Servizio civile all’estero, “nessun divieto, solo informazioni per partenze responsabili”

Il sottosegretario al ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Manlio Di Stefano, ha risposto ieri in Commissione “Affari esteri” all’interrogazione parlamentare delle onorevoli Bonomo e Quartapelle (Pd) sul blocco delle partenze per circa 250 giovani in servizio civile universale. “La Farnesina fornisce un parere consultivo e un eventuale parere negativo non ha carattere vincolante”

Servizio civile all’estero, “nessun divieto, solo informazioni per partenze responsabili”

Il Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), l’on. Manlio Di Stefano, ha risposto il 23 settembre in Commissione “Affari esteri” della Camera all’interrogazione parlamentare, presentata lo scorso 9 settembre, sul blocco delle partenze per circa 250 giovani in servizio civile universale (SCU) all’estero.

Firmatarie dell’interrogazione l’on. Francesca Bonomo (PD), componente della commissione Attività Produttive di Montecitorio, e l’on. Lia Quartapelle, capogruppo PD proprio in Commissione Esteri, che insieme ad altri loro colleghi di partito chiedevano “le ragioni che hanno portato al blocco degli avvii dei giovani operatori volontari in alcuni Paesi esteri extra Schengen a causa della situazione sanitaria dovuta al Covid, considerando che tutti i volontari sono oggi vaccinati e che le condizioni sanitarie dei Paesi coinvolti appaiono attualmente migliori rispetto ai mesi scorsi”.

Il Sottosegretario Di Stefano ha risposto sottolineando come “la Farnesina fornisca un parere consultivo al Dipartimento per le politiche giovanili e il SCU”, nell’ambito di “Tavoli di confronto congiunti”, e che “un eventuale parere negativo non ha carattere vincolante e non corrisponde in alcun modo ad un divieto, bensì mira a fornire al Dipartimento – e, tramite questo, alle organizzazioni della società civile e agli operatori coinvolti – le informazioni necessarie, affinché progetti e partenze dei volontari possano svolgersi in maniera responsabile”.

Rispetto ai Paesi segnalati come “non sicuri”, l’on. Di Stefano ha ricordato come si sia tenuto conto “del contesto securitario, dell’emergenza sanitaria globale e delle conseguenti misure restrittive, anche in termini di mobilità all’interno dei paesi interessati”, tuttavia “la decisione di bloccare  o meno le partenze dei volontari per determinati Paesi rientra nella competenza esclusiva del Dipartimento per le Politiche giovanili e il SCU”. Attualmente dei 658 giovani in servizio civile selezionati per i progetti all’estero, 411 (oltre il 60%) “sono in avvio regolare – ha spiegato il Sottosegretario al MAECI -. Le partenze attualmente bloccate ammontano dunque a 247. Il Dipartimento ha comunicato che sta procedendo in questi giorni all’autorizzazione per 63 volontari e al ricollocamento per ulteriori 53 volontari. Rimarrebbero così confermati i blocchi solo per 131 operatori, per i quali il Dipartimento mantiene una costante interlocuzione con gli Enti, ai fini dell’individuazione di soluzioni alternative”. Infine per l’on. Di Stefano non ci sarebbero “motivi ostativi” per far inserire anche il SCU all’estero tra “le motivazioni per le quali gli spostamenti sono consentiti dall’Italia”, previo confronto degli Enti con il Ministero della Salute.

Alla luce delle risposte del MAECI le onorevoli Quartapelle e Bonono hanno replicato che auspicano “che il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il SCU si assuma maggiori responsabilità e valuti caso per caso se sia possibile revocare il blocco. Sarebbe altresì auspicabile che si socializzasse con gli enti e i rappresentanti dei volontari quali siano i punti di criticità, Paese per Paese, con specifico riferimento agli aspetti relativi alle condizioni di sicurezza”. “Infine - concludono le due deputate dem - per favorire la rimozione possibili di motivi ostativi, sarebbe opportuno che l’assicurazione sanitaria con rimpatrio assistito per il Covid-19, dal costo di 500 euro, fosse a carico del Dipartimento o in alternativa si potrebbe studiare una formula assicurativa convenzionata con la Farnesina o il ministero della Difesa, così da non gravare sulle scarse finanze degli enti e favorire gli spostamenti all’estero dei volontari”. (FSp)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)