Olimpiadi. Lettera a Vanessa Ferrari

Carissima Vanessa, ora che sei sul podio, organizza una scuola dove poterci iscrivere! Metti insieme tutti quei maestri e maestre di vita danzata che possano allenare gli uomini e le donne di domani a mettere in movimento la vita per farne un’opera d’arte! E sarai anche un’incorreggibile solleticatrice di sogni, testimone che dare il massimo e dare il meglio è possibile e fa della vita un capolavoro!”

Olimpiadi. Lettera a Vanessa Ferrari

“Carissima Vanessa,
te lo sei proprio meritato questo argento! Te lo sei riscattato dopo quelle due medaglie di legno di Londra e di Rio che non davano il giusto valore alla tua arte! E finalmente Tokyo ti ha vista salire sul podio olimpico, anche se sul podio – quello della bellezza – ci eri salita già da tempo!

Sì, Vanessa! Il podio della bellezza! È quello su cui salgono i campioni che fanno danzare la vita in armonia.

È quello su cui salgono i campioni che, dopo ogni salto, hanno imparato a cadere in piedi. È quello su cui salgono i campioni che nel modo in cui eseguono la danza della vita emozionano, toccano corde sconosciute dell’anima di chi li incontra. Come sai fare tu…

Vanessa, dacci lezioni di passi…

A noi che siamo abituati a fare passi un po’ scoordinati e pasticciati, facci vedere come muoverli perché traccino una scia di luce, perché il nostro stile di vita diventi attrattivo e contagioso, spingendo anche i più pigri a scendere da protagonisti sulla pedana della storia.

Vanessa, dacci lezioni di ritmo…

A noi che facciamo movimenti strampalati e sbattiamo continuamente il muso perché vorremmo danzare e suonare contemporaneamente, suggeriscici la saggezza di scegliere il danzare e di fidarci di quella musica che ogni giorno la vita ci consegna, lì dove basta imparare ad andare a ritmo di doni e di perdoni per poter arrivare fino alla fine senza fermarsi o infortunarsi.

Vanessa, dacci lezioni di acrobazie…

A noi che vediamo tutto terribilmente impossibile e preferiamo la resa alla follia, dacci una spinta almeno per provare una volta a fare una rovesciata o una ribaltata, una ruota o un flic… fino ad imparare a fare i salti, quelli che raccontano la grande saggezza della vita: la fiducia e l’abbandono!

E ogni acrobazia, diventerà acro…pazzia di vita sudata e felice!

Carissima Vanessa, ora che sei sul podio, organizza una scuola dove poterci iscrivere! Metti insieme tutti quei maestri e maestre di vita danzata che possano allenare gli uomini e le donne di domani a mettere in movimento la vita per farne un’opera d’arte! E sarai anche un’incorreggibile solleticatrice di sogni, testimone che dare il massimo e dare il meglio è possibile e fa della vita un capolavoro!”.

Gionatan De Marco (*)

(*) direttore dell’Ufficio nazionale Cei per la pastorale del tempo libero, turismo e sport – cappellano della squadra italiana

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Fonte: Sir