Fa sport 1 donna su 3: arriva "Jump the gap", per la parità di genere

Presentato il progetto che vuole abbattere le barriere nello sport di base. "Per la prima volta vari enti di promozione sportiva hanno deciso di mettersi insieme per un progetto che desse nuove opportunità e prospettive di lavoro"

Fa sport 1 donna su 3: arriva "Jump the gap", per la parità di genere

"Per la prima volta vari enti di promozione sportiva hanno deciso di mettersi insieme per un progetto che desse nuove opportunità e prospettive di lavoro. Lo hanno fatto grazie alla sensibilità e ai finanziamenti di Sport e Salute e all'università di Padova, che ci ha aiutati nella ricerca". Così ha esordito Bruno Molea, presidente AiCS (Associazione italiana Cultura Sport) alla conferenza stampa del progetto "Jump the Gap- oltrepassare le barriere dello sport di base per le donne", che si è tenuta oggi a Roma nella sala stampa dello Stadio Olimpico.

"Il fatto eccezionale- ha sottolineato- è che Sport e Salute non ha solo finanziato, ma ci ha fornito anche le risorse umane che ci hanno aiutato in tutta la ricerca. Questo è davvero innovativo: da una parte il finanziamento, dall'altra la partecipazione attiva e le associazioni (Acsi, Csen, Libertas e Aics) che hanno superato i loro campanili per un progetto comune".

Anche Vito Cozzoli, presidente di Sport e Salute S.p.A., è intervenuto alla conferenza sottolineando che "Sport e Salute nell'ultimo anno e e mezzo ha invertito la tendenza promuovendo la collaborazione fra enti di promozione sportiva. È una novità nel panorama sportivo italiano e un modello virtuoso di collaborazione in cui gli enti hanno rinunciato in parte alla propria identità in ragione di un bene comune, la promozione dello sport e di un corretto stile di vita. Cerchiamo di unire e non dividere. Gli enti di promozione sportiva- ha proseguito- sono al servizio dello sport in questo caso fornendo dati utili per leggere un fenomeno. Noi abbiamo il dovere di leggere i fenomeni e i segni dei tempi, con statistiche che possano consentire di capire le criticità dello sport e dove intervenire".

Il dato riportato da Cozzoli "purtroppo è chiaro: abbiamo trovato l'eredità pesante di essere il quinto paese più sedentario di Europa. L'obiettivo della nostra ricerca è il superamento delle barriere per le donne. In Italia solo il 28% delle donne fa sport sia in alto livello che di base. Una donna su tre, non va bene. La parità di genere- ha detto ancora- deve caratterizzare tutti gli ambiti società e ancora di più lo sport perché pratica sportiva aiuta la qualità della vita anche in termini clinici".

Vito Cozzoli ha parlato anche degli investimenti di Sport e Salute nella promozione dello sport nella scuola primaria: "Sediamo nel G7 e mettiamo a disposizione solo un'ora di educazione fisica nella scuola. Sport e Salute ha investito 17 milioni nella scuola primaria, è il 175% in più rispetto a prima. Solo attraverso l'unità di intenti- ha concluso- possiamo superare le barriere che oggi ostacolano le donne e i bambini dall'accesso allo sport".

Antonino Viti, presidente dell'Acsi (Associazione centri sportivi italiani), ha ricordato che "questi questionari si riferiscono all' intera popolazione del paese, ci sono moltissimi sport a maggioranza femminile, come il fitness, la danza, la ginnastica artistica. In alcuni sport le donne sono al 60%".

Si è poi soffermato sulla condizione degli impianti sportivi: "È un disastro. Nonostante le tante medaglie olimpiche, oggi il comune ti fa pagare 5000 euro il palazzo dello sport e c'è carenza e fatiscenza degli impianti. Lo sport- ha detto ancora- è stato l'elemento più qualificante de nostro paese in quest'estate di contraddizioni, ha parlato chiaro ma adesso le istituzioni ne devono trarre frutto. Le condizioni per fare sport- ha concluso- sono quelle ideali ma soprattutto quelle strutturali". (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)