La parola ai preti novelli: il programmatore meccanico, frate di sant'Antonio.

Fra Simone Milani è trevigiano di Loria e si è diplomato all'istituto professionale Galilei di Castelfranco. Ma la sua vocazione, evidentemente non era quella del programmatore meccanico. Dal 2008, postulato, noviziato, baccalaureato alla Facoltà teologica del Triveneto, i voti perpetui e le ordinazioni. In mezzo le esperienza pastorali, in particolare quella alla Guizza, che hanno segnato il suo stile di frate.  

La parola ai preti novelli: il programmatore meccanico, frate di sant'Antonio.

Simone Milani (23 aprile 1983), è originario della parrocchia di San Mauro Abate a Castione di Loria (Treviso). Ultimo di quattro fratelli, ha frequentato l’istituto professionale Galileo Galilei di Castelfranco Veneto. Dopo il diploma conseguito nel 2003, ha lavorato come programmatore meccanico fino al 2008, quando ha iniziato il postulato dei frati minori conventuali a Brescia. Dopo l’anno di noviziato ad Assisi, dal 2011 ha frequentato la Facoltà teologica del Triveneto conseguendo il baccalaureato. Il 3 ottobre 2015 ha emesso i voti perpetui. Durante gli anni di formazione a Padova ha prestato per due anni servizio nella parrocchia dei Santi Angeli Custodi, quartiere Guizza, e per un anno nell’ospedale civile con i padri camilliani. Da settembre 2016 vive nella comunità francescana della parrocchia di Sant’Antonio dell’Arcella.

La domanda

In questi anni di formazione hai avuto la possibilità di prestare servizio in una parrocchia della città di Padova. Come quest’esperienza ha arricchito il tuo cammino da consacrato?

Noi giovani frati conventuali del nord Italia, dopo l’anno di noviziato, iniziamo lo studio della teologia nel convento Sant’Antonio dottore, in via San Massimo. Durante questi anni di studio e discernimento ogni frate è anche chiamato dal proprio superiore a svolgere un servizio pastorale che lo impegni nel fine settimana in varie realtà parrocchiali o sociali, come ad esempio il carcere o l’ospedale. L’esperienza che ho vissuto per due anni nella parrocchia dei Santi Angeli Custodi è stata certamente quella che più mi ha segnato.

L’accoglienza del parroco don Luigi Bortignon, di don Giuseppe Galiazzo e di don Mirco Zoccarato, allora cappellano, mi hanno colpito fin da subito. In particolare però è stato lo stile pastorale di don Mirco con i giovani della parrocchia ad affascinarmi: un modo di relazionarsi semplice e profondo allo stesso tempo. Oggi che ho ricevuto il sacramento dell’ordine mentre sono nella parrocchia di Sant’Antonio all’Arcella, impegnato prevalentemente nell’ambito giovanile, il ricordo di quell’esperienza alla Guizza è un bagaglio da cui attingere molti insegnamenti. Il primo e più importante di questi è

uno “stile” di prossimità da adottare nei confronti dei giovani, cioè avere con essi atteggiamenti di vicinanza, amicizia, stima e simpatia. L’esperienza pastorale vissuta nella parrocchia dei Santi Angeli Custodi ha certamente arricchito anche il mio cammino di consacrato, aiutandomi ad avere sempre più consapevolezza che la mia chiamata alla vita francescana vive di due realtà complementari: la vita fraterna in comunità e la vita pastorale.

Nel mio percorso formativo ho avuto la grazia di fare queste esperienze pastorali in cui lasciare, almeno per il week-end, i libri chiusi in camera, vivendo momenti di incontro con tante persone, a contatto diretto con tutte le loro «speranze e angosce», cercando di illuminarle e inquadrarle all’interno di una visione di fede. Concludo ringraziando i miei formatori per avermi permesso di vivere quell’esperienza che insieme alle tante altre vissute negli anni della formazione iniziale hanno contribuito a farmi progredire nel cammino di sequela del Signore Gesù nella famiglia dei frati minori conventuali.

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