Aperte le Paralimpiadi di Pechino: “Aspiriamo a un mondo libero dalle guerre”

Xi Jinping dichiara ufficialmente aperti i Giochi. Spettacolo e festa a Pechino con sullo sfondo il sapore amaro della guerra in Ucraina: esclusi russi e bielorussi, gli ucraini sfilano con volto serio e provato. Vibrante appello del presidente Ipc Parsons: “Inorriditi dalla guerra, chiediamo non odio ma dialogo e diplomazia”

Aperte le Paralimpiadi di Pechino: “Aspiriamo a un mondo libero dalle guerre”

Il volto serio e provato degli atleti ucraini che sfilano nello stadio Nido d’Uccello di Pechino senza alcun cenno evidente; le dure parole di condanna per la guerra e l’odio pronunciate dal presidente del Comitato paralimpico internazionale; la gioia e l’entusiasmo di tutte le altre delegazioni che dentro lo spettacolo predisposto dall’organizzazione cinese fanno da contorno all’accensione del braciere paralimpico e alla dichiarazione, da parte del presidente Xi Jinping, che i tredicesimi Giochi paralimpici invernali sono ufficialmente aperti.

Emozioni altalenanti arrivano dalla cerimonia di apertura delle Paralimpiadi di Pechino 2022: un momento pensato per essere di spettacolo e di festa, ma sul quale inevitabilmente si riflettono i sentimenti di questi giorni, con la guerra in Ucraina – avviata dalla Russia con il supporto logistico della Bielorussia in aperta violazione della tregua olimpica – che ha causato la decisione del Comitato Paralimpico internazionale di non ammettere gli atleti di Mosca e di Minsk.

Lo spettacolo che va in scena al Nido d’Uccello è colmo di riferimenti della tradizione cinese: con i canti patriottici la stessa mascotte paralimpica, una lanterna rossa, raffigura uno dei simboli della Cina più diffusi al mondo. Gli spalti sono affollati di spettatori, perfino più di quelli che un mese fa assistettero alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi. Pronti via e dopo l’inno nazionale sfilano subito le varie nazioni partecipanti: sono 46 i comitati paralimpici nazionali presenti, per un totale di 564 atleti che si contenderanno le medaglie in 78 differenti gare. Per Israele, Porto Rico e Azerbaigian è il debutto di sempre ad una Paralimpiade invernale. Ad aprire il valzer delle nazioni come di consueto è la Grecia, poco dopo ecco l’Ucraina: una delegazione compatta e composta, che sfila fra la musica e gli applausi del pubblico. L’Italia, con il portabandiera Giacomo Bertagnolli, è la penultima ad entrare nello stadio, prima della nutrita delegazione cinese, padrona di casa.

Al momento dei discorsi ufficiali, il presidente del Comitato organizzatore cinese Cai Qi enfatizza l’eredità di una città che ritrova un’altra Paralimpiade, stavolta invernale, a 14 anni di distanza da quella estiva del 2008. Mette in evidenza l’obiettivo di rendere i Giochi inclusivi, verdi e puliti; sottolinea la passione, la forza d’animo e la tenacia che contraddistingue gli atleti paralimpici, parla di “euforia dei Giochi”, di “elevazione della mente”, di “vitalità della vita”. “I Giochi – dice poi nell’unico passaggio in cui timidamente si fa un accenno più globale - mostrano che possiamo unirci di fronte alle sfide, che possiamo costruire una comunità con un futuro condiviso per l’umanità”. “I Giochi – conclude - contribuiranno a migliorare il benessere delle persone con disabilità e a rendere il nostro mondo più gentile e migliore: questi Giochi scriveranno un nuovo capitolo dello sport paralimpico”. 
Spetta al presidente del Comitato Paralimpico internazionale, Andrew Parsons, lasciare da parte i tentennamenti e prendere di petto la situazione internazionale che nei giorni scorsi ha costretto l’Ipc, dopo un iniziale pronunciamento favorevole, a decidere per l’esclusione degli atleti di Russia e Bielorussia. 
“Voglio e devo iniziare – ha detto Parsons - con un messaggio di pace. Sono il capo di un'organizzazione che ha come suo credo fondante il valore dell'inclusione, dove la diversità è celebrata e le differenze sono abbracciate, e allora sono inorridito da ciò che sta accadendo nel mondo in questo momento. Il ventunesimo secolo è il tempo del dialogo e della diplomazia, non della guerra e dell’odio. La Tregua Olimpica durante i Giochi Olimpici e Paralimpici è definita da una risoluzione delle Nazioni Unite adottata per consenso da 193 Stati membri alla 76a Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Come tale deve essere rispettata e osservata, non violata. All'Ipc aspiriamo a un mondo migliore e più inclusivo, libero dalle discriminazioni, libero dall'odio, libero dall'ignoranza e libero dai conflitti”.
“Qui a Pechino – continua Parsons – gli atleti paralimpici provenienti da 46 nazioni diverse gareggeranno tra loro, non l'uno contro l'altro. Attraverso lo sport metteranno in mostra il meglio dell'umanità e metteranno in evidenza i valori che dovrebbero essere alla base di un mondo pacifico e inclusivo. I paralimpici sanno che un avversario non deve essere un nemico, e che uniti possiamo ottenere di più, molto di più. Stasera, il movimento paralimpico chiede alle autorità mondiali di camminare insieme, come fanno gli atleti, e di promuovere la pace, la comprensione e l'inclusione. Il mondo deve essere un luogo di condivisione, non di divisione”.
Nel discorso di Parsons c’è spazio anche per quei toni che, in una situazione normale, sarebbero stati il cuore del messaggio: “Il cambiamento inizia con lo sport, che non solo può portare armonia, ma può essere un catalizzatore per trasformare la vita di persone, città e paesi. Come prima città ad ospitare le Paralimpiadi estive e invernali, Pechino ne è la prova. Prima di questi Giochi, centinaia di migliaia di strutture sono state rese prive di barriere”. Parsons parla di luoghi magnifici, di organizzazione straordinaria, di sicurezza ed efficienza nella prevenzione e nel controllo del Covid-19, di eccezionali sforzi compiuti per incoraggiare e coinvolgere le persone con disabilità a provare gli sport invernali.
Se il 15% della popolazione mondiale ha una disabilità, le Paralimpiadi mostrano al restante 85% delle persone che le persone con disabilità possono fare quello che vogliono, se ne hanno l'opportunità: questo è il motivo per cui l'Ipc e l'International Disability Alliance hanno lanciato “WeThe15” insieme a una coalizione di 18 organizzazioni internazionali. Attraverso “WeThe15” vogliamo fare una campagna per la visibilità, l'accessibilità, l'inclusione e l'uguaglianza dei diritti della disabilità. Ciascuno degli 1,2 miliardi di cittadini con disabilità nel mondo dovrebbe avere la stessa opportunità di vivere la vita al massimo, inseguendo i propri sogni, trovando la propria strada in mezzo agli alti e ai bassi della vita e contribuendo alla società. Come umanità, spetta a ciascuno di noi impegnarsi per il cambiamento per garantire tale opportunità”.

Stefano Caredda

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)