Stop al superbonus, il Terzo Settore: “Negativo passo indietro, il Governo ci ripensi!”

Il Consiglio dei ministri ha approvato un provvedimento che elimina i i benefici del Superbonus, un duro colpo anche per le attività non profit. Pallucchi (Forum): “Senza incentivi fiscali, la gran parte degli enti non sarà in grado di apportare alle strutture i miglioramenti fondamentali in ottica di sostenibilità ambientale e per il contenimento dei consumi energetici”. Uneba: “Il Governo mette in croce le Onlus”. Aibi: “Schiaffo inaspettato”

Stop al superbonus, il Terzo Settore: “Negativo passo indietro, il Governo ci ripensi!”

“Il nuovo provvedimento approvato in Consiglio dei Ministri, stando alle anticipazioni di queste ore, escluderebbe innumerevoli soggetti del Terzo settore dalla possibilità di godere, d’ora in avanti, dei benefici del Superbonus. Si tratterebbe di un duro e inaspettato colpo per tutte quelle realtà che svolgono attività sociali senza scopo di lucro, che necessitano di riqualificare ed efficientare dal punto di vista energetico gli spazi in cui operano”. Così Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore, interviene su una vicenda che ha sollevato le reazioni di molte realtà del Terzo settore. E di cui il Forum si fa portavoce.
“È infatti evidente che senza incentivi fiscali, giustamente mantenuti finora, la gran parte degli enti non sarà in grado di apportare alle strutture tutti quei miglioramenti fondamentali in ottica di sostenibilità ambientale e per il contenimento dei consumi energetici – continua Pallucchi -. Eliminare per il Terzo settore la possibilità di beneficiare del Superbonus vuol dire non riconoscere il valore del suo apporto alla comunità, in termini sociali ed economici, ed è quindi un negativo quanto non comprensibile passo indietro. Il Governo è ancora in tempo per ripensarci, ci auguriamo vivamente che lo faccia”.

Uneba: “Con lo schema di decreto legge sul superbonus il Governo mette in croce le onlus”

Anche Franco Massi, presidente nazionale di Uneba, la maggiore organizzazione di categoria del non profit sociosanitario (enti che assistono anziani non autosufficienti ed altre fragilità) prende posizione sul provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri martedì 26 marzo. La norma in vigore finora dava invece tempo fino al 31.12.25 per completare i lavori.

“Il decreto del Governo - spiega Massi -, se non cambierà, blocca sul nascere i progetti di tanti enti. Impedisce di realizzare lavori mirati a offrire spazi più accoglienti ad anziani non autosufficienti o persone con disabilità e di ridurre i consumi energetici”.
“Comprendiamo l’esigenza di limitare le spese – continua Massi -, ma perché devono essere gli enti non profit che assistono gli anziani non autosufficienti o le persone con disabilità a pagare il conto? Non è in un settore già in forte difficoltà, come il nostro che il Governo può tagliare ulteriori risorse”.

Volete portarci alla chiusura? “La Riforma del Terzo Settore – ricorda Massi- ha penalizzato le Onlus, il Pnrr ha trascurato l’assistenza residenziale agli anziani, la riforma della non autosufficienza si è fermata in mezzo al guado, e ora lo schiaffo alle Onlus sul superbonus: la politica sembra accanirsi contro le strutture che senza scopo di lucro, da decenni se non secoli, si prendono cura della fragilità. Dove vogliamo arrivare? A costringere gli enti a chiudere o a perdere posti di lavoro? A lasciare le famiglie di anziani e persone con disabilità, senza i servizi in grado di accogliere i loro cari specie nelle situazioni di maggiore fragilità?”

Oltre la metà dei posti letto di Rsa in Italia, attualmente, è gestito da enti non profit. “Chiediamo – conclude Massi - al Governo e al Parlamento un ripensamento. Lo schema di decreto legge può e deve cambiare. Nei prossimi giorni gli enti Uneba che operano con anziani e persone con disabilità contatteranno i parlamentari del proprio territorio per chiedere delle modifiche al testo nel corso dell’iter di conversione in legge”.

Aibi: “Uno schiaffo inaspettato”

“La notizia è arrivata improvvisa e inaspettata, come un vero e proprio ‘schiaffo’ nei confronti del Terzo Settore”. Ad affermarlo è l’Aibi, che ricorda anche come nello schema di decreto legge previsto dal Consiglio dei Ministri, il Governo ha deciso di eliminare qualsiasi possibilità residua di accedere ai bonus edilizi, impedendo il ricorso anche alla cessione del credito e allo sconto in fattura. Due eccezioni che, di fatto, erano rimaste aperte quasi unicamente per gli enti del Terzo Settore e per le zone colpite da terremoti. Una nicchia, rispetto all’enorme platea del Superbonus, ma che evidentemente, secondo il Governo, rischiava comunque di gravare troppo sui conti pubblici”.

Continua l’Aibi: “Il Governo ha eliminato anche la cosiddetta ‘remissione in bonis’, ovvero la possibilità di presentare la documentazione per richiedere il superbonus anche in ritardo, entro il 15 ottobre 2024, dietro il pagamento di una sanzione minima. Ora, il termine ultimo per chiunque voglia provare a presentare domanda per lavori effettuati nel corso 2023 è il 4 aprile. All’indomani di quella data, stando così le cose, non ci sarà possibilità alcuna di accedere ai bonus edilizi visti negli ultimi anni”.

Conclude Aibi: “Ancora manca il testo definitivo del decreto, che potrebbe riservare qualche modifica, soprattutto viste le tante critiche arrivate da diverse parti politiche, Forza Italia in testa, che chiedono di rivedere la norma in parlamento. L'auspicio è che ciò possa avvenire davvero perché, sembra strano doverlo ricordare, in questo caso non si tratta di ristrutturare e abbellire villette o condomini di lusso, ma di poter intervenire su immobili che spesso mostrano i segni dei tempi non per incuria, ma perché tante volte si è preferito soprassedere a spese ‘rimandabili’ per investire quante più risorse a favore dei beneficiari. Beneficiari che sarebbero anche i primi a poter usufruire dei risparmi che gli interventi di miglioramento energetico potrebbero garantire agli enti, favorendo, così, l'ulteriore implementazione delle attività”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)