Un nuovo anno di scoperte. I principali eventi scientifici attesi per il 2023

Quali saranno i principali temi scientifici di cui sentiremo parlare fino al prossimo Capodanno? Numerosi, ci auguriamo.

Un nuovo anno di scoperte. I principali eventi scientifici attesi per il 2023

Un nuovo anno appena iniziato è occasione, ancora una volta, per impegnarsi a realizzare le migliori speranze e aspirazioni che albergano nel nostro cuore. Persino la “fredda” e “oggettiva” scienza, nelle sue molteplici declinazioni, già mette a punto progetti ed obiettivi da tradurre in realtà durante questo 2023. Ma quali saranno i principali temi scientifici di cui sentiremo parlare fino al prossimo Capodanno? Numerosi, ci auguriamo. Proviamo qui a indicarne alcuni, prendendo spunto da un recente articolo pubblicato su Nature.
Anzitutto, avremo la disponibilità una serie di vaccini di nuova generazione, sviluppati sulla scorta dell’esperienza vissuta con la pandemia di COVID-19. Ad esempio, l’azienda BioNTech di Mainz, in Germania, avvierà a breve le prime sperimentazioni sull’uomo di vaccini a mRNA contro la malaria, la tubercolosi e l’herpes genitale, mentre sta collaborando con Pfizer (con sede a New York) per sperimentare un nuovo vaccino a base di mRNA contro l’herpes zoster. Già a novembre scorso, poi, BioNTech e Pfizer avevano dato inizio alla sperimentazione di fase I di un vaccino a mRNA che protegga sia da COVID-19 che dall’influenza.
Rimanendo nel campo della salute, l’Organizzazione mondiale della Sanità dovrebbe pubblicare un elenco rivisto di agenti patogeni prioritari. La nuova lista sarà frutto del lavoro di circa 300 scienziati che esamineranno le prove su oltre 25 famiglie virali e batteriche per identificare gli agenti patogeni che potrebbero potenzialmente causare future epidemie. Inoltre, le tabelle di marcia per la ricerca e lo sviluppo di ciascun agente patogeno prioritario delineeranno le lacune nelle conoscenze, stabiliranno le priorità di ricerca e guideranno lo sviluppo di vaccini, terapie e test diagnostici.
Entro il 2023 potrebbe anche giungere la prima approvazione di una terapia di editing genico mediante CRISPR, dopo i risultati promettenti degli studi clinici che hanno usato il sistema CRISPR-Cas9 per trattare la beta-talassemia e la malattia falciforme, due malattie genetiche del sangue. Esso consiste nel prelievo di cellule staminali da una persona malata, per poi modificarne il gene difettoso sfruttando la tecnologia CRISPR-Cas9, e quindi infondere nuovamente le cellule “riparate” nella persona.
Nei prossimi giorni, infine, le autorità di regolamentazione statunitensi annunceranno se un farmaco che in un robusto studio clinico ha rallentato il tasso di declino cognitivo potrà essere disponibile per le persone affette da malattia di Alzheimer. Si tratta del “lecanemab”, un anticorpo monoclonale che elimina la proteina amiloide-β che si accumula nel cervello. Sulla sua reale efficacia, tuttavia, permangono importanti riserve da parte di alcuni scienziati. Un altro farmaco per l’Alzheimer, chiamato blarcamesina (blarcamesine), sviluppato da Anavex Life Sciences di New York, continuerà a essere sperimentato. Questo farmaco attiva una proteina che migliora la stabilità dei neuroni e la loro capacità di connettersi tra loro.
Dalla Terra… al cielo! Avere i piedi ben piantati per terra, infatti, non significa certo rinunciare a proiettare il nostro sguardo curioso verso l’universo che ci circonda. In questo nuovo anno, perciò, sentiremo parlare anche di novità importanti circa l’osservazione avanzata delle stelle. Già nei mesi passati, il potentissimo James Webb Space Telescope (JWST) ci aveva restituito le prime immagini dell’universo primordiale, suscitando stupore e meraviglia in tutti noi. Certamente, anche nei prossimi mesi gli astronomi continueranno a condividere i risultati del JWST e le scoperte sull’evoluzione delle galassie. Toccherà invece al telescopio spaziale Euclid – attualmente in fase di sviluppo a cura dell’Agenzia spaziale europea – iniziare ad orbitare (il suo lancio è previsto proprio entro il 2023) attorno al Sole per sei anni e, da lì, scattare foto per creare una mappa 3D dell’universo.
