Un mistero lungo 80 anni. Tre bambine scampate alla persecuzione nazista e un treno speciale

Finora non si era mai saputo il nome delle tre piccole protagoniste di quello scatto.

Un mistero lungo 80 anni. Tre bambine scampate alla persecuzione nazista e un treno speciale

“Posso prendere in braccio la tua bambola?”. Una cascata di riccioli biondi incornicia la curiosa dolcezza degli occhi di uno scricciolo seduto su una panca di legno, tanto piccolo da non arrivare a toccare coi piedi per terra.

Stazione londinese di Liverpool. Siamo nell’estate 1939. Da alcuni mesi nella capitale inglese arrivano treni carichi di bambini. Sono i piccoli del Kindertransport, l’iniziativa che, tra il 1938 e il 1940, permise a quasi 10mila minori ebrei non accompagnati di sfuggire alle persecuzioni naziste e a trovare rifugio e salvezza nel Regno Unito, presso famiglie affidatarie, ostelli e fattorie.

Una delle foto divenuta negli anni simbolo di questo programma di soccorso, finanziato all’indomani della notte dei cristalli da organizzazioni umanitarie e religiose, è proprio quella che ritrae tre bambine giunte da poco a Liverpool, sedute una accanto all’altra in attesa di conoscere quale sarebbe stata la loro destinazione.

Per 80 anni non si è mai saputo il nome delle tre piccole protagoniste di quello scatto, che ha fatto più volte il giro del mondo fino ad arrivare tra le pagine di “Never again”, il libro in cui lo storico Martin Gilbert racconta la storia dell’Olocausto. Ed è proprio lì che Inge Adamecz, con sua grande sorpresa, si riconosce. È proprio lei la piccola che chiede alla bambina dalle lunghe trecce nere di poter tenere in braccio la sua bambola. “È stata una grande sorpresa – racconta ai microfoni della Bbc, che alla vicenda ha dedicato ampio spazio anche sulla sua pagina Fb –. In molti mi hanno detto che assomiglio a Shirley Temple”. Nella foto accanto a Inge, che all’epoca aveva 5 anni, c’è la sorella maggiore Ruth, che di anni ne aveva 10. Inge oggi ha 89 anni e vive a Londra, mentre Ruth è morta nel 2015.

Nell’estate del 1939 fuggirono da Breslavia (all’epoca in Germania, oggi in Polonia). Inge e Ruth avevano anche una sorellina più piccola, Gretel, che venne deportata e uccisa con la loro madre ad Auschwitz.

Ma chi era la terza bambina, quella dalle lunghe trecce nere, con la bambola in braccio?

Si chiamava Hanna Cohn, aveva 10 anni ed era arrivata a Liverpool da Halle, in Germania, sullo stesso treno delle due sorelle Adamecz insieme al fratello gemello Hans (poi chiamato Gerald). La gamba dei pantaloni del ragazzino si riesce a scorgere sulla destra della lastra originale della foto.

Così com’è accaduto per Ruth e Inge, anche Hanna non ha mai ricordato di essere stata fotografata quel giorno in stazione. Ma ricordava il viaggio e la sua bambola, che aveva chiamato Evelyn. Hanna è morta nel 2018, ma ha raccontato la sua storia in un’intervista all’università di Londra. “Ricordo di aver attraversato l’Olanda e ricordo signore gentili che ci davano panini e limonata. Arrivammo alla stazione di Liverpool Street su questo treno da Harwich. Aveva sedili imbottiti, non di legno, ed io ero molto preoccupata che potessimo essere saliti per errore sulla prima classe. Ero preoccupata che stessimo andando a Liverpool Street, perché pensavo che stessimo andando a Londra e che Liverpool fosse da qualche altra parte”.

Hanna ha saputo dell’esistenza della foto quando suo fratello l’ha notata in una mostra allestita alla Camden Library di Londra in occasione del 50° anniversario del Kindertransport. È sempre stata curiosa delle altre due bambine, di cui non conobbe mai il nome, come raccontano oggi le sue figlie gemelle Debbie e Helen Singer alla Bbc. “Quando vedevamo la foto lei diceva sempre: mi chiedo chi siano le altre due bambine”.

La risposta a questa domanda arriva a gennaio di quest’anno, quando le gemelle Singer si imbattono in una serie audio della Bbc. “The Girls: A Holocaust Safe House” raccontava la storia dimenticata di un ostello del Nord-Est in cui Inge, il cui nome da sposata è Hamilton, e Ruth avevano trascorso parte della guerra.

“Era il 27 gennaio, Giorno della memoria, e una mia amica mi ha mandato un link alla notizia sul sito della Bbc – racconta oggi Helen –. Mi sono chiesta il perché mi stesse mandando questo link. Poi ho scrollato più in basso ed ho visto la foto con la mamma e i nomi delle altre due bambine, Ruth e Inge. L’emozione è stata grande. Ho mandato subito un messaggio a Debbie e le ho detto: ‘abbiamo trovato le bambine’”.

In aprile Inge ha finalmente incontrato le figlie di Hanna all’Imperial War Museum di Londra, dove la fotografia è stata esposta per più di vent’anni. È stata l’occasione per raccontarsi la storia delle loro famiglie e per sapere quello che è accaduto dopo quella foto. “Inge è una persona speciale – sottolinea Debbie alla Bbc –. Penso che la mamma sarebbe davvero orgogliosa di noi. Ha sempre parlato di quelle due bambine e il fatto che noi oggi le abbiamo ritrovate è sicuramente importante anche per lei”.

La fotografia delle tre bimbe è conservata presso l’Archivio Getty Images Hulton. Dai documenti si sa che a scattarla fu uno dei mille fotografi che lavoravano per la Topical Press Agency, che forniva immagini ad un’enorme industria di giornali. Sul registro giornaliero, il 5 luglio 1939 si legge “Three little children waiting at Liverpool Street Station” (tre bambine in attesa alla stazione di Liverpool Street), con a margine il nome del fotografo Stephenson. Non è dato saperlo con certezza, ma è possibile che si tratti dello scozzese John F. Stevenson (nei registri si ritrovano entrambi i nomi), che qualche anno più tardi divenne famoso per essere stato coautore della canzone “Dear Old Glasgow Toon”.

La fotografia venne pubblicata il 6 luglio 1939 sul quotidiano nazionale The News Chronicle e successivamente venne usata solo occasionalmente fino all’arrivo del digitale, quando è apparsa sempre più spesso su giornali e mostre.

Recentemente Debbie e Helen Singer hanno visitato l’Archivio Getty e in quell’occasione sono stati aggiornati gli archivi in modo che la didascalia che accompagna la foto indichi i nomi di tutte e tre le bambine. “Mi viene da piangere – confessa Debbie ai microfoni della Bbc – perché il nome di nostra madre e il luogo di provenienza sono ora legati a questa immagine, insieme a quelli di Inge e Ruth. Quelle tre bambine ora hanno un nome”. “Queste non erano solo ‘tre bambine’ – aggiunge Helen – erano persone che avevano nomi e vite importanti”.

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Fonte: Sir