Quando lo sport vince l'emarginazione: al via a Roma Sport4Equality

Il progetto, promosso da Nove onlus e Sport Senza Frontiere onlus, si rivolge a minori a rischio e famiglie in estrema difficoltà economica: si parte a Roma, con 25 beneficiari, di cui cinque con disabilità. “Un modello replicabile”

Quando lo sport vince l'emarginazione: al via a Roma Sport4Equality

Lo sport per superare gli ostacoli, le barriere, le diseguaglianze: è la scommessa che da anni portano avanti Nove onlus e Sport senza frontiere onlus, in luoghi e contesti diversi. E che oggi rinnovano, lanciando il progetto #sport4equality, che inaugura a Roma, e che è pronto per essere replicato in tutta Italia e non solo. Un progetto triennale, che mira all'inclusione sociale, attraverso lo sport, dei minori a rischio di emarginazione con famiglie in estrema difficoltà economica. Dedicato a supportare bambini tra i 6 e i 14 anni e le loro famiglie, il programma coinvolge venti beneficiari, tutti residenti a Roma, selezionati grazie alla rete di partner socio-assistenziali di Sport Senza Frontiere. Parteciperanno alle attività anche cinque minori con disabilità fisiche, sempre residenti a Roma, che potranno seguire il percorso sportivo con la Scuola di Para Atletica Fispes.

Le due organizzazioni mettono in campo le proprie competenze ed esperienze: Nove Onlus, fra i suoi progetti di sviluppo socio economico promuove da anni l’integrazione sociale di persone disabili attraverso lo sport in Afghanistan. Dal canto suo, Sport Senza Frontiere utilizza da 10 anni lo sport come acceleratore nell’acquisizione di comportamenti sani dal punto di vista delle relazioni e della salute. L’impatto negativo del Covid–19 sulle categorie più fragili ha portato Nove Onlus e Sport Senza Frontiere a implementare i modelli di intervento adattivi sulle criticità emergenti. Le associazioni hanno dunque unito le proprie energie per sviluppare un progetto integrato che coniuga attività sportiva gratuita, prevenzione ed educazione sanitaria, supporto scolastico, contrasto alla povertà educativa e digitale, sostegno alla genitorialità, formazione e azioni di sensibilizzazione sul territorio.

La funzione terapeutica dello sport viene assicurata da una serie attività e di figure professionali dedicate a fronteggiare il disagio sociale e il rischio “dell’invisibilità”. Questo progetto vede la genitorialità come parte attiva del percorso, si propone di dare un supporto alle famiglie fornendo informazioni e competenze a sostegno del delicato ruolo di guida nello sviluppo dell’identità e delle capacità relazionali dei propri figli. Sulla base di queste finalità sono state predisposte attività di tutoraggio e monitoraggio, counselling psicologico con operatori psico-pedagogici e mediatori culturali, screening medico sanitari, azioni previste dal modello d’intervento decennale di Sport Senza Frontiere, affiancate da laboratori di educazione alimentare, assistenza alle famiglie e alla genitorialità. Una particolare attenzione viene dedicata alla sicurezza online per educare i minori e le famiglie e all’uso positivo delle tecnologie digitali e ai rischi del web, attraverso una serie di workshop con esperti di cyber-bullismo e di lotta al traffico di esseri umani del team ASD il Ponte. E’ prevista la partecipazione attiva di associazioni sportive, allenatori, studenti, insegnanti, volontari e testimonial oltre alla fornitura di materiali e attrezzature per la Didattica a Distanza laddove totalmente assenti o inutilizzabili.

L’obiettivo di Nove Onlus, Sport Senza Frontiere Onlus e delle associazioni in collaborazione è di promuovere una rete solidale e modelli replicabili a sostegno della crescente domanda di aiuto proveniente da tutto il territorio nazionale.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)