«L'italicum creerà un sistema parlamentare bipartico»

Il giuramento di Sergio Mattarella ha archiviato il capitolo sull'elezione del nuovo capo dello stato e ora la politica torna alla normalità, che in questo momento storico significa riforma costituzionale e soprattutto legge elettorale. Secondo Roberto D'Alimonte, giurista, acuto osservatore ed editorialista del Sole 24 ore, l"Italicum" creerà un sistema bipartitico sul modello europeo.  

«L'italicum creerà un sistema parlamentare bipartico»

Con 184 “sì”, 66 “no” e due astenuti il senato ha dato il via libera alla nuova legge elettorale, che ad aprile tornerà alla camera. Tra i padri nobili dell’“Italicum 2.0”, versione aggiornata del primo “Italicum” con i ritocchi scaturiti dal patto del Nazareno e dalle mediazioni con gli altri partiti di maggioranza, spicca sicuramente Roberto D’Alimonte, direttore del Centro italiano studi elettorali. Come conferma lui stesso, il professore D’Alimonte è stato uno degli ispiratori di Matteo Renzi in tema di riforme istituzionali. «Con il premier ci siamo confrontati sulla riforma della legge elettorale nella fase embrionale, l’ho sentito l’ultima volta circa un anno fa. Penso che oggi “legga” le mie osservazioni sul tema attraverso gli articoli che scrivo».

Con gli emendamenti presentati in commissione, e in special modo da Anna Finocchiaro, l’“Italicum 2.0” si avvicina al vecchio “Mattarellum”, con il premio alla lista (e non alla coalizione) che prende il 40 per cento dei voti (non più il 37 per cento) e un eventuale ballottaggio. «Con il tempo il sistema si avvierà verso una dinamica bipolare e bipartitica. Il premio di maggioranza alla lista e l’introduzione del meccanismo del doppio turno favoriscono due grandi partiti di sistema, che fungeranno da riferimento all’interno di due poli. Ciò non avverrà in tempi rapidi, prima devono sbrogliarsi le matasse politiche nel centrodestra, ma la strada è quella. Con questi due “incentivi istituzionali” forti, premio e doppio turno, il nostro modello di competizione diventerà giocoforza bipartitico. Non ci saranno tuttavia “solo” due partiti, perché il nostro sistema politico è pur sempre di tipo plurale».

Uno schema europeo: centrosinistra contro centrodestra. Per non far scattare il meccanismo del “doppio turno” uno dei poli in competizione deve dunque arrivare al 40 per cento dei consensi. Per Silvio Berlusconi «l’attribuzione del premio di maggioranza a una lista invece che a una coalizione può rappresentare un importante stimolo a superare egoismi e particolarismi delle forze politiche, quasi una imposizione di legge per l’unificazione del centrodestra».

«Nelle elezioni comunali – prosegue Roberto D’Alimonte, che attualmente è direttore del dipartimento di scienze politiche della Luiss di Roma – l’asticella è stata fissata al 50 per cento, con l’“Italicum” è al 40 per cento, un po’ più bassa, ma un partito che arriva a quel livello è evidentemente un grande partito, per cui non appare irragionevole fargli fare il “salto” verso la maggioranza. Tranne a Beppe Grillo, questa soglia va bene a tutti. Il 40 per cento, anziché il 37, è una mediazione voluta dalla minoranza Dem, accolta saggiamente da Matteo Renzi. Ed è anche una richiesta del sottoscritto, la soglia l’avevo prevista ben prima della formulazione del progetto di legge».

L’“Italicum 2.0” prevede inoltre uno sbarramento al 3 per cento (e non più all’8) per i partiti non coalizzati e del 4,5 per cento per quelli coalizzati (con le coalizioni che devono superare il 12 per cento). L’esigenza della rappresentanza dei partiti minori è stata dunque salvaguardata anche questa volta. «È stata una sorpresa anche per me, personalmente ero fautore di una “soglia unica”, ma su questo punto non sono stato ascoltato. Il sistema “degli sconti” non mi piace, lo schema è quello pensato da Denis Verdini nella prospettiva di tentare la riunificazione dei partiti del centrodestra, per far tornare a casa “le pecorelle smarrite”. In sostanza ci sarà un sistema di soglie simile a quello in vigore per le regioni, inventato al tempo da Pinuccio Tatarella. L’Ncd ha accettato il premio alla lista sostanzialmente in cambio di soglie interne ed esterne alla coalizione più basse».

Sulla selezione dei parlamentari, nei nuovi 100 collegi plurinominali si introducono le preferenze ma i capilista rimangono bloccati. «È il frutto di un compromesso politico, niente di scandaloso. Un omaggio a Silvio Berlusconi per la sua collaborazione, in politica il do ut des non è certo un crimine. In fin dei conti Matteo Renzi non ha i voti per fare la legge elettorale da solo o per fare la legge che più gli piace. Berlusconi ha ceduto sul doppio turno e sul premio alla lista, ma ha chiesto di scegliere i capilista. Personalmente sono critico sulle preferenze: in questa fase storica, portano più svantaggi che vantaggi. Il voto di scambio, l’infiltrazione malavitosa in certe aree del paese, i costi insostenibili delle campagne elettorali. Inoltre le preferenze innescano il meccanismo della competizione all’interno dei partiti. Avrei preferito le liste bloccate corte». L’“Italicum” vale solo per la camera in attesa della composizione del nuovo senato. Rimane così l’“incognita palazzo Madama”, con una eventuale ipotesi di voto anticipato prima dell’approvazione definitiva della legge elettorale.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Parole chiave: D'Alimonte (1), Italicum (10), legge elettorale (9)