Sport e minori: aree all'aperto, (pochi) spazi a scuola e (forti) differenze

Rapporto dell’Osservatorio #conibambini: meno di 1 giovane su 4 fa sport in spazi all'aperto non attrezzati e solo il 14-18% dei minori in quelli attrezzati. In pandemia le aree all’aperto sono diventate essenziali ma non sono presenti ovunque e solo il 40,8% delle scuole italiane è provvisto di palestra o piscina

Sport e minori: aree all'aperto, (pochi) spazi a scuola e (forti) differenze

Prima della pandemia, i minori praticavano prevalentemente sport in spazi chiusi, è molto meno frequente la pratica sportiva "libera": meno di 1 giovane su 4 fa sport in spazi all'aperto non attrezzati, contro il 41,9% dell'intera popolazione. E anche l'attività in spazi all'aperto attrezzati coinvolge solo il 14-18% dei minori, contro una media del 24,8%. Lo rileva il rapporto nazionale sui minori e lo sport, che ha monitorato la pratica sportiva per bambini e ragazzi prima e dopo la pandemia, diffuso oggi dall’Osservatorio #conibambini, promosso da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Le aree all'aperto

Nell’emergenza legata alla pandemia le aree all’aperto, tra campi sportivi, piscine, campi polivalenti, aule verdi e altri spazi con funzioni ludiche e ricreative, sono diventate essenziali ma non sono presenti ovunque.  
Nelle città del nord-est si trova il 18% dei minori e quasi il 40% delle aree sportive all'aperto presenti nei capoluoghi italiani, mentre in quelle del sud il 19% dei minori e solo il 10% delle aree sportive all'aperto. Rapporto sfavorevole anche per le città del nord-ovest (24% dei minori, 18% delle aree sportive) e per quelle delle isole (11%, 7%), mentre maggiormente equilibrato al centro (28% dei minori, 26% delle aree sportive). Nelle città del Mezzogiorno, al contrario del nord-est troviamo meno aree sportive che possono essere utilizzate dai minori, il 96% dei capoluoghi del sud continentale le aree sportive all'aperto non raggiungono i 15 mq per minore. L'unica città del sud a superare i 15 mq per minore è Benevento (38,1). Superano comunque la media nazionale (9 mq) anche Catanzaro, Andria, Teramo e Potenza.

Strutture sportive a scuola

L’attività sportiva svolta in orario scolastico può rappresentare per molti giovani una delle poche occasioni per praticare uno sport, sottolineano gli osservatori, ed è per questo che l’educazione fisica è considerata a pieno titolo una disciplina didattica. Ma solo il 40,8% delle scuole italiane è provvisto di palestra o piscina.
Forti le differenze territoriali:  Friuli e Piemonte sono le uniche regioni in cui il numero di scuole con strutture sportive supera il 50%; in fondo alla classifica Calabria (20,5%) e Campania (26,1%), che sono anche quelle – avvertono gli analisti - con il minor numero di ragazzi e ragazze che praticano sport con continuità.  Anche tre regioni nel nord si trovano al di sotto della media nazionale: Valle d’Aosta (39,3%), Emilia Romagna (34,8%) e Liguria (40,2%). Tra le 15 province, in base alla percentuale di scuole dotate di palestre o piscine, ci siano 3 province su 4 del Friuli Venezia Giulia ed è presente una sola provincia piemontese, seconda regione in Italia considerando i dati a livello regionale (città metropolitana di Torino). Al contrario, sono presenti in questa classifica alcune province situate all'interno di regioni che presentano un dato inferiore alla media nazionale come Caltanissetta  e Savona. Roma e Firenze si collocano rispettivamente al dodicesimo e tredicesimo posto. Tra le province con meno palestre, 9 si trovano nel Mezzogiorno.

Strutture sportive e periferie

Il maggior numero di strutture sportive scolastiche si concentra nei comuni polo e nei poli intercomunali.  In questi centri circa il 45% delle scuole ha la palestra annessa. Seguono poi i comuni di cintura che fanno parte dell'hinterland dei poli (40,9%), i comuni intermedi (36,3%), quelli periferici (36%) e infine gli ultra-periferici(35,9%). “In questi contesti – si legge - spesso le strutture scolastiche rappresentano una delle poche alternative (se non l'unica) che bambini e ragazzi hanno a disposizione per praticare sport”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)