Dionisio Cumbà. Da studente a Padova a ministro della Salute della Guinea-Bissau

Dionisio Cumbà. Da poche settimane è ministro della Salute della Guinea-Bissau, suo paese d’origine, da dove è partito tanti anni fa per studiare da infermiere a Verona. Poi si è laureato in medicina a Padova. Qui, al pronto soccorso pediatrico, ha conosciuto Laura

Dionisio Cumbà. Da studente a Padova a ministro della Salute della Guinea-Bissau

È da qualche settimana ministro della Sanità del suo Paese, la Guinea-Bissau, ma essendo l’unico chirurgo pediatrico della piccola nazione africana, già colonia portoghese, è sempre pronto a svolgere la sua opera: così anche pochi giorni fa le guardie del corpo lo hanno accompagnato in ospedale, dove ha salvato due giovani vite. Una storia di riscatto e di servizio che ha forti legami con Padova, Dolo e Piove di Sacco, quella di Dionisio Cumbà, 49 anni, laureatosi all’ateneo patavino.

Oltre vent’anni fa padre Ermanno Battisti, missionario del Pime-Pontificio istituto missioni estere, prestava il suo servizio in Guinea-Bissau e indirizzò, grazie a una borsa di studio, Dionisio Cumbà a frequentare la scuola infermieri di Verona. Ottenuta la prima qualifica, Dionisio – che all’epoca non poteva essere assunto come infermiere, perché cittadino extracomunitario – svolse il lavoro di operatore socio-sanitario all’ospedale di Dolo. Qui conobbe il portinaio della struttura, Rino Stocco, che diventò suo amico. «Rino e Dionisio si sono capiti subito, anche se il primo lo apostrofava con un affettuoso “ciao moreto” – racconta la moglie Laura Dante, di Piove – Per mio marito, Rino è divenuto un secondo padre e grazie all’aiuto di alcune famiglie di Arino di Dolo, gli è stato possibile coronare il suo sogno: la laurea in medicina».

Grazie a una rete solidale, infatti, il giovane infermiere africano ha potuto iscriversi e frequentare con profitto l’Università di Padova, per accedere nel 2004, dopo la laurea, alla specialità in chirurgia pediatrica, ottenuta nel 2010. E in ospedale a Padova è scattata la scintilla tra Laura e Dionisio, che andava in reparto come medico specializzando per dare consulenza sui bambini che arrivano al pronto soccorso pediatrico. Una storia d’amore e anche di fatica per i coniugi Cumbà, la cui unione è stata poi allietata dall’arrivo di Marco nel 2011 e di Irene nel 2014; la famiglia risiede nel popoloso quartiere di Sant’Anna di Piove di Sacco, dove i figli studiano, mentre Laura lavora come infermiera in pediatria a Padova.

«Dionisio – continua la moglie – mi ha sempre detto che avrebbe voluto restituire le cose apprese durante gli anni di studio a Padova al suo Paese, che ha vissuto anni di travagliata guerriglia ed è uno dei più poveri dell’Africa». Da Bissau, la capitale del Paese, dove si trova al momento, Dionisio aggiunge: «Laura ha compreso le mie intenzioni e ha assecondato il mio desiderio, perché lavora nella sanità pure lei e sa quanto sia importante la presenza di un medico in terra africana».

Dionisio è così rientrato in patria – dove è l’unico chirurgo pediatrico della Guinea-Bissau e dove non esistono posti letto di terapia intensiva – e opera nella clinica di St. Josè em Bor. È diventato direttore dell’Istituto nazionale di salute pubblica, un impegno notevole dal punto di vista del lavoro, che lo occupa totalmente, per uno stipendio ben inferiore ai mille euro mensili. «Quando gli hanno prospettato il nuovo incarico – confida Laura – per la prima volta in tanti anni che lo conosco, l’ho visto davvero preoccupato, ma ha accettato per l’amore verso il suo Paese e la grande passione con cui svolge il lavoro di medico». E il neo ministro aggiunge: «Ora che mi trovo a guidare la sanità pubblica della Guinea-Bissau, intendo impegnarmi affinchè possa arrivare dappertutto, cercando anche di educare il mio popolo con pazienza e determinazione». E Dioniso, già da direttore dell’Istituto nazionale di salute pubblica ha dato ottima prova di sé, grazie anche a una fitta rete di relazioni intessute durante il periodo di studi a Padova, rapporti che mantiene e rafforza durante i suoi soggiorni in Veneto per stare con Laura, Marco e Irene.

Dopo essere rientrato nel suo Paese, finiti gli studi universitari, con padreErmanno Battisti hanno costruito un ospedale pediatrico – il St. Josè em Bor – grazie al sostegno di alcuni industriali bresciani. Nel tempo Dionisio Cumbà si è fatto promotore di numerose missioni mediche dall’Italia, a partire dal suo professore di specializzazione a Padova; ma anche da Brescia, Foggia, Ferrara, dalla Sicilia con un gruppo di anestesisti, per un totale di diecimila interventi, che in molti casi hanno salvato la vita a bambini fragili in un contesto sanitario, quello della Guinea-Bissau, molto precario.

Mesi durissimi durante la pandemia

Con la pandemia di Coronavirus anche la Guinea-Bissau ha vissuto un’emergenza. «Non è stato facile convincere le persone che si trattava di un virus pericoloso – racconta Dionisio Cumbà – In molti dicevano “è una malattia dei bianchi”, non rispettavano le regole. Ad aprile 2020 abbiamo avuto il primo morto per Covid-19 ed è arrivata la paura. Abbiamo cominciato a testare e trovato troppi positivi. Non avevamo terapie intensive, non c’era ossigeno per far fronte alla richiesta. Nel 2020 abbiamo affrontato tre mesi durissimi. Poi è tornata la calma, fino a dicembre. Alcuni sono tornati e hanno portato la variante inglese, a inizio anno abbiamo affrontato un momento molto difficile». I vaccini sono arrivati in Guinea-Bissau grazie al programma internazionale Covax.

Guinea-Bissau: uno degli stati più piccoli dell’Africa

La Repubblica di Guinea-Bissau è uno degli stati più piccoli dell’Africa. Già colonia del Portogallo, la GuineaBissau proclamò l’indipendenza il 24 settembre 1973 e venne poi riconosciuta a livello internazionale il 10 settembre dello stesso anno. Al nome originario fu aggiunto quello della capitale Bissau, per impedire la confusione con il vicino stato della Guinea, ex colonia francese.

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