Isola di Pasqua, dove i Moai fanno da pubblico sugli spalti

Un pallone che rotola, mentre sullo sfondo il sole tramonta nascondendosi dietro alle silhouette misteriose dei Moai, enormi statue monolitiche. 

Isola di Pasqua, dove i Moai fanno da pubblico sugli spalti

Un’immagine suggestiva ed evocativa che richiama la purezza che Jorge Luis Borges aveva genialmente racchiuso nella frase: «Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada, lì ricomincia la storia del calcio». E poi c’è un’altra immagine, decisamente amatoriale: un gruppo di persone, sedute attorno a un tavolo, con penne e fogliettini. Sembrerebbe una sessione di fantacalcio tra amici di vecchia data, invece, è la composizione del calendario ufficiale del torneo di calcio locale. Due istantanee peculiari del calcio vissuto sull’Isola di Pasqua, uno degli insediamenti umani più isolati al mondo, con 7.750 abitanti censiti nel 2017, e localizzato nell’oceano Pacifico a circa 3.600 chilometri a ovest del Cile (di cui ne fa parte). Conosciuta in lingua locale come Rapa Nui (grande roccia), il nome “occidentale” deriva proprio dal fatto che il primo europeo a sbarcare sull’isola fu l’olandese Jakob Roggeveen, nella domenica di Pasqua del 1722. Qui il calcio non è arrivato sulle navi coloniali, ma ha trovato graduale passione e legami con la vicina terraferma cilena: la selezione di calcio dell’Isola di Pasqua, infatti, è affiliata dal 2009 alla federazione del Cile, ed è cileno anche l’allenatore, Miguel Angel Gamboa, che nello stesso anno decise di intraprendere questa esotica avventura. Al tempo composta da artigiani e pescatori, la “Nazionale” fece il suo debutto ufficiale il 5 agosto del medesimo anno, quando, nel turno preliminare della Coppa nazionale cilena, affrontò il celebre Colo-Colo, che vinse 4-0. All’ombra delle 638 statue di pietra scolpite dalla popolazione indigena fino al 1500, gli abitanti sono riusciti organizzare anche un campionato locale e come avviene in Sudamerica c’è un torneo di apertura e uno di clausura. Sulla pagina Instagram @futbol_rapanui si possono seguire risultati e vedere qualche video. E sognare, sapendo che c’è sempre un bambino che calcia un pallone di cuoio, anche in un luogo remoto del pianeta.

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