Pechino 2022, Russia e Bielorussia ad un passo dall’esclusione dalle Paralimpiadi

Dopo l’avanzata militare in Ucraina il Comitato olimpico ha chiesto alle Federazioni sportive di escludere nazionali e squadre di club russe e bielorusse da ogni competizione. Attesa per domani la decisione del Comitato paralimpico internazionale sulla partecipazione di Mosca e Minsk ai Giochi che partono venerdì

Pechino 2022, Russia e Bielorussia ad un passo dall’esclusione dalle Paralimpiadi

Lo sport olimpico ha deciso, “con il cuore pesante”, per la sostanziale esclusione degli atleti di Russia e Bielorussia dagli eventi e dalle competizioni internazionali: una decisione, quella del board del Cio (Comitato Olimpico Internazionale), di estrema durezza, che le singole federazioni sportive stanno provvedendo in queste ore, laddove immediatamente possibile, a rendere esecutive: lo ha fatto ad esempio, una per tutte, la Fifa, la federazione internazionale del calcio, che ha escluso la nazionale russa dai play-off per la qualificazione ai mondiali di calcio di Qatar 2022, previsti per la fine di questo mese di marzo. E ora gli occhi sono puntati sulle decisioni del Comitato paralimpico internazionale, chiamato a decidere delle sorti delle Paralimpiadi di Pechino 2022, la cui cerimonia di apertura è prevista per venerdì 4 marzo, con il via alle gare dal giorno successivo. Crescono le pressioni per un’esclusione delle delegazioni di Russia e Bielorussia, mentre si cerca di fare l’impossibile, dietro le quinte, per favorire la partenza da Kiev dei 20 atleti ucraini qualificatisi per i Giochi e permettere loro di disputare le gare previste.

La decisione del Cio: escludere Russia e Bielorussia o limitarne la partecipazione

Ieri, dopo le prese di posizione dei giorni precedenti, l’Executive Board del Comitato Olimpico Internazionale ha rotto gli indugi e ha dato le proprie direttive a tutte le federazioni sportive internazionali e agli organizzatori di eventi sportivi: la richiesta è di non invitare e non consentire la partecipazione di atleti e funzionari russi e bielorussi alle competizioni internazionali. Laddove ciò, per problemi organizzativi o legali, non sia possibile, il Cio esorta vivamente a fare il possibile per garantire che nessun atleta o funzionario sportivo russo o bielorusso possa prendere parte agli eventi sotto il nome di Russia o Bielorussia, facendo in modo che essi siano accettati solo come atleti individuali o di squadra neutrali, evitando la visualizzazione di simboli, colori, bandiere o inni nazionali.

Il Cio, in un lungo comunicato, ha spiegato di essersi trovato di fronte a un “dilemma” che non ha soluzione, con la necessità di tenere conto della “missione del movimento olimpico di contribuire alla pace attraverso lo sport e di unire il mondo” e al tempo stesso del “senso di equità nel non punire gli atleti per le decisioni del loro governo se non vi partecipano attivamente”. E però, il Cio ha anche registrato che nella situazione attuale di guerra mentre gli atleti provenienti da Russia e Bielorussia potrebbero continuare a partecipare a eventi sportivi, a molti atleti ucraini è invece impedito di farlo a causa dell’attacco al loro Paese“. Per questo, alla fine il Cio ha dato mandato di escludere o comunque limitare la partecipazione di Russia e Bielorussa agli eventi, oltre che, naturalmente, confermare la decisione già attuata la settimana precedente di annullare ogni evento sportivo sul territorio russo e bielorusso. In questo contesto, il Cio ha ribadito il “suo pieno sostegno al Comitato Paralimpico Internazionale (Ipc) e ai Giochi Paralimpici invernali di Pechino 2022”.

Pechino 2022, il dilemma dell’Ipc: domani si decide che fare

E proprio al Comitato paralimpico internazionale, che ha piena competenza sull’organizzazione dei Giochi Paralimpici invernali, passa ora la palla della decisione sul che fare, quando mancano ormai appena tre giorni alle cerimonia di apertura prevista per venerdì 4 marzo a Pechino. L’Ipc, con il suo presidente Andrew Parsons e tutto il board, è chiamato a decidere se compiere a livello paralimpico lo stesso passo già compiuto a livello olimpico: una riunione di alto livello è prevista per domani, al termine della quale potrebbe essere sancita l’esclusione di Russia e Bielorussia anche da Pechino 2022 in versione paralimpica. Una decisione che, a parte le evidenti motivazioni, avrebbe risvolti anche direttamente sportivi, dal momento che le due nazioni, così come del resto l’Ucraina, figurano nell’eccellenza degli sport invernali: quattro anni fa, in occasione dell’edizione di Pyeongchang 2018, tutte e tre avevano concluso i Giochi nella top ten del medagliere. Gli atleti russi, sotto le insegne neutrali del Comitato paralimpico, conquistarono 24 medaglie piazzandosi al secondo posto del medagliere dietro agli Stati Uniti e davanti a Canada, Francia e Germania, mentre la Bielorussia con 12 medaglie complessive si piazzò in ottava posizione, preceduta dalla Slovacchia e dall’Ucraina, sesta assoluta con 22 medaglie complessive.  

