Pnrr e sanità, “senza investire in personale le strutture sono scatole vuote”

Le sigle dell’intero sistema socio sanitario italiano hanno lanciato in modo unitario un grido di allarme e preoccupazione: il Piano di Ripresa e Resilienza è un’occasione perduta per la sanità italiana. “Gli investimenti previsti nella Missione Salute del Pnrr non sono accompagnati da alcuna programmazione di spesa e strategia complessiva, mancano finanziamenti per l’assunzione di nuovo personale e per la riorganizzazione del settore della prevenzione”

Pnrr e sanità, “senza investire in personale le strutture sono scatole vuote”

Le sigle dell’intero sistema socio sanitario italiano lanciano in modo unitario un grido di allarme e preoccupazione: il Piano di Ripresa e Resilienza è un’occasione perduta per la sanità italiana.
“Gli investimenti previsti nella Missione Salute del Pnrr – hanno denunciato nel corso di una conferenza stampa – non sono accompagnati da alcuna programmazione di spesa e strategia complessiva, mancano finanziamenti per l’assunzione di nuovo personale e per la riorganizzazione del settore della prevenzione. Se ci si limita a nuovi investimenti immobiliari le nuove strutture rischiano di rimanere scatole vuote”.

A rilevare la gravità della situazione sono stati i vertici di Acop (Associazione Coordinamento Ospedalità Privata), Agespi Lombardia (Associazione Gestori Servizi sociosanitari e cure Post Intensive), Anaste (Associazione Nazionale Strutture Territoriali e per la Terza età), Ansdipp (Associazione Nazionale dei Manager del Sociale e del Sociosanitario), Aris (Associazione Religiosa Istituti Socio Sanitari), Confapi Sanità (Confederazione Italiana della piccola e media Industria), Legacoopsociali Uneba (Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza Sociale).

Per le associazioni di operatori sanitari, “gli 8 miliardi del Pnrr – che sommati ad altre forme di finanziamento portano la Missione Salute ad avere a disposizione, nel quinquennio 2022-2026, oltre 23 miliardi – non sono destinati alla prima grande emergenza del mondo sanitario: nuovi medici, infermieri, personale tecnico-amministrativo. Senza personale qualificato, per il quale non è prevista alcuna azione, c’è il rischio di creare cattedrali nel deserto”. Inoltre – secondo i promotori della conferenza stampa, “non ci sono fondi per la riorganizzazione del settore della prevenzione, il più importante in termini di garanzia della salute dei cittadini sotto il profilo della diagnosi precoce delle patologie”.

“Negli ultimi dieci anni – afferma Michele Vietti, presidente Acop (Associazione Coordinamento Ospedalità Privata) - abbiamo assistito a tagli per 33 mila posti letto, l’annullamento del relativo personale ospedaliero e una riduzione di 37 miliardi di spesa in sanità”. “Per garantire a tutti i cittadini italiani, in tutte le Regioni, pari accesso a cure e prestazioni – conclude Vietti – lanciamo un appello al Governo e al Ministro della Salute affinché coinvolgano il settore privato con lo scopo di elaborare una strategia comune per attuare le riforme dei modelli di salute previsti e garantiti dalla Costituzione. Non possiamo perdere la grande occasione offerta dal Pnrr di ridisegnare la sanità del nostro Paese in chiave moderna, di prossimità e di attenzione verso chi necessita di cure”.

Nel suo intervento, il segretario nazionale Uneba, Alessandro Baccelli, ha ribadito che non è urgente la costruzione di nuove strutture, bensì avere una maggiore attenzione alle grosse difficoltà che si incontrano nella gestione attuale dovendo mantenere degli standard di qualità.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)