Gli ultimi saranno i penultimi. Per la prima volta in vent’anni il Gs Excelsior termina il campionato non più ultimo in classifica, ma penultimo

Un modo rivoluzionario di vivere e proporre lo sport più amato dagli italiani, che diventa anche vincente e funzionale.

Gli ultimi saranno i penultimi. Per la prima volta in vent’anni il Gs Excelsior termina il campionato non più ultimo in classifica, ma penultimo

Sul campo C di via Resia a Bolzano, sotto un sole tropicale, è stata scritta domenica scorsa (29 maggio) una pagina di storia del calcio.

Ultima giornata del girone B di Terza categoria in Alto Adige. In campo il Celtic Don Bosco contro il Gs Excelsior. Il primo tempo si chiude a reti inviolate. Nella ripresa, al 70’ è Daniel Nivoloni che buca con un tiro netto la porta del Celtic. Ma la squadra di casa non ci sta e pochi minuti dopo arriva il gol del pareggio con Kaufmann. I ragazzi dell’Excelsior non mollano, difendono e attaccano, arrivando a sfiorare il 2-1, ma il rigore non va a segno.

Al triplice fischio dell’arbitro la partita si conclude in parità, 1-1. E in campo, così come tra i tifosi sugli spalti, esplode la gioia.

“Mission impossible” compiuta. Per la prima volta in vent’anni il Gs Excelsior termina il campionato non più ultimo in classifica, ma penultimo. Ed è proprio il punto conquistato domenica scorsa nello scontro con i Celtic Don Bosco che permette ai ragazzi di mister Petrera di non essere il fanalino di coda. All’ultimo posto del girone – vinto per la cronaca dall’Oltrisarco Juventus Club – ci sono proprio i Celtic, appaiati in classifica, ma dietro in graduatoria per la sconfitta nello scontro diretto dell’andata. Ed è record anche per i punti raggranellati in questa stagione: ben 5 (1 vittoria e due pareggi; 13 le sconfitte).

“Si può gioire al pari di aver vinto il mondiale, solo per essersi piazzati penultimi invece che ultimi nel campionato appena concluso? – hanno scritto domenica scorsa i ragazzi dell’Excelsior su Fb – Se giochi nel Gs Excelsior la risposta è sì. Si può spiegare questa cosa? Certo che si può, ma noi adesso non abbiamo tempo per farlo. Dobbiamo festeggiare perché dopo 20 anni all’ultimo posto, oggi siamo PENULTIMI. Siiiiiiiiiiiii“.

Proviamo a raccontare questo risultato straordinario, partendo dai numeri: 20 anni nel campionato di Terza categoria, 385 partite perse su 397 giocate, cinque vittorie e otto pareggi, 262 gol fatti e 2.949 gol subiti.

Ma il Gs Excelsior non è solo la squadra più perdente di sempre. È molto di più.

La squadra nasce nel 2001, come uno dei tanti progetti dell’associazione “La Strada–Der Weg”, che si occupa di inclusione, integrazione e sostegno a chi ha qualche conto aperto con la vita e con la società.

Alcuni ragazzi del rione popolare Don Bosco di Bolzano che si ritrovano abitualmente a tirare quattro calci al pallone, desiderano “fare sul serio”: una squadra vera e propria, non iscritta ad un torneo amatoriale, ma all’ultimo campionato ufficiale della Figc (con il sogno di arrivare, un giorno, a vincere lo scudetto o comunque di salire in serie A). Non solo. “L’Excelsior ha due grandi regole – spiega il presidente (e giocatore) Mirco Marchiodi -. Da noi vengono accolti tutti, non c’è selezione in base alle capacità tecniche dei giocatori e tutti possono giocare lo stesso numero di minuti dei loro compagni”. Detto in altri termini: se in squadra ci fossero Messi, Ronaldo o Ibrahimovic, giocherebbero esattamente gli stessi minuti degli altri compagni di squadra. Anche di quelli meno talentuosi.

Nell’Excelsior non esistono quindi panchinari e giocatori di “seconda scelta”. Un turn-over continuo assicura a tutti la possibilità di dimostrare il proprio valore in campo e di “dare il massimo” al servizio della squadra. Molti addetti ai lavori considerano quest’impostazione assurda in un contesto agonistico, ma l’Excelsior la considera una sfida affascinante, che merita di essere vissuta e raccontata e per restare fedele alla quale si è pronti a incassare sconfitte su sconfitte. Perché in campo non scendono i migliori undici, ma undici persone che danno l’anima, non gettano la spugna perché le prendono di santa ragione e subiscono la goleada, non fanno gestacci e non insultano. E proprio qui sta il secondo pilastro su cui si fonda la squadra.

“La seconda regola dell’Excelsior è il fair play – prosegue Marchiodi –. Viviamo la correttezza dentro e fuori dal campo. Su 20 campionati giocati, l’Excelsior ha vinto 15 coppe disciplina. Correttezza anche fuori dal campo, perché dopo ogni partita facciamo un ‘terzo tempo’, in cui invitiamo i nostri avversari a mangiare un panino con noi e a chiacchierare in amicizia. Siamo la squadra più corretta d’Italia, ma purtroppo anche la più perdente. Ciò nonostante domenica scorsa è successo un piccolo miracolo, perché per la prima volta non abbiamo chiuso all’ultimo posto, ma al penultimo. Un campionato, questo, che per l’Excelsior è stato sicuramente straordinario”.

In vent’anni di attività in questa squadra multietnica e multietà, hanno giocato circa 300 giovani, dai 16 anni agli over 35. Tra questi anche persone con fragilità. Tutti si sono sentiti accolti e – nel caso di alcuni stranieri – la società li ha aiutati anche a trovare un lavoro o una casa.

L’inclusività e il fair play non sono solo le uniche caratteristiche di questa squadra allenata da Stefano Petrera e da Antonio La Cedra (preparatore dei portieri). L’Excelsior è anche una realtà virtuosa sotto il profilo economico. Da qualche anno, infatti, “cammina da sola”. È nata l’associazione “Asd Excelsior” con l’obiettivo di acquisire sempre più autonomia dall’associazione La Strada-Der Weg, trovando una sua collocazione sostenibile nel mondo del calcio. E per il secondo anno – come spiega il presidente Marchiodi – il bilancio è stato chiuso in assoluto equilibrio, con una copertura totale dei costi, senza dover chiedere alcun supporto a “La Strada-Der Weg”.

La storia dell’Excelsior è stata raccontata anche nel cortometraggio “I magnifici perdenti” (2015 – disponibile su YouTube ), prodotto dal regista francese Jean Christophe Gaudry. Il professionista transalpino di origini italiane, incuriosito da un trafiletto letto sul quotidiano “Le Monde” che parlava di una “squadra speciale” a Bolzano, si interessò della cosa e la propose alla tv francese, ottenendo il via libera alla produzione.

A fare notizia, ieri come oggi, non sono tanto le sconfitte dell’Excelsior, quando piuttosto la filosofia su cui è impostata la squadra e la visione del calcio che porta avanti da più di due decenni. Un modo rivoluzionario di vivere e proporre lo sport più amato dagli italiani, che diventa anche vincente e funzionale.

“Il segreto del successo di quest’anno? – afferma mister Petrera –. Se ci dev’essere una squadra, prima di tutto deve esserci un gruppo, e quest’anno si è dimostrato un gruppo fortissimo. Siamo tutti amici”.

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Fonte: Sir