Ritorno a scuola, a Roma nuovi bus, ciclabili ma anche “studenti a piedi”

Enrico Stefàno, presidente della commissione capitolina Mobilità, spiega come la città affronterà la difficile prova della riapertura delle scuole. 328 autobus in più, ma anche nuove ciclabili transitorie, perché “la mobilità sostenibile sia un'alternativa valida per tanti”

Ritorno a scuola, a Roma nuovi bus, ciclabili ma anche “studenti a piedi”

In autobus, in bici, ma anche semplicemente a piedi: così gli studenti romani andranno a scuola, a partire dalle prossime settimane, in questo anno che, tra mille dubbi e preoccupazioni, sta per iniziare. “I ragazzi, sopratutto quelli delle superiori, non dovrebbero escludere l'ipotesi di andare a scuola a piedi– suggerisce Enrico Stefàno, presidente della commissione capitolina Mobilità – Se la distanza non supera i due chilometri, impiegheranno al massimo 20 minuti”.

Una soluzione semplice, almeno apparentemente, che però naturalmente non può essere l'unica prevista, nel momento in cui la riapertura delle scuole nella capitale rimettere in movimento migliaia di studenti e di famiglie, rischiando di paralizzare il traffico cittadino. Con buona pace dell'ambiente – e dell'autonomia - se il problema sarà risolto con le auto dei genitori. O della sicurezza, se invece la paura del contagio farà aumentare il numero dei motorini, già dai 14 anni. Come fare, allora, per fare in modo che andare a scuola non diventi un'odissea? Se è vero che una passeggiata non può fare che bene, vero che, tra zaini pesanti e ragazzi “puntualmente in ritardo” (specialmente dopo sei mesi di tempi lunghi), p facile prevedere che solo pochi sceglieranno questa opzione. “Sicuramente dobbiamo evitare anche aumenti il ricorso all'automobile – conferma Stefàno – Per questo stiamo mettendo in campo tutte le alternative possibili. Primo, il trasporto scolastico, un servizio dedicato ai più piccoli: abbiamo incrementato il numero dei mezzi, laddove necessario. Secondo, il trasporto pubblico, normalmente utilizzato dagli studenti più grandi: a renderlo più efficiente e regolare, ci aiuteranno i 328 autobus nuovi che abbiamo acquistato e che stanno arrivando nei depositi in questi giorni. Atac esce ogni mattina con 1.500 mezzi: raddoppiarli in pochi mesi sarebbe impossibile, ma piano incrementeremo il numero dei veicoli”.

C'è poi il tema della mobilità cosiddetta agile, o sostenile, più attuale che mai, con un bonus per bici e monopattini elettrici prossimamente in arrivo (e in ritardo): “E' questa una mobilità che ci interessa particolarmente – spiega Stefàno – a prescindere dal Covid, come visione di città”. E nello sviluppo di questa idea, un ruolo chiave lo gioca la sicurezza, specialmente quando si parla di giovani che vanno a scuola. La realizzazione di piste ciclabili “transitorie” però, se inizialmente è partito con grande efficacia, sembra ora avere una battuta d'arresto. E' solo un'impressione? “La spinta iniziale si è un po' persa, è vero, anche per problemi con i diversi cantieri: quello della Prenestina, per esempio, è stato fermo per mesi, per problemi con la ditta vincitrice dell'appalto, alla quale abbiamo dovuto risolvere il contratto. Ora però abbiamo affidato il lavoro alla ditta successiva e i lavori sono ripresi proprio in questi giorni. Stiamo ripartendo e continueremo a lavorare, nei prossimi mesi, per assicurare a chi volesse spostarci in bicicletta di muoversi su percorsi protetti. La prossima ciclabile transitoria è quella di via Gregorio VII, poi partirà presto quella su Via Nazionale e piano piano collegheremo tutte queste anche alla stazione Termini e al centro di Roma, fino a realizzare il grande progetto del Grab. L'obiettivo è che la bicicletta rappresenti un'alternativa valida e sicura per raggiungere il lavoro e – perché no? - anche la scuola”.cemente a piedi: così gli studenti romani andranno a scuola, a partire dalle prossime settimane, in questo anno che, tra mille dubbi e preoccupazioni, sta per iniziare. “I ragazzi, sopratutto quelli delle superiori, non dovrebbero escludere l'ipotesi di andare a scuola a piedi– suggerisce Enrico Stefàno, presidente della commissione capitolina Mobilità – Se la distanza non supera i due chilometri, impiegheranno al massimo 20 minuti”.

Una soluzione semplice, almeno apparentemente, che però naturalmente non può essere l'unica prevista, nel momento in cui la riapertura delle scuole nella capitale rimettere in movimento migliaia di studenti e di famiglie, rischiando di paralizzare il traffico cittadino. Con buona pace dell'ambiente – e dell'autonomia - se il problema sarà risolto con le auto dei genitori. O della sicurezza, se invece la paura del contagio farà aumentare il numero dei motorini, già dai 14 anni. Come fare, allora, per fare in modo che andare a scuola non diventi un'odissea? Se è vero che una passeggiata non può fare che bene, vero che, tra zaini pesanti e ragazzi “puntualmente in ritardo” (specialmente dopo sei mesi di tempi lunghi), p facile prevedere che solo pochi sceglieranno questa opzione. “Sicuramente dobbiamo evitare anche aumenti il ricorso all'automobile – conferma Stefàno – Per questo stiamo mettendo in campo tutte le alternative possibili. Primo, il trasporto scolastico, un servizio dedicato ai più piccoli: abbiamo incrementato il numero dei mezzi, laddove necessario. Secondo, il trasporto pubblico, normalmente utilizzato dagli studenti più grandi: a renderlo più efficiente e regolare, ci aiuteranno i 328 autobus nuovi che abbiamo acquistato e che stanno arrivando nei depositi in questi giorni. Atac esce ogni mattina con 1.500 mezzi: raddoppiarli in pochi mesi sarebbe impossibile, ma piano incrementeremo il numero dei veicoli”.

C'è poi il tema della mobilità cosiddetta agile, o sostenile, più attuale che mai, con un bonus per bici e monopattini elettrici prossimamente in arrivo (e in ritardo): “E' questa una mobilità che ci interessa particolarmente – spiega Stefàno – a prescindere dal Covid, come visione di città”. E nello sviluppo di questa idea, un ruolo chiave lo gioca la sicurezza, specialmente quando si parla di giovani che vanno a scuola. La realizzazione di piste ciclabili “transitorie” però, se inizialmente è partito con grande efficacia, sembra ora avere una battuta d'arresto. E' solo un'impressione? “La spinta iniziale si è un po' persa, è vero, anche per problemi con i diversi cantieri: quello della Prenestina, per esempio, è stato fermo per mesi, per problemi con la ditta vincitrice dell'appalto, alla quale abbiamo dovuto risolvere il contratto. Ora però abbiamo affidato il lavoro alla ditta successiva e i lavori sono ripresi proprio in questi giorni. Stiamo ripartendo e continueremo a lavorare, nei prossimi mesi, per assicurare a chi volesse spostarci in bicicletta di muoversi su percorsi protetti. La prossima ciclabile transitoria è quella di via Gregorio VII, poi partirà presto quella su Via Nazionale e piano piano collegheremo tutte queste anche alla stazione Termini e al centro di Roma, fino a realizzare il grande progetto del Grab. L'obiettivo è che la bicicletta rappresenti un'alternativa valida e sicura per raggiungere il lavoro e – perché no? - anche la scuola”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)