In tv la storia e la musica. Su Apple TV la serie “Manhunt”, thriller storico politico sull’omicidio di Lincoln, e su Disney+ la docuserie “Thank You, Goodnight” sulla rock band Bon Jovy

“Manhunt”, thriller-courtroom drama basato sull’assassinio del presidente degli Stati Uniti Abraham Lincoln

In tv la storia e la musica. Su Apple TV la serie “Manhunt”, thriller storico politico sull’omicidio di Lincoln, e su Disney+ la docuserie “...

“Manhunt”. I primi episodi sono stati rilasciati su Apple TV+ da marzo 2024. Parliamo della miniserie a sfondo storico-politico “Manhunt”, thriller-courtroom drama basato sull’assassinio del presidente degli Stati Uniti Abraham Lincoln. La serie firmata dalla showrunner Monica Beletsky (“Parenthood”, “Fargo”) è tratta dal romanzo di James L. Swanson “Manhunt: The 12-Day Chase for Lincoln’s Killer”.

La storia. Washington, 14 aprile 1865, Durante uno spettacolo teatrale presso il Ford Theatre, il presidente Abraham Lincoln viene aggredito e ferito a morte dall’attore John Wilkes Booth, che poi si dà alla fuga; a tallonarlo è Edwin Stanton, segretario alla Guerra degli Stati Uniti.

La miniserie “Manhunt” si addentra con passo deciso e serrato tra le maglie di un fatto storico complesso, intricato, allargando poi il campo di riflessione non solo all’inseguimento dell’assassino e a una linea di complotto più ampia, ricollegandosi alla contrapposizione tra nordisti e sudisti, ma anche alla questione delle disparità razziali e all’abolizione della schiavitù con l’approvazione del XIII emendamento. La serie corre veloce, con uno svolgimento articolato e denso, ben sorretta dall’ossatura del copione e da un valido cast a partire da Tobias Menzies (era il principe Filippo in “The Crown” stagione 3-4, ruolo che gli ha garantito un Emmy) e Anthony Boyle (“Tolkien”, “Tetris”). Si ricordano sullo stesso argomento due titoli di matrice hollywoodiana: “The Conspirator” (2010) di Robert Redford e “Lincoln” (2012) di Steven Spielberg.

“Thank You, Goodnight”. Non solo i grandi stilisti della monda europea – Christian Dior, Cristóbal Balenciaga, Coco Chanel e a breve Karl Lagerfeld – sono protagonisti di serie e miniserie nell’ultima stagione Tv. Il mondo della musica, infatti, oltre a conquistare il grande schermo con biopic da Oscar (ad esempio “Bohemian Rhapsody” nel 2018 sui Queen e “Rocketman” nel 2019 su Elton John), è sempre più richiesto dalle piattaforme nella formula della docuserie: è il caso di “Thank You, Goodnight. The Bon Jovy Story” sulla nota band rock Bon Jovi, disponibile dal 26 aprile su Disney+. A firmarla è il regista Gotham Chopra (tra i suoi lavori più recenti “Man in the Arena” e “Simone vs Herself” entrambi del 2021). La docuserie, strutturata in quattro episodi da circa 60’-90’, è una cavalcata lungo quattro decenni alle origini della formazione della band, nata nel New Jersey all’inizio degli anni ’80, mettendo in racconto sia l’esperienza “on stage” sia la vita dietro le quinte o giù dal palco, tra amicizia, affinità, litigi e separazioni, come quella bruciante con il chitarrista Richie Sambora. Perno del racconto è il frontman Jon Bon Jovi, che mette in condivisione ricordi, aneddoti ed episodi difficili come l’operazione alle corde vocali. E oltre alle testimonianze di alcuni amici-guest come Bruce Springsteen, figurano i brani “sempreverdi” come “Livin’ on a Prayer”, “It’s My Life”, “Always” o “You Give Love A Bad Name”. Punto di forza, di pregio, della docuserie è senza dubbio la modalità di racconto: lo stile è diretto, senza soluzioni patinate, in cerca di uno sguardo vero, in chiaroscuro, tratteggiando nei rocker un volto umano, marcato sì da talento ma anche da fragilità e incertezza sul domani.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Sir