Salute, Iss: il 75% degli adulti si sente “bene” o “molto bene”

L’istituto pubblica i dati aggiornati al 2021-2022. I più soddisfatti della propria salute sono i giovani: il 90% dei 18-34enni riferisce di star bene. L’87% degli anziani assume 4 tipologie diverse di farmaci 

Salute, Iss: il 75% degli adulti si sente “bene” o “molto bene”

La gran parte della popolazione adulta italiana (75 persone su 100) giudica il proprio stato di salute positivo dichiarando di sentirsi bene o molto bene. Lo affermano i risultati delle sorveglianze PASSI e PASSI d’Argento (PdA) aggiornati al 2021-2022. Una piccola percentuale (meno del 3%) riferisce di sentirsi male o molto male; la restante parte degli intervistati dichiara di sentirsi “discretamente”. Per quanto riguarda gli ultra 65enni, il 91% della popolazione anziana giudica complessivamente positivo il proprio stato di salute (“discreto” il 45%, “bene” o “molto bene” il 46%). Il restante 9% invece ne dà un giudizio negativo, riferendo che la propria salute “va male” o “molto male”.

I più soddisfatti della propria salute sono i giovani (il 90% dei 18-34enni riferisce di star bene; mentre questa quota scende a 62% fra i 50-69enni), gli uomini (78% vs 71% nelle donne), le persone con un livello socio-economico più elevato, per istruzione o condizioni economiche, i cittadini stranieri rispetto agli italiani e chi è libero da condizioni patologiche croniche fra quelle indagate da PASSI (81% vs 47% fra chi ha una diagnosi di patologia cronica). Il gradiente geografico è poco ampio e non significativo, ma al Nord la P.A. di Bolzano e nel Meridione la Puglia sono le Regioni e P.A. che si distinguono per la più alta prevalenza di persone soddisfatte del proprio stato di salute (oltre l’82%). Dal 2008 è aumentata, ovunque nel Paese e in modo statisticamente significativo, la quota di persone che si dichiarano in buona salute; nel biennio 2020-2021 si registra un aumento di quasi 5 punti percentuali rispetto al 2019, seguito da un lieve decremento nel 2022, che non raggiunge però i valori del periodo pre-pandemico.
Qualità della vita
Il numero medio di giorni vissuti in cattiva salute, sia fisica che psicologica, definiti comunemente unhealthy days può considerarsi un indicatore “quantitativo” che dà conto della gravità dei problemi di salute, nella sua accezione più ampia, e dunque della qualità di vita dell’intervistato.
Nel biennio 2021-2022 ogni intervistato dichiara di aver vissuto in media quasi 5 giorni in cattiva salute (unhealthy days) nel mese precedente l’intervista, 2 giorni in cattive condizioni di salute fisica per malattie e/o incidenti e 3 giorni vissuti in cattive condizioni di salute psicologica per problemi emotivi, ansia, depressione o stress. Poco più di un giorno al mese è stato vissuto con reali limitazioni nel normale svolgimento delle proprie attività, per motivi fisici e/o psicologici. Il profilo socio-demografico per questo aspetto della salute riflette ed è coerente con quanto emerge dai dati sulla salute percepita: dichiarano meno giorni vissuti in cattiva salute i più giovani (3,7 giorni fra i 18-34enni vs 5,4 fra i 50-69enni), gli uomini (3 vs 6 fra le donne), le persone socio-economicamente più abbienti, per risorse economiche o istruzione e le persone libere da cronicità (3,8 vs 7,8) e mediamente i residenti nel Meridione (3,9 vs 5,4 fra i residenti del Nord).
Ovunque nel Paese si osserva un trend in miglioramento, cioè di riduzione di giorni vissuti in cattiva salute fisica e/o psicologica (unhealthy days).

Dai dati 2021-2022 sulle cadute negli ultra 65enni, emerge che l’8% degli intervistati ha dichiarato di essere caduto nei 30 giorni precedenti l’intervista e, nel 13% dei casi, è stato necessario il ricovero ospedaliero di almeno un giorno. Le cadute avvengono per lo più all’interno della casa (64%) e meno frequentemente in strada (19%), in giardino (13%) o altrove (4%).  

Sull’uso dei farmaci negli anziani, risulta che l’87% degli intervistati riferisce di aver fatto uso di farmaci nella settimana precedente l’intervista e quasi la metà di loro (il 39% del campione totale) riferisce di averne assunti di almeno 4 diverse tipologie. L’uso di farmaci, e in particolare di 4 o più diversi medicinali, cresce con l’età (28% fra i 64-74enni, 45% fra i 74-84enni e 61% fra gli ultra 85enni. Per approfondire consulta le pagine dedicate all’uso dei farmaci per la sorveglianza PdA.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)