Violenza di genere e rischi online per la Generazione Z. “Alta pervasività e normalizzazione”

Un’indagine di ActionAid su 700 giovani ha permesso di approfondire il tema grazie al progetto sull’uso consapevole delle tecnologie digitali Let’s APP, sostenuto dalla Fondazione Vodafone Italia. “Implementare politiche efficaci di prevenzione della violenza online”

Violenza di genere e rischi online per la Generazione Z. “Alta pervasività e normalizzazione”

Ragazze e ragazzi della Generazione Z vivono uno spazio ibrido tra il mondo online e offline, dove ogni vissuto è reale, inclusi dolore e sofferenza, e dove la violenza di genere è un fenomeno strutturale, pervasivo e ampiamente diffuso al di là delle differenze sociali, della provenienza geografica, a cui spesso non si sa come o non si riesce a reagire. Sono l’orientamento sessuale, l’identità di genere, la disabilità, e l’aspetto fisico a scatenare attacchi nel mondo virtuale rispetto a quello che avviene per le persone adulte. Le piattaforme social più utilizzate sono Instagram e WhatsApp. È quanto emerge dall’indagine Let’s APP! realizzata da ActionAid, con il supporto di Fondazione Vodafone Italia, che ha intervistato quasi 700 ragazze e ragazzi tra i 16 e i 29 anni di Milano, Carmagnola (Torino), Lecce, Palermo e Agrigento per conoscere le percezioni dei rischi e delle opportunità rese possibili dagli strumenti digitali e dai social. Un campione ampio composto per il 65% da ragazze e per il 77% da giovani con meno di 18 anni, che ha partecipato al progetto Let’s APP: un percorso di empowerment sull’uso consapevole delle tecnologie.  Let’s APP è stata sviluppata a partire dall’utilizzo di LV8, il learning game di Fondazione Vodafone Italia nato per coinvolgere i giovani in percorsi di formazione digitale. LV8 permette attraverso l’esperienza del videogioco di acquisire conoscenze digitali di base e di alcuni applicativi e di aumentare consapevolezza del mondo digitale e delle sue potenzialità. Con il superamento di 8 livelli di difficoltà crescente, LV8 prevede il rilascio di Open Badge, certificazioni digitali riconosciute dell’Unione Europea, da valorizzare nel proprio curriculum vitae e, al termine del gioco, è possibile accedere a test di autovalutazione, oltre che a corsi gratuiti mirati e ad altre opportunità promosse dai partner di LV8.  L’indagine: i social per crescere. Per quasi 500 giovani del campione, Internet è un luogo privilegiato per trovare corsi o tutorial online e per più di 400 è un ambito di riferimento per orientarsi nelle scelte future in campo lavorativo o di studio. Online, offline o onlife? Non esiste un confine chiaro e netto tra la dimensione online e quella offline: per la Generazione Z ciò che si vive nella cornice digitale è reale, comprese le conseguenze emotive.   Quali rischi sentono e per chi? La violenza online è ritenuta un fenomeno molto grave e preoccupante (88% delle giovani), e il dolore e la sofferenza che ne derivano sono reali. Le ragazze la percepiscono in maniera più profonda, anche perché sono maggiormente colpite da episodi di discriminazione, violenza, stalking e molestie. Spesso, però, non hanno gli strumenti per riconoscere le dinamiche di genere da cui deriva la violenza online e offline contro di loro. Nonostante l’80% dei partecipanti ritenga che la violenza online sia molto diffusa, infatti, la maggior parte dichiara di non averne fatto esperienza, né come vittima (circa 80%) né come autori (90%). Sussiste, quindi, una scarsa conoscenza e consapevolezza di cosa costituisca espressione di violenza online, specialmente se vissuta in prima persona, e si assiste ad una sorta di normalizzazione di alcune dinamiche discriminatorie tra ragazze e ragazzi.   Le (non) reazioni. Se attaccati online, più di un terzo degli intervistati non reagisce (34%), mentre circa un quinto ne parla con una persona amica o blocca l’utente. La tendenza a (re)agire è decisamente più alta quando ad essere colpita è proprio una persona vicina, come se fosse più semplice agire quando non si è coinvolti direttamente. Il 67% del campione sentirebbe l’amica o l’amico in privato e il 37% aiuterebbe a controbattere all’attacco. C’è una normalizzazione delle espressioni di odio, specialmente quando sono manifestazione di una violenza strutturale come quella contro le donne e le ragazze.                                                                                                                     Contrastare la violenza online. Per contrastare la normalizzazione che sottende alla violenza online, è necessario fornire strumenti per riconoscere i fenomeni violenti sulla rete. Allo stesso tempo è dirimente che le istituzioni legiferino in materia e realizzino, nell’ambito del Piano nazionale contro la violenza maschile in corso e in quelli futuri, interventi ad hoc per prevenire e contrastare questa specifica forma di violenza.   “Let’s App ci ha permesso di vedere la realtà con gli occhi delle ragazze e dei ragazzi e di constatare l’alto livello di pervasività e normalizzazione della violenza online, al punto tale che spesso non riescono a riconoscerla. Chi invece la alimenta ha dichiarato di farlo soprattutto ‘per essere visto o vista’. È risultato evidente poi che per loro esiste solo l’onlife, ovvero quel continuum tra il mondo online e quello offline in cui collocano le loro esperienze di vita. Ed è proprio da questi elementi che è necessario partire per disegnare e implementare politiche e interventi efficaci di prevenzione della violenza online” spiega Benedetta Balmaverde, project manager di ActionAid.  È prevista la nuova edizione “Let’s App again! Tecnologie per l’empowerment economico e sociale giovanile”. Sostenuto da Fondazione Vodafone Italia, il progetto mira a formare 200 docenti di istituti superiori che accompagnino le studentesse e gli studenti nel percorso di crescita ed orientamento nel mondo dello studio e del lavoro, e a sensibilizzare e formare 600 ragazze e ragazzi sull'empowerment giovanile, promuovendo l'acquisizione consapevole di competenze specifiche e tecnologiche, contrastando la dispersione scolastica e prevenendo il fenomeno NEET.    Il progetto Let’s APP è co-finanziato dalla Fondazione Vodafone Italia e implementato da ActionAid Italia in vari territori italiani insieme all’Associazione Tierra Techo Y Trabajo (Agrigento), il Gruppo Locale ActionAid di Lecce (Lecce), Ala Milano Onlus (Milano), Bayty Baytik (Palermo) e l’Associazione Karmadonne (Carmagnola, Torino).

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)