Padre Paolo Bizzeti vescovo nelle terre di san Paolo
Viene ordinato vescovo domenica 1 novembre nella basilica di Santa Giustina, padre Paolo Bizzetti, padovano d'adozione (nella foto al centro), da otto anni alla guida dell'Antonianum. Sarà vicario apostolico del vicariato di Anatolia in Turchia, dove ad Antiochia nacque san Luca, le cui spoglie sono conservate a Santa Giustina. «C’è un forte legame tra la città principale del mio vicariato e Padova» sottolinea il vescovo.

Nel 1984, da giovane padre gesuita, aveva chiesto ai suoi superiori di partire come missionario per la Turchia. A 31 anni di distanza, un suo superiore, anche lui gesuita, l’ha accontentato, ma in un modo forse un po’ diverso rispetto a come se l’era immaginato. Padre Paolo Bizzeti, fiorentino di nascita, da otto anni direttore dell’Antonianum a Padova, è stato scelto da papa Bergoglio come vicario apostolico dell’Anatolia, regione ecclesiastica che comprende la Turchia orientale, da cinque anni senza pastore dopo l’assassinio di mons. Luigi Padovese.
Biblista, profondo conoscitore di terre bibliche e della Turchia, padre Paolo è chiamato a cambiare vita: «Nessuna esperienza che ho fatto andrà persa, tutto mi tornerà utile, grazie al Signore». Domenica 1 novembre, solennità di tutti i santi, viene ordinato vescovo, alle 10.30, nella basilica di Santa Giustina. «Non è una scelta casuale – confessa padre Paolo – la basilica di Santa Giustina conserva il corpo di san Luca, che secondo la tradizione è proprio nativo di Antiochia. C’è, dunque, un legame forte tra la città principale del mio vicariato e Padova». Sono tre, come prevede il rito romano, i vescovi che conferiscono l’ordinazione: mons. Cyril Vasil’, segretario per la congregazione delle chiese orientali, mons. Claudio Cipolla, vescovo di Padova, e mons. Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna.
Sono, però, tanti altri i vescovi che prendono parte alla celebrazione, come tanti sono i fedeli attesi per un momento che non cade in un giorno qualsiasi: «Il 1° novembre ci ricorda come la nostra chiesa peregrinante sia strettamente unita alla chiesa celeste. Come ci insegna Ignazio di Loyola, quando ci accingiamo a una missione ci mettiamo di fronte non solo a Dio, ma a tutta la corte celeste. Essere ordinato vescovo nel giorno dei santi è una coincidenza splendida». L’organizzazione della liturgia è stata affidata ai padri benedettini, in particolare a padre Filippo Resta. Padre Bizzeti, alla vigilia della sua ordinazione, sta vivendo, secondo l’uso dei gesuiti, otto giorni di esercizi spirituali in silenzio assoluto: «Dopo due mesi impegnativi, tra i preparativi per la Turchia e il passaggio di consegne delle mie responsabilità qui a Padova, questo spazio di silenzio è provvidenziale. Mi permette di concentrarmi sull’essenzialità di quel giorno e di mettermi in ascolto della volontà del Signore».
Dopo l’ordinazione, il prossimo 29 novembre il vescovo Bizzetti prenderà possesso del vicariato di Anatolia a Iskenderun, conosciuta anche come Alessandretta. Le priorità sono già chiare: «La prima cosa che farò sarà cercare di prendere l’“odore del gregge”, come ci invita a fare papa Francesco. Sarà bello conoscere le persone, ascoltare, passare del tempo con loro. Il vicariato di Anatolia è una diocesi molto piccola».
Secondo gli ultimi dati, i battezzati sono poco meno di cinque mila, chiamati però a essere con la loro presenza lievito e testimonianza. Fu proprio qui che per la prima volta i discepoli di Gesù furono noti al mondo come cristiani e si aprirono ai “gentili”: «I giovani che ho portato nel corso degli anni in questi luoghi si sono accorti, incontrando le comunità locali, di come essere cristiani non sia una scelta scontata, ma che si può pagare a caro prezzo. È una scelta che chiede motivazioni e impegno. Queste piccole comunità da duemila anni custodiscono con coraggio l’eredità del nuovo testamento». L’addio a Padova è accompagnato da un auspicio: «Prima della sua morte, mons. Padovese stava lavorando con il vescovo Antonio per realizzare un vero e proprio gemellaggio tra Padova e la Turchia. Spero di poter portare avanti questo disegno con il vescovo Claudio».