Prima Domenica di Avvento *Domenica 3 dicembre 2023

Marco 13,33-37

Prima Domenica  di Avvento *Domenica 3 dicembre 2023

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

Cominciamo il nuovo anno liturgico 

con un’invocazione: «Se tu squarciassi i cieli e scendessi!» (Is 63,19). È la preghiera di chi non ne può più. Di chi è consapevole di essersi bruciato le ali, finendo in un labirinto da cui non riesce più a uscire. Credeva di essere più furbo di tutti, anche di Dio, e, invece, ha rovinato tutto. «Siamo divenuti tutti come una cosa impura, e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia; tutti siamo avvizziti come foglie, le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento» (64,5). Ci siamo fatti male noi, e, ciò che è più grave, abbiamo portato fuori strada chi ci veniva dietro: «In balìa della nostra iniquità, nessuno invocava il tuo nome, nessuno si risvegliava per stringersi a te». Cosa ci rimane da fare se non ritornare da te? 

Così non possiamo continuare: noi con la vergogna, che ci mangia l’anima, e tu Dio con la rabbia che ti confina lassù, prigioniero della tua santità. Invece,
«se tu squarciassi i cieli e scendessi, davanti a te sussulterebbero i monti» (Ivi) e noi non andremmo più «vagando lontano dalle tue vie» (63,17) con il cuore che diventa di pietra. 

Siamo sicuri, Signore, che se da lassù, dove te ne stai «seduto sui cherubini» (Sal 79,2), dessi anche solo uno sguardo, fosse anche di sfuggita, alla tua vigna e vedessi com’è ridotta, in un attimo saresti quaggiù… a vedere, a visitare questa vigna, a proteggere «quello che la tua destra ha piantato» (79,15-16.18). «Tu, pastore d’Israele», non puoi dimenticare quello che sei: «Sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore» (Is 63.16). E, quindi, «Dio degli eserciti, ritorna! Risplendi. Risveglia la tua potenza e vieni a salvarci!» (79,2-3)

T’invoca non solo il male che ci siamo fatti, t’invoca soprattutto il bene, che alcuni di noi, nonostante tutto, son riusciti a ritagliare dentro questo mondo marcio. Sono oasi di paradiso. Pascoli verdissimi, acque tranquille. Abbiamo paura perfino a parlarne tanto ci sono care e tanto ci sembrano un miracolo impossibile sotto questi cieli di tempesta. «Fratelli, in Cristo Gesù – ci conferma Paolo – siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza. La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che non manca più alcun carisma a voi» (1Cor 1,5-7)

Ne è nata una comunità viva, una carità forte. Attenti alle necessità di ognuno, ci si nutre della tua Parola, che dà sapienza nuova alle nostre parole, densità feconda ai nostri gesti e tanta speranza ai nostri giorni. Dalla noia più amara siamo passati alla gioia più contagiosa. È troppo bello per non continuarlo e rinvigorirlo. Infatti – dice sempre Paolo – siamo sicuri che
«egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo» (1,8). E, allora, dacci una mano, Signore, a non perdere tanta grazia! Lo sappiamo! «Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia e si ricordano delle tue vie» (Is 63,4). Quindi… aiutaci ad aggiungere grazia a grazia. A non accontentarci di questi piccoli assaggi. Sei tu la risposta giusta a tutte le nostre attese. Non soltanto per gli approdi finali, ma anche per tutta la strada che ci aspetta per raggiungerli. 

«Io sono l’alfa e omega, il Primo e l’Ultimo, il Principio e la Fine» (Ap 21,13) - risponde prontamente Gesù – 

«Io sono la Risurrezione e la vita» (Gv 11,25), «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12). «Io sono la via, la verità e la vita!» (14,6). E, soprattutto, «Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo!» (Mt 28,20).

E, allora, «vieni presto, Signore Gesù!». Non aspettare la fine del mondo. Vieni adesso, vieni in mezzo al nostro mondo. «Sì, vengo presto!» (Ap 21,20) – ci risponde – Ma, voi «fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare» (Mc 13,33-34). Signore – gli rispondiamo noi – non ci importa niente, se è «alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino» (13,35). Vieni quando vuoi. Ci troverai svegli! Di sicuro! Perché «Tu, Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani» (Is 64,7)

«Fratelli – conclude contento Paolo – per voi ci sarà solo «grazia e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!» (1Cor 1,3).

frate Silenzio

Sorella allodola

Dal bene e dal male unico è il ritornello: Vieni!

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