di creare reti che rimangano dopo la sua partenza. A Gaza è attivo un gruppo di clown che operano sul territorio con la speranza che questo progetto possa proseguire anche dopo la fine della guerra.

È il 13 gennaio quando il clown Aloosh, che fa parte della rete tessuta in questi anni dal Pimpa a Gaza, affida a Fb un messaggio intriso di sconforto e disperazione. “99 giorni e ancora dolore e distruzione nella Striscia di Gaza, e non sappiamo quando questo dolore finirà e quando prevarrà la pace per il mio popolo, la mia famiglia e i bambini di Gaza – scrive –. Non so quando tornerò a disegnare un sorriso sui volti dei bambini dopo la distruzione delle loro case e il martirio delle loro famiglie, ma io dico che gioiremo malgrado le ferite”.

Una dopo l’altra, passano lunghissime giornate scolpite dalle bombe, caratterizzate dal colore delle macerie di case e vite e dall’odore pungente della paura. Finché ecco che ricompare la Meraviglia a ribaltare la cifra del presente, così come le cifre del calendario.

È il 31 gennaio quando su quella stessa pagina Fb tornano a spuntare i sorrisi. “La più bella news da Gaza”, scrive il clown Pimpa commentando la gioia di decine di volti di bambini e ragazzi stretti l’uno accanto all’altro in una foto di gruppo insieme al clown Aloosh, che si affida i suoi sentimenti ai versi della poetessa bulgare Blaga Nikolova Dimitrova (1922-2003): “Non dimenticare di gioire!/ Sussurro degli alberi saggi/ e con tagliare entrambe le ginocchia/ con un suono cadono nel buio/ Non dimenticare di gioire!/ Finché stai in piedi/ Fino a quando colpirai il vento?/ Finché non respiri l’altezza/ Finché l’oscurità non cala”.

“La Meraviglia nasce sopratutto nei giorni più difficili, perché ha fame di vivere”, ha scritto in queste ore il Pimpa su Fb. “Grazie all’aiuto di tutti, al coordinamento ed all’attuazione del progetto da parte del Ciss Ong e dallo straordinario lavoro di Gaza Circus School, 1800 tra bimbi e bimbe, in questi giorni, riescono a vivere attimi di Meraviglia in quel di Gaza. Grazie!”.

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Fonte: Sir