Sfilata multietnica per la riapertura della sartoria sociale “Cucire” di Palermo

Il presidente Francis Sabum: “E' bello mettersi a servizio della città per fare crescere qualcosa di significativo per italiani e stranieri”

Sfilata multietnica per la riapertura della sartoria sociale “Cucire” di Palermo

Con una coloratissima sfilata multietnica di abiti e borse in stile africano e siciliano riapre, a pochi passi dal mercato storico di Ballarò, in via delle Pergole l'associazione "Cucire Palermo!", nata nel 2017. In questo modo Esther del Ghana e Francis del Camerun hanno voluto mostrare le loro nuove creazioni presentando anche il  progetto Pop-Up yOUR self! sostenuto da Intersos, Unhcr Italia (Agenzia Oun per i Rifugiati e PartecipAzione – In Azione per i rifugiati), Ciss (Cooperazione internazionale Sud a Sud) e Intersos.

A guidare la sartoria c'è Francis Sabum che, dopo essere stato presente durante il pranzo di papa Francesco nella missione Speranza e carità di Biagio Conte, ha avuto la possibilità di incontrare il Santo Padre in forma privata a Roma.

"Quando sono arrivato a Palermo - dice Sabum - presidente dell'associazione di 56 anni da 13 anni a Palermo e originario del Camerum - sono stato ospitato nella  Missione Speranza e Carità. Io ho studiato per diventare sarto e per me è una gioia avere potuto aprire nel 2008  una sartoria che realizza abiti artigianali su misura. Grazie al progetto Partecipazione le nostre produzioni artigianali possono essere proposte in negozi artigianali. E' bello mettersi a servizio della città per fare crescere qualcosa di significativo per italiani e stranieri. Questa attività vuole aiutare non solo gli immigrati, le persone rifugiate ma anche tutte le altre persone italiane che vogliono imparare a cucire. Il mio sogno è quello di dimostrare che attraverso l'attività può avvenire un arricchimento culturale reciproco. Apriamo il nostro laboratorio di sartoria a tutti coloro che vogliono imparare".

"Mi è sempre piaciuto cucire fin da quando avevo 13 anni - aggiunge Alima Dicku a Palermo da 5 anni e originaria del Burkina Faso sposata con un figlio di 13 anni che spera di fare arrivare a Palermo -. Oggi sono felice di partecipare a questo progetto per aiutare questa sartoria sociale. In particolare, mi occupo della formazione di coloro che vogliono imparare a realizzare abiti da donna e uomo e borse".  

"Il progetto mira, attraverso la professionalità e l'arte del cucito - spiega Margherita Maniscalco projet manager del Ciss - a favorire percorsi di inclusione socio-lavorativa per le persone rifugiate. Noi come Ciss abbiamo conosciuto la sartoria da qualche mese mentre stavano vivendo un momento molto delicato per la chiusura a causa della pandemia. Dalla collaborazione con loro è nato il progetto Pop-Up yOUR self! che rientra nel bando Partecipazione sostenuto da Unhcr ed Intersos. Per l'occasione sono stati realizzati dei workshop su moda e design e, a breve con uno psicologo porteremo avanti un laboratorio di photolangage come spazio di espressione per le donne rifugiate e italiane. L'idea è quella di creare un negozio Pop Up e cioè una realtà versatile dove esporre i prodotti  creativi realizzati dai vari laboratori artigianali". 

"Partecipazione è un programma di Intersos e Unhcr  - aggiunge Cosimo Verrusio, project manager del Programma Partecipazione di Intersos - che da 4 anni promuove la partecipazione attiva delle persone rifugiate nella vita economica italiana. Tutto questo viene fatto attraverso il finanziamento di progetti guidati da rifugiati e persone migranti. Insieme a Pop-Up yOUR self! abbiamo per quest'anno 7 progetti che sono oltre a Palermo anche in Puglia, a Campobello di Mazara in provincia di Trapani, Piemonte, Toscana e Lazio. Al programma finora aderisce una rete di 40 associazioni".   

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)