La protesta degli enti di promozione sportiva: "Al governo diciamo basta con le disparità"

Gli enti di promozione con le associazioni e società sportive loro affiliate protestano per le disparità nei criteri di assegnazione dei 53 milioni di contributi a fondo perduto. Appello al sottosegretario Vezzali: "Basta, esigiamo rispetto"

La protesta degli enti di promozione sportiva: "Al governo diciamo basta con le disparità"

Gli enti di promozione sportiva, con le associazioni e le società sportive dilettantistiche loro affiliate, protestano duramente contro i criteri decisi dal Dipartimento per lo Sport guidato dal sottosegretario Valentina Vezzali per l'assegnazione dei contributi a fondo perduto (sono disponibili 53 milioni di euro) alle organizzazioni che hanno in gestione impianti sportivi. Sotto accusa è la disparità di trattamento rispetto alle Federazioni sportive, le quali che potranno accedere al beneficio dimostrando di avere almeno 30 tesserati, contro i 200 che invece dovranno dimostrare di avere enti di promozione, ASD e SSD. Una disparità che viene denunciata in una lettera firmata dai presidenti di Acsi, Csen, Aics, Csi, Asc, Csn Libertas, Asi, Endas, Csain, Msp, Opes, Uisp e US Acli, cioè delle sigle che raggruppano tutto il mondo della promozione sportiva di base. 

"Passano i mesi, cambiano le legislature, ma gli Enti di Promozione Sportiva - si legge nel testo della lettera - sono costretti, ancora una volta, a denunciare l’ennesima disparità di trattamento riservata dal Governo alle nostre affiliate ASD e SSD. Il Dipartimento per lo Sport ha pubblicato le modalità e i termini, definiti con il DPCM del 30 giugno 2022, per la presentazione delle istanze per il contributo a fondo perduto in favore delle Associazioni e Società Sportive che abbiano per oggetto sociale la gestione di impianti sportivi, per l’importo complessivo di euro 53.000.000,00. Un aiuto concreto e apprezzato se non fosse per l’ormai abituale differenza di trattamento riservata agli Eps rispetto alle Federazioni, che peraltro accedono anche ai contributi per la promozione sportiva pur, molte di loro, rifiutando le convenzioni con gli EPS".  "Come leggiamo dall’articolo 3, lettera b del DPCM in questione - continua la lettera firmata dai rappresentanti degli enti di promozione sportiva - tra i presupposti oggettivi per aver accesso al contributo è necessario “avere un numero di tesserati, presso gli enti di cui all’articolo 2, comma 1, alla data di pubblicazione del presente decreto, pari ad almeno 200 unità se tesserati con EPS o 30 unità se tesserati con FSN”. Una disparità di trattamento evidente - affermano i firmatari - della quale chiediamo spiegazione alla Sottosegretaria Valentina Vezzali e che ci rammarica perché è solo l’ultima di una già lunga lista di ingiustizie da noi subite. A marzo 2021 venivamo colpiti attraverso il divieto di poter organizzare le proprie attività nelle zone rosse d’Italia, mentre le FSN potevano, poi un anno dopo è stata la volta dell’esclusione degli enti di promozione sportiva dal PNRR per le infrastrutture e ora questo".  "Non da ultimo - continuano - la considerazione che le associazioni e società sportive dovrebbero, in pieno agosto, reperire asseverazioni e dichiarazioni da professionisti qualificati e attivare le procedure con gli Organismi Sportivi. E ’il momento di dire basta, esigiamo rispetto e pari trattamento in quanto dall’inizio della pandemia siamo stati il collante tra le società sportive e le istituzioni. Siamo stati e siamo tutt’oggi il “primo soccorso” al quale si rivolgono le società e gli operatori sportivi in generale.  E come Vezzali, anche gli Enti di Promozione Sportiva e le ASD e SSD a loro affiliate sono da sempre animati da spirito di servizio, dedizione e amore per la pratica sportiva. Quella che ad oggi, con decisioni prese a nostro discapito in maniera impari e discriminatoria rispetto ad altri organismi sportivi nazionali, ci stanno mortificando. La Sottosegretaria metta la parola fine a tutto questo".
La lettera è firmata da Antonino Viti (Acsi), Francesco Proietti (Csen), Bruno Molea (Aics), Vittorio Bosio (Csi), Luca Stevanato (Asc), Andrea Pantano (Csn Libertas), Claudio Barbaro (Asi), Paolo Serapiglia (Endas), Luigi Fortuna (Csain), Gian Francesco Lupattelli (Msp), Yuri Morico (Opes), Ciro Bisogno (Pgs), Tiziano Pesce (Uisp) e Damiano Lembo (Us Acli).

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)