Videogiochi accessibili. Anche il gaming ora è inclusivo

Il divertimento per tutti è assicurato. Grazie ad audiogiochi per ciechi e ipovedenti, a videogiochi accessibili per parlare di diversità e a un’escape room (online e da tavolo) che utilizza la comunicazione aumentativa alternativa per favorire l’integrazione di chi ha problemi cognitivi. Articolo pubblicato sulla rivista SuperAbile Inail

Videogiochi accessibili. Anche il gaming ora è inclusivo

La passione per il gaming è contagiosa. Soprattutto quando è pensata per includere il maggior numero di persone possibile. E sarà stato per colpa dell’inverno forzatamente passato in casa, o forse no, ma fatto sta che quest’anno ha portato una ventata di novità e presto se ne raccoglieranno i frutti. L’estate, infatti, vedrà il lancio di Novis Games, la prima esperienza di gioco digitale audio e tattile completamente accessibile alle persone cieche e ipovedenti. Il sistema include un’app per cellulare e un joystick che vibra, ma per iniziare bastano cuffie o auricolari e lo smartphone in modalità “vibrazione” perchè «qualsiasi device può essere adattato». L’idea è venuta ad Arianna Ortelli e Dario Codispoti, i due giovani fondatori della start up omonina, Novis Games appunto, che poi l’hanno sviluppata in collaborazione con l’Unione italiana ciechi e l’Associazione pro retinopatici e ipovedenti di Torino. «Vorremmo diverntare una specie di Netflix del gaming inclusivo, una vera e propria piattaforma aperta anche ad altri sviluppatori e ad altre aziende del settore», spiega Arianna Ortelli. «E in futuro vorremmo organizzare anche giochi multiplayer e tornei di e-sport dal vivo che mettano insieme persone con disabilità visive e non». Intanto la versione beta dell’app Novis Games, scaricabile gratuitamente dagli store online, partirà con una suite di tre o cinque audiogiochi tra cui il ping pong – dove il movimento del joystick o del telefono simula quello della racchetta –, un gioco musicale o un puzzle sonoro. «Ma stiamo pensando di inserire anche un gioco di ruolo oppure un gioco-avventura per renderlo più accattivante».

“Discovering Diversity-sulle tracce della diversità”, invece, è il nuovo videogioco inclusivo e accessibile pensato per valorizzare le differenze culturali, religiose e fisiche, nonché i piccoli borghi. Promosso, tra gli altri, da Itria (Itinerari turistico religiosi interculturali e accessibili), Fondazione Giovanni Paolo II ed European Network for Accessible Tourism, vede come protagonisti alcuni adolescenti, tra cui alcuni ragazzi con disabilità. I primi due episodi – pronti entro un paio di mesi – saranno dedicati al Molise e alla Basilicata, ma il format prevede “puntate” ambientate in tutto il territorio italiano. Scaricabile gratuitamente da Playstore o dall’Apple Store, “Discovering Diversity” darà a ciascuno la possibilità di scegliere il proprio avatar e di vivere un’avventura vera: per superare i vari livelli, infatti, in alcuni casi sarà necessario recarsi fisicamente nei luoghi interessati dal videogioco e trovare un indizio, un certo elemento o parlare con una persona del luogo. Inoltre si potranno incontrare gli avatar di personaggi disabili reali come la campionessa paralimpica Assunta Legnante, la giornalista Anna Gioria e l’artista con acondroplasia Tina Lomurno. E come sottolinea Dino Angelaccio, presidente di Itria, tra gli ideatori del progetto, «chiunque potrà giocare, indipendentemente dalle proprie caratteristiche». Come? «Attraverso l’uso della sottotitolazione multilingua, la possibilità di selezionare l’interprete della propria lingua dei segni, di regolare la luminosità, il campo visivo, le palette cromatiche, il livello audio, la velocità del gioco, la semplificazione dei comandi e molto altro ancora».

C’è poi INscape, che riprende sia le modalità delle escape room – giochi di logica dove i concorrenti devono trovare, in modo cooperativo, una via di fuga – sia quelle delle più tradizionali cacce al tesoro, con indovinelli da risolvere per procedere nella trama di una storia avventurosa. Il tutto all’insegna della massima inclusività, grazie all’uso della Comunicazione aumentativa alternativa (Caa) nei testi e alla possibilità di scaricare e stampare il materiale per poter risolvere gli enigmi attraverso una serie di suggerimenti per quei giocatori che si trovano in difficoltà. INscape è un’idea creata dalla comunità L’Arcobaleno-l’Arche di Bologna, sviluppata insieme agli educatori Gabriele Mari e Christian Rivalta della cooperativa La Pieve. La storia pilota, che ha per titolo La pietra misteriosa, è stata realizzata grazie al contributo dell’Associazione Gis (Genitori per l’inclusione sociale). I tre protagonisti – Giorgia, Martina e Pietro – dopo essersi imbattuti in un antico quaderno dovranno portare a termine una misteriosa indagine nel cuore dell’Emilia Romagna.

«INscape è un gioco, una storia, un modo di stare insieme nato durante il lockdown. Un periodo in cui le persone con disabilità cognitiva non avevano davvero nulla da fare», commenta Luca Errani, educatore della comunità L’Arcobaleno. «Se per i bambini esistono i libri in Caa, per gli adulti con problemi comunicativi il mondo dell’intrattenimento è pari a zero. Ecco perché abbiamo pensato a loro. Lo scorso inverno abbiamo giocato online tra di noi, con alcuni centri per persone disabili di Reggio Emilia e Roma. E abbiamo deciso di ambientare la prima storia nella nostra città per dare poi la possibilità di andare fisicamente a visitare i luoghi in cui si svolge questa prima avventura». Presto, continua Errani, «saremo in grado di realizzare una seconda puntata e, se ci saranno i finanziamenti, anche un terzo episodio». Nella prospettiva di creare spazi ludici inclusivi e condivisi, L’Arche da circa otto mesi pubblica anche Starò Meglio, una rivista di enigmistica e notizie interamente in Caa. L’intenzione è quella di creare materiale accessibile per permettere alle persone con disabilità cognitiva di avere momenti di svago da poter vivere da soli, con gli operatori, gli amici e i compagni. INscape e la rivista sono disponibili online sul sito web della comunità L’Arcobaleno.

(L’articolo è tratto dal numero di giugno di SuperAbile INAIL, il mensile dell’Inail sui temi della disabilità)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)