Ciò detto, la valutazione sul da farsi è chiaramente frutto di elementi extra-sportivi ed è in continua evoluzione: al momento, in assenza di un pronunciamento esplicito di esclusione, la partecipazione di russi e bielorussi è confermata. Tanto che alcuni dei 71 atleti della delegazione russa, secondo quanto riferito dal portavoce del Comitato paralimpico internazionale, Craig Spence, sono già arrivati a destinazione a Pechino.

LA RUSSIA AI GIOCHI: PER IL DOPING DI STATO È GIÀ SENZA INNO E BANDIERA

Come noto, la Russia è già ora destinataria di una sanzione che le impedisce di partecipare con pieno diritto di nazione ai Giochi Paralimpici: gli atleti russi gareggiano da tempo sotto le insegne neutrali del Comitato Paralimpico, senza bandiera nazionale e senza esecuzione dell’inno nazionale, in virtù della squalifica comminata per lo scandalo del doping di Stato, il sistema centralizzato posto in essere dalle autorità russe per utilizzare stabilmente e in modo sistematico sostanze dopanti per aumentare e migliorare le prestazioni atletiche. Una vicenda, a proposito di utilizzo dello sport a fini propagandistici, risalente proprio ai Giochi invernali disputati a Sochi 2014 e allora fortemente voluti da Vladimir Putin. Nella situazione presente non esiste dunque, a prescindere da ogni altra decisione, il rischio che sui podi di Pechino 2022 venga issata la bandiera russa e vengano suonate le note dell’inno nazionale, ma l’Ipc sa bene che questo non mette al riparo i Giochi e il loro regolare svolgimento: è infatti teoricamente possibile (o forse probabile) che alcuni atleti paralimpici possano rifiutarsi di competere contro atleti di nazionalità russa. E’ già accaduto, protagonisti proprio gli ucraini, nei giorni scorsi nelle competizioni olimpiche di Coppa del Mondo di scherma, e potrebbe accadere anche in ambito paralimpico nella cornice di Pechino 2022. In ogni caso, se per i russi vige già il divieto di inno e bandiera, ciò non vale invece per i bielorussi.

LA SQUADRA UCRAINA ARRIVERÀ A PECHINO? L’IPC: “LA LORO SICUREZZA È LA NOSTRA PRIORITÀ”

Quanto al versante ucraino, al momento non è dato sapere se gli atleti riusciranno a raggiungere la capitale cinese e a disputare le gare: il portavoce Ipc, Spence, in un'intervista concessi ieri all'Associated Press, ha affermato di sperare che essi – sono 20 gli atleti qualificati – possano prendere parte alla cerimonia di apertura, anche se al momento nessuno di loro ha potuto raggiungere la Cina. Spence non ha voluto rivelare dove si trovi al momento la squadra ucraina, affermando che “stiamo lavorando duramente dietro le quinte per portarli qui: la loro salute e sicurezza è la nostra priorità numero uno”. Le difficoltà del viaggio non sono poche: non ci sono infatti, per l’ovvia chiusura dello spazio aereo ai voli civili, aerei in partenza da Kiev e in aggiunta, ha riferito Spence, occorre considerare che i voli in ingresso in Cina possono provenire, così come è stato anche per le Olimpiadi, solo da alcuni aeroporti hub designati. Un’eredità della pandemia da Covid-19 che contribuisce a rendere ancora più complicato l’arrivo degli ucraini a destinazione.

PARALIMPIADI A RISCHIO EMERGENZA: IL PRECEDENTE DELL'AFGHANISTAN

E così, per la seconda volta in pochi mesi, il Comitato paralimpico internazionale si ritrova ad agire, a pochi giorni dall’avvio delle Paralimpiadi, in un contesto di grave crisi geopolitica. Era successo anche nell’agosto 2021, quando a poco più di dieci giorni dall’avvio delle Paralimpiadi estive di Tokyo 2020 il precipitare della situazione in Afghanistan, con la presa del potere da parte del regime talebano, aveva messo a repentaglio la partecipazione degli atleti afghani. Ora per certi versi la situazione è perfino più complessa di quella dell’estate 2021 e la sensazione è che l’Ipc non potrà limitarsi, come già peraltro fatto nei giorni scorsi in accordo con il Cio, a condannare la violazione da parte della Russia della tradizionale “tregua olimpica” (la consuetudine di astenersi da ogni azione bellica durante il periodo dei Giochi), un periodo che formalmente copre la fascia temporale compresa fra i sette giorni antecedenti l’avvio delle Olimpiadi e i sette giorni successivi la fine delle Paralimpiadi. Come del resto ha ammesso lo stesso portavoce dell’Ipc: “Ci piacerebbe che l'attenzione in questo momento fosse sullo sport, ma per ora non è così".

Stefano Caredda

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)