San Valentino, il documentario di Paolo Ruffini sull’Alzheimer

Dopo il successo di “UP&Down – Un film normale”, il regista torna in sala il prossimo 14, 15 e 16 febbraio con “PerdutaMente”. “Non esiste una guarigione per l’Alzheimer, ma esiste una cura e questa cura si chiama amore”. L’ambizione? Sensibilizzare i giovani e il grande pubblico

San Valentino, il documentario di Paolo Ruffini sull’Alzheimer

Arriva in sala per San Valentino un film sull’amore, ma non è l’amore che ti aspetteresti, fatto di incontri inattesi, avvicinamenti e ricomposizioni che si susseguono in un sali-scendi di emozioni fino al lieto fine “PerdutaMente” di Paolo Ruffini e Ivana Di Biase parla dell’amore più difficile e, al tempo stesso, più sublime: quello nei confronti di una persona che quell’amore non sa né può restituirlo, per lo meno non nel modo in cui noi siamo abituati a pensare. Non è un film di denuncia, ma un documentario per raccontare l’Alzheimer quello che è stato proiettato ieri a Roma in anteprima per la stampa e che sarà al cinema il 14, il 15 e il 16 febbraio. “Non ho parenti con l’Alzheimer e non credo che bisogna avere necessariamente attinenza personale con un tema per potersene occupare – ha detto Ruffini, che in passato si è misurato più volte con i temi sociali e che, nel 2018, è stato promotore del Progetto UP&Down, un happening comico con attori con sindrome di Down, da cui è poi nato l’omonimo documentario cinematografico “UP&Down – Un film normale” e il libro “La Sindrome di UP” (Mondadori) –. Sono partito un po’ come Don Chisciotte – ha detto ancora il regista – mosso dalla curiosità verso un mondo che non conoscevo. In questo periodo di pandemia si è parlato molto di malattia e poco di salute, molto più di morte che di vita”. E soprattutto si parla sempre poco di amore, secondo gli autori la vera e unica cura per una malattia che determina decadimento fisico e cognitivo, oltre che perdita della memoria, e che, stando alle stime più recenti, nel mondo riguarda circa 35,6 milioni di pazienti, con 7,7 milioni di casi ogni anno e un nuovo caso diagnosticato ogni 4 secondi.

Il film parte dai una call to action sui social

Realizzato dopo due anni di lavorazione, di cui quattro mesi dedicati soltanto al montaggio, “PerdutaMente” è il risultato di un viaggio geografico ed esperienziale attraverso la malattia. Dopo una call to action diffusa attraverso i social a cui hanno fatto seguito decine di lettere e messaggi da parte di persone che si dichiaravano disponibili a raccontare la propria storia e quella dei propri cari con l’Alzheimer, la troupe ha percorso l’Italia dal Trentino alla Calabria, raccogliendo storie eterogenee ma accomunate tutte da un’unica idea di fondo: dall’Alzheimer non è possibile guarire, ma esiste una cura che si chiama amore. “Attraversando l’Italia ho avuto il privilegio di entrare nelle case di persone sconosciute e straordinarie, che hanno condiviso con noi le loro storie – ha spiegato Ruffini –. Storie di vite fuori dal comune, storie segnate dall’Alzheimer, storie di dolore e disperazione, ma soprattutto storie d’amore”.

Un film serio, ma non serioso

Il film presenta, dunque, volti e storie diverse: uomini che hanno visto la propria moglie diventare una persona differente da quella che avevano scelto ma che continuano comunque a volerle bene, mogli che i loro mariti non riconoscono più, figlie e figli che diventano genitori dei propri genitori, nipoti che temono di venire dimenticate dai loro nonni, madri che vedono il proprio figlio disabile colpito dalla patologia, madri che combattono con una malattia agli esordi ma già abbastanza pronunciata da fare loro smarrire, a volte, il filo della vita. Per quanto si tratti di storie non solo intense, ma drammatiche, la pellicola però si mantiene sempre su toni lievi. “Non volevamo fare in alcun modo un film patetico, è il patto che abbiamo stabilito con le persone che ci hanno affidato la propria storia – ha chiarito Ruffini –. Io sono un autore pop, convinto che le cose serie non si debbano raccontare per forza in maniera seriosa. Con questo film spero di riempire le sale e di coinvolgere un pubblico di giovani”. Distribuito da Luce Cinecittà, PerdutaMente tornerà al cinema nel mese di marzo, mentre accordi per la messa in onda televisiva sono già stati effettuati con Sky e con la Rai.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)