Sara Galzignato, ingegnere aerospaziale originaria di Dolo: con testa e cuore nello spazio

Sara Galzignato Ingegnere aerospaziale, originaria di Dolo, ha fatto dei suoi studi una passione e una professione. Dopo il percorso all’Università di Padova e al Politecnico di Milano, lavora oggi in Francia dove realizza programmi per l’attività in orbita dei satelliti

Sara Galzignato, ingegnere aerospaziale originaria di Dolo: con testa e cuore nello spazio

Da Dolo a Tolosa per amore del volo. La storia di Sara Galzignato, ingegnere aerospaziale, si potrebbe riassumere così: una grande passione per la fisica maturata sui banchi di scuola e oggi un impiego nella scrittura software per Airbus, quelli che servono per “fare andare avanti” satelliti e altri giocattoli volanti. Nel mezzo un curriculum accademico di primo livello, di quelli che da soli riempiono una pagina di LinkedIn e mettono in difficoltà cugini fuoricorso e vicini di casa durante le rimpatriate di Natale, tra l’Università di Padova, il Politecnico di Milano e l’Istituto di Aeronautica e Spazio (Isae-Supaero) di Tolosa, in Francia. «Deve veramente piacerti quello che stai facendo» dice con semplicità Sara Galzignato, perché in fondo la chiave per studiare così tanto, per dedicarsi anima e corpo a una passione è arrivare al punto di farne una vocazione. «Perché se tu in quel momento stai odiando quello che fai e lo fai solo perché è molto difficile, secondo me, purtroppo, alla fine non ci arrivi». Una fine che è soprattutto un fine, uno scopo prima che un traguardo. «Devo dire che a me piace tantissimo andare al lavoro e quello che sto facendo mi gratifica veramente tanto – racconta con un pizzico di ironia Galzignato – E la settimana passa molto in fretta, certo, ma lo fa anche il weekend, però...». Svegliarsi la mattina con la gioia di andare a lavorare, perché in quel lavoro si vede il compimento di un percorso di studio ma, soprattutto, una possibilità per continuare a imparare e vedere una diretta applicazione di ciò che si è contribuito a creare. Nello specifico, Galzignato si occupa di scrivere quei software che sono necessari ai satelliti per “fare cose” in orbita, a realizzarli è la francese Airbus che, oltre all’aeronautica civile, ha una storica divisione specializzata in tecnologie per la difesa e lo spazio. «Sono arrivata a Tolosa per un percorso di stage che è servito per chiudere la doppia laurea in Francia e per poter scrivere la tesi in Italia – racconta Sara Galzignato – Ho potuto lavorare a un progetto molto interessante, soprattutto perché ho avuto la possibilità di usare il terminale e quindi, a breve, potrò vedere le cose su cui ho lavorato applicate a veri satelliti che dovrebbero essere lanciati entro fine anno, se non ricordo male, a meno di ritardi. Quindi è molto bello, perché hai effettivamente la possibilità di vedere applicato quello che fai a qualcosa di funzionante e di vero. Penso che sia quella cosa in più rispetto al fare ricerca dove, per quanto sia bellissima, poi rischia di rimanere un po’ fine a se stessa, mentre la cosa positiva di lavorare in un’azienda come Airbus è che poi vedi concretamente i frutti del tuo lavoro». In Italia aziende della dimensione del “consorzio” Airbus non esistono: all’avanguardia in alcuni ambiti c’è il colosso nazionale Leonardo, già Finmeccanica, ma i numeri sono diversi e forse anche le ambizioni, al netto di alcune eccellenze. Il mondo dell’aerospazio, poi, ha avuto nuovo slancio negli ultimi anni, complici anche le forti commesse legate alla difesa: il riaffacciarsi della guerra in Europa conseguente all’invasione russa in Ucraina ha portato gli stati, principali azionisti delle aziende del settore, a riconsiderare investimenti magari a lungo relegati ai margini, e a questi si sono assommati quelli legati, ad esempio, alle reti informatiche e alla ricerca. I nostri connazionali in questo si fanno valere, in patria come all’estero, basti pensare che uno dei centri nevralgici dell’Esa, il corrispettivo della Nasa americana, ha la sua sede a Frascati (Roma). «Gli italiani all’estero sono molto ricercati – racconta ancora Galzignato – secondo me, le conoscenze che si acquisiscono nelle università italiane sono un pochino superiori rispetto a quello che ho visto qui in Francia. Cioè noi italiani arriviamo molto preparati e, secondo me, è un grande vanto ed è anche un peccato perché ci sarebbe tanto da offrire in Italia, l’istruzione è molto buona, però purtroppo non ci sono grandi possibilità lavorative, quindi tante persone sono costrette poi a partire». È un refrain che si ripete troppe volte, a sfogliare le cronache: quando la formazione è buona, il lavoro spesso non è all’altezza delle (legittime) aspettative e ambizioni, e quando invece il lavoro c’è, non riesce a incrociare le professionalità richieste. «Qui in Francia ho avuto la possibilità di fare veramente molta pratica, vedere anche molti casi verosimili – conclude Sara Galzignato – però sento che le conoscenze che ho maturato in questi anni sono quelle che ho appreso al Politecnico, in Italia».

Airbus, colosso mondiale leader nell’aeronautica
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Airbus è dal 2019 leader mondiale nell’aeronautica civile, dopo aver superato il produttore americano Boeing. Con oltre 58 miliardi di fatturato e più di 140 mila impiegati, l’azienda produce anche satelliti, missili, vettori spaziali e sistemi di comunicazione. Tra i prodotti di punta anche l’Eurofighter, caccia multiruolo adottato dalle principali aeronautiche europee.

Giovani ambasciatori delle comunità

«Sara e gli altri giovani concittadini all’estero mi piace considerarli come “ambasciatori” della loro comunità – riferisce il sindaco del paese, Gianluigi Naletto – Da Dolo, ogni anno più di una decina escono dall’Italia per studio e lavoro. Di loro parlo spesso con affetto e soprattutto tanto orgoglio, sicuro della loro testimonianza identitaria e valoriale. In loro apprezzo la curiosità, l’audacia, il desiderio di futuro, la consapevolezza e la responsabilità di sentirsi cittadini del mondo. Qualche volta, qualcuno passa in municipio a trovarmi e tutti gioiscono, quando gli consegno il gagliardetto comunale. L’ultimo giovane concittadino che ho conosciuto all’ufficio anagrafico, mentre rinnovava la carta d’identità, è Marco, prossimo alla partenza per l’Olanda, per frequentare la facoltà di Medicina. Ci siamo lasciati con una promessa: scriverci ogni volta che ci sentiamo soli ad affrontare una scelta o una prova molto difficile».

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