Lettere da Tokyo. Lettera a Ilaria Cacciamani

Giochi olimpici di Tokyo. Chiediamo a don Gionatan De Marco a chi vorrebbe scrivere oggi la sua lettera. Oggi ho deciso di scrivere a Ilaria Cacciamani, giocatrice di softball, perché il suo cognome è invito ad andare a cercare… come se fosse una vera e propria caccia al tesoro… Cosa vuoi scrivere altro a Ilaria?

Lettere da Tokyo. Lettera a Ilaria Cacciamani

“Carissima Ilaria,
penso che tu sia felice di aver partecipato a questa edizione delle Olimpiadi e aver permesso al nostro Paese di accendere i riflettori su uno sport per noi giovane, non ancora diffuso, qual è il softball! Ma se oggi prendo carta e penna per scriverti, non è tanto per rivedere le scene più belle del vostro esordio olimpico, affrontando squadre che hanno una storia nel softball… Se voglio scriverti è perché voglio prendere ispirazione dal tuo cognome per invitare te, me e quanti potranno leggere questa lettera a iniziare insieme un nuovo gioco: il CACCIAMANI! Dove il cacciare non è sinonimo di buttar fuori, ma di andare a caccia, andare a cercare… come se fosse una vera e propria caccia al tesoro!

Ilaria, andiamo insieme a caccia di quelle mani che ci sostengono! Quelle mani che si fanno porto nei momenti in cui la vita sembra tempestosa e le onde dei problemi sembrano sommergerci! Quelle mani che tirano su la nostra voglia di vivere e i nostri desideri di fare ogni giorno della nostra vita un capolavoro!

Ilaria, andiamo insieme a caccia di quelle mani che asciugano le nostre lacrime! Quelle mani che si fermano quando leggono nei nostri occhi tristezza o paura! Quelle mani che rivestono di tenerezza la nostra nudità e investono di calore le nostre notti infreddolite dalla solitudine o dall’incomprensione!

Ilaria, andiamo insieme a caccia di quelle mani che ci incoraggiano! Quelle mani che portano il nostro nome scritto sul palmo, quasi a raccontarci la preziosità di ciò che siamo! Quelle mani che con una carezza raccontano la fiducia estrema nelle nostre possibilità, nei nostri talenti, nel nostro essere capaci di bene!

Ilaria, andiamo insieme a caccia di quelle mani con cui battere cinque, quelle mani in cui riconosciamo affinità di visioni e di stile, quelle mani allenate come le nostre a dare più che a ricevere, per gustare l’esperienza adrenalinica del declinare insieme la vita sulle coordinate della bellezza e della felicità.
E saremo tutti sereni di aver dato il massimo! E, soprattutto, di aver dato il meglio!”.

Gionatan De Marco (*)

(*) direttore dell’Ufficio nazionale Cei per la pastorale del tempo libero, turismo e sport – cappellano della squadra italiana

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Fonte: Sir