Oltreoceano, in Cile, sarà invece il Vera Rubin Observatory che, nel luglio 2023, inizierà a scattare immagini “celesti”. Si tratta di un telescopio dotato di uno speciale struttura a tre specchi e di una fotocamera contenente più di 3 miliardi di pixel di rivelatori a stato solido, in grado di scansionare l’intero cielo meridionale in sole tre notti.
In Cina, poi, a Xinjiang, verrà acceso lo Xinjiang Qitai Radio Telescope, attualmente il più grande telescopio orientabile del mondo, con la sua parabola ampia 110 metri, in grado di osservare il 75% delle stelle del cielo in qualsiasi momento.
Più vicina alla nostra Terra, anche la Luna sarà protagonista di novità sorprendenti. Mentre la capsula Orion della NASA, priva di equipaggio, è tornata sulla Terra l’11 dicembre scorso, altre tre missioni sono state lanciate verso la Luna: il rover Rashid degli Emirati Arabi Unit, il Lunar Flashlight della NASA e la missione giapponese HAKUTO-R 1, che tenterà un atterraggio morbido sulla Luna in aprile. Per la metà del 2023, poi, è previsto l’atterraggio vicino al Polo Sud della terza missione di esplorazione della Luna (Chandrayaan-3) dell’Organizzazione indiana per la ricerca spaziale. Ad aprile, infine, l’Agenzia spaziale europea lancerà la missione Jupiter Icy Moons Explorer (JUICE), che avrà l’obiettivo di studiare l’ambiente del pianeta gassoso gigante e di tre delle sue lune.
Nel campo della fisica, invece, gli studiosi, che avevano presentato i primi risultati dell’esperimento “muon g-2” nell’aprile scorso, prevedono di pubblicare risultati più precisi nel 2023. Si tratta di un esperimento che studia il comportamento delle particelle a vita breve (note come “muoni”) nei campi magnetici, al fine di creare un test sensibile del modello standard della fisica delle particelle.
Anche l’Osservatorio sotterraneo dei neutrini di Jiangmen, nel sud della Cina, inizierà a indagare la fisica al di là del modello standard, utilizzando un rivelatore posto a 700 metri di profondità per misurare con precisione l’oscillazione dei neutrini, particelle subatomiche elettricamente neutre. I fisici delle particelle, poi, attendono con ansia l’apertura della Sorgente europea di spallazione, vicino a Lund (Svezia). Il progetto paneuropeo genererà intensi fasci di neutroni per studiare la struttura dei materiali con il più potente acceleratore lineare di protoni mai costruito.
Circa i cambiamenti climatici e le loro nefaste conseguenze, è bene poi ricordare l’accordo su un fondo per le perdite e i danni raggiunto durante la COP27, la Conferenza delle parti sui cambiamenti climatici, tenutasi l’ottobre scorso a Sharm El-Sheikh, in Egitto. In base ad esso, i paesi ricchi, storicamente responsabili di elevate emissioni, compenseranno finanziariamente le nazioni più povere, che hanno sostenuto il peso del cambiamento climatico. Ma i dettagli, purtroppo, devono ancora essere definiti. A tal fine, un “comitato di transizione” dovrebbe riunirsi entro fine marzo per formulare raccomandazioni su come organizzare questi fondi, che saranno presentati ai delegati di tutto il mondo durante la conferenza delle Nazioni Unite COP28, che si terrà a Dubai il prossimo novembre.
Entro l’anno, infine, nell’isola di Olkiluoto, al largo della costa sud-occidentale della Finlandia, verrà attivato il primo impianto di stoccaggio di rifiuti nucleari al mondo. Il governo finlandese ha approvato la costruzione del deposito sotterraneo nel 2015, per smaltire in sicurezza il combustibile nucleare esaurito. Fino a 6500 tonnellate di uranio radioattivo saranno imballate in contenitori di rame, che saranno ricoperti di argilla e sepolti all’interno di tunnel di roccia granitica a 400 metri di profondità. Il materiale nucleare rimarrà sigillato per diverse centinaia di migliaia di anni, quando i livelli di radiazione saranno innocui.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Sir